martedì 30 marzo 2021

Il risveglio ed il mio avvenire

Un'altra volta è notte e mi trovo a scrivere, forse solo perché è notte e vivo strani fantasmi e sogni vani, la bottiglia è vuota, l’eco si è smorzato appena, delle risate fatte con gli amici e i brindisi felici in cui ciascuno chiude la sua pena è persa, è tutto perso, non ci si può ritrovare soli con se stessi ma a volte è cosi; vorrei dire dove ho mancato e dove ho sbagliato ma le morali fatte hanno chiuso i vostri cuori. Questo è il problema, un ragazzo diventa uomo, cresce, diventa vecchio e muore. Questo inizio di discorso di per se è difficile da capire, ma se ci si pensa un po’ e facendo riscontro ad un sacco di difficoltà personali che ho vissuto in passato, forse adesso affrontabili differentemente, sembrano essere tutt’oggi insormontabili. Il caos soltanto sta riempiendo la mia testa: il traffico, mi sono trasferito in pieno centro, bloccato in casa con il lavoro a distanza a causa della pandemia, vicino ad una scuola dove dalle sette alle tredici passano bambini e autobus fino alle dieci, tutto questo caos racchiude un tempo pieno di frenesia e disagio e sento che non mi appartiene. Gli acciacchi dati dall’età e dalla vita aumentano con il passare del tempo e cosi il mio modo di curarmi, tutto cambia, i tormenti si fanno pesanti, ognuno a sua volta ci lascia, cosi va il mondo mai si saprà il nostro avvenire finche anche noi incontreremo la fine inesorabile…restano i sogni senza tempo e l’impressioni di un momento, è quello l’importante: i ricordi di una vita che ancora è in corso d’opera, un po’ incasinata ma abbastanza rassicurata per il coraggio e la volontà di affrontarla, di farcela, cosi per le sfide della vita, sto migliorando un po’ per renderla più decente e degna di valore, mio padre e mia madre hanno cercato a loro modo di darmi insegnamenti validi difronte ad una buona esistenza ed in tanti dopo di loro hanno provato a consigliarmi a riguardo, ed io dico: “bè, è andata e sta andando”.  

Pensando alle mie disavventure passate o che voi state passando è entusiasmante e al contempo doloroso credere nella vita ma allo stesso tempo fare delle scelte e crearsi il futuro che prima non si riusciva a vedere è il primo motivo per cui vale la pena affrontarlo ed è ciò che farò in un modo o nell’altro, porgere delle forti speranze di creare e vivere il mio avvenire è il mio obbiettivo presente.


Stefano Scotti

Un pensiero per la redazione

Ciao a tutti,

 Sono la vecchia dell’aceto, come mi chiamo io, il mio nomignolo rispecchia il come mi sento, me lo sono data da sola, me lo sono dato perchè mi sento inferiore agli altri e avendo questo tipo di problema, a volte, mi arrabbio con me stessa. Il mio desiderio è trovare un lavoro, una casa e un ragazzo o una ragazza per poter abitare insieme, da sola finalmente, a casa spesso non riesco a stare bene e vorrei anche vedere se so prendermi cura. Da quando la mia migliore amica è deceduta a causa di un tumore e lo scorso anno è morto il mio primo ragazzo di una brutta malattia mi sono sentita sola e persa, le mie amiche hanno famiglia e figli e quindi poco i tempo per uscire come prima, sono molto legata a loro, al funerale della mia amica non ho avuto il coraggio di presentarmi, forse perchè non avevo la forza di lasciarla andare, eravamo tutte e due bullizzate e perciò avevamo un certo legame speciale nel comprenderci, ci volevamo tanto bene; quando era sulla sedia a rotelle ricordo che giocavamo ad Uno, si colorava, si giocava a carte, ragionavamo di ragazzi sbagliati... solo gli angeli sanno quanto mi manca, vado al cimitero dei Lupi con mamma e parlo di lei in silenzio, prego che adesso sia felice e la immagino a fare le sue collanine e braccialetti che tanto amava fare per se e le sue amiche. 

Riuscirò a lavorare? A costruire una vita davanti al mio presente?

Non lo so...ma so di ringraziare Mediterraneo per questo ultimo anno di borsa lavoro e sopratutto ringrazio alcune persone che mi hanno aiutato quando ero in crisi e in difficoltà, in questo luogo nessuno mi giudica, molte persone soffrono o anno sofferto, come me, e questo unisce.

Vi auguro una buona Pasqua e spero che presto andrò da me: ritornerò a camminare come prima, voglio farcela, ancora è lungo il cammino e la mia patologia non la auguro a nessuno, a volte vorrei fare le cose come gli altri e non sempre mi riesce, ma ciò non sarà un mio limite ma il mio nuovo punto di partenza.


Un abbraccio

Virginia