lunedì 9 novembre 2015

Un’indimenticabile gita all’Expo di Milano

Di Liliana Fabbri
A cura di Enrico Longarini

Non capita di frequente che l’Italia abbia l’opportunità di ospitare un evento di importanza mondiale come l’esposizione universale, più comunemente conosciuta come Expo, perciò  in occasione di questo evento, giovedì 15 ottobre 2015 l’Associazione Mediterraneo ha organizzato una vera e propria gita. Il ritrovo era previsto per  le 7:00 alla stazione di Livorno così verso le 6:45 sono passati a prendermi il mio amico Paolo di Giuseppe insieme a suo padre e puntuali siamo arrivati all’appuntamento. Alla stazione ci attendevano, oltre ai membri dell’Associazione e Paolo Pini, responsabile dell’Associazione Mediterraneo, i due pulmini che ci avrebbero condotti a Milano. Così, caricati i furgoncini con tutti i nostri bagagli, zaini, macchine fotografiche e  la mia sedia a rotelle siamo partiti alla volta del capoluogo lombardo. Ci aspettava un viaggio lungo e stancante ma fortunatamente  il tragitto prevedeva alcune soste ristoratrici come quella che abbiamo effettuato presso un autogrill sull’autostrada per fare colazione e rifornire di gasolio i nostri mezzi. Dopo un rapido cappuccino e una brioche siamo ripartiti e abbiamo percorso molti chilometri superando Genova, la Cisa, e innumerevoli gallerie.
Finalmente verso le 13 siamo arrivati ad Expo, ma per circa trenta minuti siamo stati costretti a rimanere nei furgoncini a causa della forte pioggia che ci aveva colti impreparati. Una volta terminato l’acquazzone, guidati da Paolo Pini, siamo saliti su di una scala mobile e abbiamo percorso una lunga galleria vetrata fino ad arrivare all’ingresso vero e proprio dell’Expo. Mentre Paolo Pini pagava il biglietto (20 € per ognuno di noi) tutti quanti abbiamo dovuto attraversare dei metal detector perciò siamo stati costretti a svuotare completamente le nostre tasche di tutti gli oggetti in nostro possesso compresi quelli un po’ più personali come chiavi, borsellini e cellulari. Recuperate le nostre cose, sapevamo che ognuno di noi avrebbe preferito visitare l’Expo a proprio modo, così ci siamo separati, non prima però di esserci accordati per il ritrovo.
Dato che mi spostavo continuamente con la sedia a rotelle io ed il mio accompagnatore Antony abbiamo avuto diverse agevolazioni per quanto riguardava la visita dei diversi padiglioni provenienti da tutto il mondo e spesso siamo riusciti ad entrare evitandoci così ore di fila. I padiglioni che ho visitato sono stati quelli del Giappone, della Slovenia, dell’Estonia, della Russia, dell’Italia e molti altri. Per quanto mi riguarda il padiglione che ci ha sorpresi maggiormente e che ha attirato la mia attenzione e quella di Antony è stato quello della Slovenia. Esso era costituito da una grande sala ricoperta da piccole vetrate attraverso le quali potevano essere osservati, per mezzo di appositi cannocchiali, le diverse specie di uccelli che abitano il territorio sloveno. Accanto ad ogni vetrata vi era inoltre una panchina che come d’incanto riproduceva il verso di un particolare uccello ogni qual volta qualcuno vi si sedeva sopra. Poco prima delle 15 avevamo appuntamento con tutti gli altri così per quell’ora abbiamo pranzato tutti insieme mangiando i panini che ci eravamo portati da casa e, gentile come sempre, Paolo Pini mi ha offerto un caffè. In seguito ci siamo tutti separati nuovamente.
Durante il pomeriggio ho potuto ammirare altri padiglioni e altre opere come il celebre Albero della Vita, che, collocato all’esterno e un po’ distante dai padiglioni, si ergeva maestoso al centro di una grande fontana. L’Albero è un monumento molto caratteristico, la notte infatti si illumina di mille luci colorate e dalla sua base partono forti getti d’acqua a ritmo di musica. 
Il secondo padiglione che mi ha colpito molto è stato quello del Giappone. Dopo esservi entrati, io ed Antony ci siamo ritrovati in una grande sala circolare all’interno della quale gli addetti, dopo averci invitati a sederci a dei tavoli, ci hanno consegnato le tipiche bacchette giapponesi. Naturalmente il mio primo pensiero è stato “che bello, ora si mangia”, ma l’attrazione si limitava ad un’esposizione dei vari piatti tipici del Giappone e con mia grande delusione non ci è stato offerto alcun tipo di pietanza. Nonostante ciò ho apprezzato molto il padiglione di questo splendido paese e una volta uscita ho girovagato e visitato i padiglioni di molte altre nazioni fino alle 20:00. Per quell’ora infatti ci siamo nuovamente riuniti ai nostri compagni per cenare. La giornata volgeva al termine e con dispiacere siamo tornati ai furgoni. Dato che Paolo Pini è di Rosignano ed Antony di Cecina ci siamo subito separati e salutati i nostri accompagnatori siamo partiti in direzione Livorno. Siamo arrivati alle 2 di notte e mi sentivo davvero stanca, ma nonostante ciò posso dire di essere rimasta piacevolmente colpita da questa esperienza. Se qualcuno mi proponesse di tornare ad Expo accetterei immediatamente ma alla condizione di poter pernottare e restare più di un giorno per aver modo di visitare tutti gli altri padiglioni che in questa occasione non ho potuto vedere. Ringrazio Antony e Paolo Pini a cui restituirò al più presto 20 €. 

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