giovedì 17 marzo 2016

UgualMente Livornesi

Di Franca Izzo

Il giorno 27 Febbraio 2016 a Livorno, presso il circolo A.R.C.I. di Coteto, si è tenuta un‘ iniziativa aperta a tutta la cittadinanza: UgualMente Livornesi, un incontro sullo stato di salute mentale della nostra città.
I temi principali della manifestazione, alla quale hanno partecipato numerosi medici, operatori dei servizi, autorità regionali e comunali, stampa, televisioni e associazioni. riguardavano il bisogno potenziare le Reti dei servizi e delle organizzazioni no-profit che, oltre a contrastare lo stigma e i pregiudizi associati alla malattia mentale, sono coinvolte nella promozione e nella tutela di quest‘ultima.
La manifestazione è stata organizzata dall'A.Vo.Fa.Sa.M., un‘associazione composta dai familiari delle persone che fanno utilizzo dei servizi della salute mentale, che negli anni con tenacia ha combattuto per la chiusura dei maniconi, in particolare quello di Volterra, lottando ostinatamente con gli enti pubblici affinché anche a Livorno fossero aperti adeguati centri diurni per l'accoglenza degli ex internati; l’obiettivo non era tanto quello di alleggerire il peso della continua assistenza al proprio caro che le famiglie si trovavano a sopportare, ma soprattutto quello di fare in modo che questi ultimi potessero svolgere piccole attività manuali e socializzare in un ambiente sempre aperti a tutti.
L’iniziativa dell‘Associazione A.Vo.Fa.Sa.M. ha permesso così ai pazienti di sentire nuovi stimoli di libertà e di crescita che hanno fatto sì che iniziassero a recuperare al massimo la propria cittadinanza dando vita anche ad una loro associazione, la Mediterraneo, presente anch‘essa alla manifestazione.
Si sono susseguiti molti interventi e relazioni da parte degli esperti in materia e alla fine c’è stato un accorato dibattito tra il pubblico. L’intervento di apertura è stato tenuto da Riccardo Bientinesi, Presidente dell'A.Vo.Fa.Sa.M che ha ricordato la chiusura dei manicomi con l'avvento della legge 180 di Franco Basaglia e il lavoro svolto da Margherita Lapini Mecacci, ex Presidente dell‘Associazione che lo ha preceduto.
Ha anche aggiunto come in passato vi fossero forti rapporti col Comune e la Provincia che purtroppo col tempo si sono interrotti e naturalmente si è augurato che questi rapporti potessero riallacciarsi.
Naturalmente non ci sono state solo belle parole perchè i problemi ci sono e sono sotto gli occhi di tutti: le strutture restaurate o costruite oltre venticinque anni fà necessitano di accurate ristrutturazioni, vi è infatti il rischio che venga perso tutto quel che faticosamente è stato ottenuto in passato. Bientinesi afferma anche come i pazienti non necessitino solo di farmaci per star bene, ma di un lavoro, una casa e di compagnie sane per una ripresa personale, così chiedendo aiuto, si rivolege alla ASL, al Comune.
Il secondo intervento è stato quello di Angela, una mamma che parlando col cuore in mano, spiega quanto sia avvilente non poter vedere alcun futuro per il figlio sofferente; guardandosi intorno chiede un qualsiasi tipo di aiuto, da quello ecclesiastico a quello pubblico e sanitario affinché questi ragazzi possano riuscire ad inserirsi in questa società. Angela chiede anche che sia creato un polo a Livorno che possa far scoprire le loro potenzialità, rendendoli una risorsa sociale e non un peso.
Il terzo intervento ha visto prendere la parola al professor Mario Serrano; egli dichiara di poter dare un contributo al pensiero di poter riattivare le Autorità che in passato hanno fatto così tanto e, considerando il fatto che molti denunciano come da dieci anni a questa parte le iniziative a Livorno si siano fermate, osserva come  il vero problema sia che questo effetto congelamento non si limiti alla nostra città ma si estenda all’intera nazione. Il prof. Serrano propone quindi un intervento di ristrutturazione, inteso come ricerca di nuovi metodi di emancipazione, infatti non solo i tempi, ma anche l’utenza è cambiata negli ultimi anni ed ha nuove esigenze completamente differenti rispetto al passato.
Successivamente è venuto il turno del professor Giannini il quale, con uno sguardo al passato, ricorda una Livorno all'avanguardia per quanto riguardava i servizi sociali e le iniziative, ma afferma anche come la manifestazione UgualMente Livornesi dimostri che non tutto non sia fermato veramente, certamente però è necessario che la struttura nazionale capisca l’errore dei tagli al sociale.
Dopo il professor Giannini la dottoressa Benedetta Aprea, volontaria dell'Associazione Mediterraneo ha spiegato l'importanza della socializzazione, specialmente per quelle che si sentono isolate. L’Associazione Mediterraneo negli anni ha firmato numerose convenzioni con la ASL al fine di concludere progetti educativi per i giovani e di socializzazione per i pazienti e ha costruito un solido gemellaggio con un cittadina Norvegese, sede di una importante università, che li vede spesso ospiti. Il confronto costante infatti, sostiene Benedetta Aprea, contribuisce notevolmente alla nostra crescita.
Le Associazioni di Salute Mentale norvegesi, aggiunge, hanno un notevole senso politico perchè là rivestono importanti ruoli a livello nazionale, il loro motto è infatti: "Niente su di noi senza di noi!"
Ha preso poi la parola Ina Dhimgjini, Assessore al Sociale, la quale sostiene come anche per coloro che si trovano a gestire l‘amministrazione sia importante che vi sia sempre qualcuno di più esperto in certi specifici argomenti, come possono essere quelli che riguardano la salute mentale. Ina Dhimgjini si sente vicina alle famiglie e comprende l'accanimento di chi ha delle necessità ma nonostante il passare del tempo non ha ancora ricevuto risposta  e sente sempre di più l’importanza del progettare e del lavorare assieme. Se ad oggi è stato interrotto questo sistema di collaborazione come nel passato, dobbiamo vedere come recuperarlo e capire che cosa sia successo per non ricadere in futuro nello stesso errore; conclude dicendo <noi ci siamo e nonostante la crisi non dobbiamo perdere questo entusiasmo>.
Dopo Ina Dhimgjini, Marco Cannito ha sottolineato la sua volontà di ripartire dalla rivalutazione del volontariato nonostante tutte le critiche che rischiano di emergere a proposito. Livorno negli anni passati fu il fiore all'occhiello per quanto riguardava i servizi sociali ed ora tutto si è fermato. Nonostante ciò, come Giannini, Cannito afferma come questo incontro non stia segnalare solo il problema ma sia anche un segno di speranza per il futuro per ripensare i servizi e rilanciare quelle che possono essere le nostre opportunità. Per fare tutto ciò naturalmente c’è bisogno non solo di risorse finanziare, ma anche e soprattutto di risorse umane. L'innovazione sta nel ricreare i tavoli per il recupero di una cittadinanza perduta perchè, come diceva Basaglia, "la malattia mentale è una malattia come tutte le altre ed ognuno di noi sente il bisogno di dare ciò che può alla società e dimostrare che è utile". Infine Cannito racconta di come una volta stesse accompagnando degli studenti in visita al centro Basaglia e  di come questi ultimi avessero un certo timore nei confronti di quel luogo, ma ha concluso riferendoci come tutti gli studenti, dopo essere entrati,  siano usciti entusiasti e felici non immaginando che quell‘esperienza potesse averli cambiati profondamente.
Un discorso così toccante non poteva non suscitare emozioni nei nostri animi, tant’è che qualcuno dalla platea si è alzato e lo ha ringraziato per le sue parole di speranza.
È intervenuto anche Alfio Baldi, ex assessore al sociale del PD che si rammarica del percorso che che era stato messo in piedi e conclusosi poi male, dato che dopo i corsi e i tirocini che erano stati organizzati per gli utenti avrebbe dovuto esserci uno sbocco lavorativo a completamento della propria autonomia che purtroppo non si è concretizzato. Baldi osserva come non vi siano ancora strutture adeguate, ma nutre speranze per il futuro.
Anche il sociologo Paolo Pini prende la parola per chiedere a tutte le Autorità di organizzare dei tavoli di discussione con le Associazioni affinchè possano capire attraverso la nostra esperienza in materia.
L'ultimo intervento è di Tiziano Petracchi, operatore del Poggiali che racconta di essere stato anche lui in Norvegia con gli utenti e di aver visto cose molto belle, di aver fatto delle buone esperienze con le Associazioni norvegesi che <non si lamentano come a Livorno ma interagiscono con le Autorità Territoriali>, <là le associazioni sono importanti e sanno farsi ascoltare; sarebbe bello che ciò accadesse anche da noi>.
Infine si è aperto un lungo dibattito tra pubblico ed esperti che hanno risposto alle varie domande per approfondire alcuni punti, ma anche tra il pubblico stesso vi sono stati scambi di pensiero e di esperienze personali. La manifestazione si è conclusa con un ricco buffet offerto dall'Associazione A.Vo.Fa.Sa.M. tra sorrisi e conversazioni più intime e alla fine, una volta tolte le sedie, non sono mancati neanche quattro salti in pista.

1 commento:

  1. È stato veramente bello concludere ballando con Vangi DJ. Mi ha ricordato le sane trasgressioni dei primi anni del Mate e Costa

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