venerdì 30 ottobre 2020

Teatro del Silenzio. Non una semplice gita..ma qualcosa in più!

Siamo andati a vistare il teatro del silenzio che si trova a Lajatico teatro fortemente voluto da Andrea Bocelli e inaugurato nel luglio del 2006. 

Il teatro ospita una istallazione differente, che fa da scenografia al concerto, che si tiene una volta soltanto all'anno ed è proprio per per questo viene chiamato così "teatro del silenzio", poiché durante tutto il resto del tempo è silenzioso. Ogni edizione ha un titolo che vuole esprimere un messaggio e l'istallazione/opera che viene esposta come scenografia del teatro ogni ha l' obiettivo di generare una riflessione.  

Quest'anno il concerto è stato rinviato al prossimo anno, causa covid-19, ma hanno voluto lasciare l'istallazione creata per il concerto 2019 e renderla accessibile per le visite. L'opera , che rimarrà installata fino al giugno del 2020, è alta 15 metri composta da più di 350 facce unite da 206 metri lineari di saldatura ed è stata appunto scenografia e simbolo del concerto Ali di Libertà di Andrea Bocelli. 

L'istallazione rappresenta un uomo alato, statua denominata "Gabriel" di Daniele Basso, ci ricorda che tutti noi possiamo volare liberi oltre le paure. E' un invito a vivere da protagonisti la nostra vita, oltre i limiti dei fatti, nella potenza delle nostre scelte. 

L'autore spiega che le pieghe son l'espressione fisica del cambiamento del movimento della vita. Espressione di quella precisa interpretazione di se, dove nello specchio, tutti noi ci riconosciamo protagonisti, uniti nella consapevolezza che la nostra felicità non dipende dagli eventi che ci accadono, ma da come reagiamo ad essi. 

Abbiamo visitato questo luogo che ci ha ispirato per fare un lavoro su di noi, abbiamo riflettuto sul senso che l'artista ha voluto esprimere.

Francesco ha portato con se la telecamera, si è attrezzato per poter filmare e poter portare del materiale video su cui lavorare in associazione per poter creare dei bei montaggi. Serena, Simone e Antonio si dedicano alle emozioni in maniera differente da Francesco: non con video e foto, ma con uno scritto che vuole esprimere qualcosa. Eccolo!

Simone alla partenza dice di sentirsi abbastanza bene, era curioso di andare a vedere il luogo di cui avevano parlato in alcuni incontri fatti in associazione per programmare proprio questa uscita.

Si era svegliato non bene, solitamente la mattina presto in associazione non si sente mai un granché, dice di dormire male e quando si sveglia si sente un pò scombussolato. 

"Devo adattarmi al giorno perché durante la notte si amplificano le mie paranoie e quando mi sveglio sono stanco, molto stanco ma nel corso della giornata...come nel corso della mia vita, del resto..le tengo più a bada: come un motorino ingolfato che deve prendere i giri, il mio cervello deve elaborare. Non ero carico, ma piano piano mi sono ripreso". 

Antonio invece dice subito di sentirsi molto ansioso...sopratutto in macchina!Anche a lui la mattina  succede spesso: si sente in uno stato ansioso!Non era preoccupato per andare a vedere questo luogo, ma si sentiva così! 

Dopo un viaggio di circa un ora e mezzo, a Simone non arriva nessuna sensazione : vedere questo luogo, in effetti così bello e magico dice...di nuovo Simone "non mi ha catturato subito, a parte il bisogno impellente di fare la pipì, mi sono sentito assente, con una certa apatia. Le emozioni non mi hanno travolto fin da subito, ma in effetti dovrebbe succedere così, ma non mi sento quasi mai....in questo periodo, emozionato per qualcosa, mi sento nella piattezza totale e ....sono anche uno che cerca sempre emozioni forti!!!.. non sentirle per me è triste...ho imparato a conviverci, ma non è bello!".

In associazione, questa condizione di Simone sembra toccare molti , creando subito un dibattito. Infatti Sara dichiara di avere sensazioni simili ed aggiunge un bell'elogio a Simone "penso che tu sia molto coraggioso, esprimendo quello che hai dentro con semplicità. Con questa sensazione, di apatia che ti tocca, riesci ad avvicinarti allo stato d'animo del prossimo, esprimendo in maniera perfetta le tue emozioni... portano molto di quello che hai dentro e che ritrovo su di me!"

Antonio dopo una pennichella durante il viaggio, appena arrivato si è sentito finalmente bene. 

Ha respirato aria buona! Anche se dare un significato a quello che vede e che sente per lui è difficile! 

"C'era molto silenzio, il teatro DEL SILENZIO...si, c'era tanto silenzio....era ridondante! Immagino come sarebbe stato partecipare al concerto e ascoltare la musica e chissà come sarebbe stato questo luogo durante la rappresentazione!"

Il silenzio lo ha catturato...e ad Antonio piace il silenzio "....sto sempre zitto!" : si è sentito in pace, bene, sereno e accolto!

 Sotto il palco si apre una distesa, un bel prato (la platea) che è stato cosparso da molte bandierine. Tornati in associazione è stato ricercato il significato di quella moltitudine di bandiere. Sono 209 bandierine, che rappresentano l'assenza dovuta durante il periodo del covid-19 e l'impossibilità di non aver potuto realizzare il concerto in quel teatro "così oggi silenzioso". 

A Simone sono sembrate un cimitero nel quale ogni bandierina poteva rappresentare la nazionalità della persona morta, mentre Antonio afferma che tutte quelle bandierine, gli sono sembrate la presenza degli uomini, persone da tutto il mondo (lui le vede vive!).

Al centro dell'anfiteatro, sul palco ecco l'installazione enorme di acciaio inox, che ci ha invogliato ed incuriosito a voler visitare questo luogo!



Guardandola sono emerse emozioni passate d'Antonio : "ho pensato al metallo dell'istallazione, non è una lega...è acciaio inox. Avrei voluto avvicinarmi moltissimo <all'uomo alato>  per capire come era fatto e come era stato creato, ma purtroppo c'era quel laghetto tutto intorno che me lo impediva. 
Ho pensato fortemente alla mia vecchia professione,al mio lavoro! Posso dire perfettamente la struttura chimica dell'acciaio, con cui è stato fatto.. lo fanno in fusione. 
Sono stato tanti anni a lavorare alla CMF e prima di entrare lì ho fatto un corso di formazione, durato 6 mesi...mi sono venuti in mente tanti momenti del mio lavoro. 
La statua è stata un flash back, ero curioso di andare a vedere tutte le saldature: quello è il mio lavoro...questo mi piace più di tutti!!!
Lo ricordo con rammarico....se potessi farei un tirocinio oggi, in un'azienda di saldatori e so che mi prenderebbero subito!E' il mio lavoro!!!Mi è tornata voglia di lavorare, diciamo che è tanto che ho questa voglia....si potrebbe fare qualcosa in questo senso, ma intanto ho 2 processi da passare. 
La legge va molto lenta e le sue procedure sono lunghe e questo mi mette molta ansia. 
Quando siamo arrivati, questo luogo mi ha fatto stare bene, perché mi ha ricordato con passione i momenti che ho passato lì, sul mio posto di lavoro e ho avuto delle bellissime sensazioni! 
Ho pensato che anch'io avrei potuto benissimo contribuire alla creazione di quella "statua"nella sua composizione!!".

A Simone questa istallazione (finalmente) ha dato un certo slancio: "quest'opera mi ha fatto sognare, anch'io costruisco istallazioni, per me è stato bello osservare, vedere quest'opera che comunque mi ha stimolato e chi ha ispirato la creazione di qualcosa. Anche se, in realtà, mi sento impotente e scarso per fare quello che vorrei veramente, ho la terza media e non so creare le cose che vorrei!

Vorrei far fare alle mie creazioni quello che immagino! Tecnicamente non riesco a fare quello che voglio costruire. Ma ci provo con tutto me stesso!! 

Vorrei studiare per questo, ma pensare di dover fare un laboratorio per poter provare ad imparare, mi mette molta ansia e non so se ce la farei!  Io quando c'ho l'ansia, sembro un ebete.. perché mi blocco e mi vengono molti "film in testa" nei momenti più sbagliati! Devo riuscire a staccare da questi pensieri e concentrarmi! 

Tempo fa sono andato a visitare una fiera e lì ho trovato un volantino che sponsorizzava un laboratorio di "costruzioni robotiche"che mi potrebbe interessare...oggi forse ci potrei fare un pensierino!"

Oggi abbiamo provato a raccontare la nostra uscita: 

non una semplice gita, ma un lavoro che ha aiutato da ascoltare le nostre emozioni!