Di Franza Izzo
E chi lo avrebbe detto! Se non avessi visto quella locandina sulla porta dell’infermeria non lo avrei mai saputo. Luciana, la nostra infermiera al Frediani, forse la più brusca e diretta nel rispondere è una brava pittrice, che dimostra invece un animo gentile: tenero e sensibile coi suoi colori dalle tonalità blu e dalle forme indefinite, se pur figurative.
Le foto delle sue opere che ho potuto vedere mi trasmettono l’emozione di una cupa e contrastata tenerezza.
Daniela Di Cioli, direttore artistico, ci dice che è natia di Arsiè (BI) “dove la neve cade abbondante e dove nasce anche “La Festa Delle Anime”. Che Luciana rappresenta con la sua arte solo ciò che la emoziona: sogni, cose e paesaggi che danno speranza e gratitudine. Condivido con la critica quel pizzico di malinconia che le danno un certo annientamento ad ogni illusione”.
Ha poi vissuto nella terra dei castagni, la Garfagnana, da dove poteva ammirare il doppio tramonto del sole: il primo da dietro la cresta del Monte Forato, mentre il secondo attraverso il foro della montagna.
Apro la brochure e qualcosa di totalmente diverso mi salta agli occhi: una luna piena in un cielo tutto rosso, ciò mi è strano e m’incuriosisce più che emozionare, perché questo contrasto di colore mi lascia stupita non riesco a capirlo; si intitola “Speranza”. È un quadro totalmente diverso da “L’albero della Vita “, da “Pensiero” per quanto riguarda le tonalità cromatiche utilizzate. Isabella Piaceri scrive che “il fluido che emana dalle sue tinte e dal suo pensiero artistico ci sussurra una fusione di natura e uomo. Ispirata da un monito di confusione da cui esce la stella danzante della sua pittura che attraversa i confini del conscio per disegnare clivi fra fisico e psichico che arrivano al cuore facendoci scivolare tra l’azzurro e il bianco sacro e profondo, un sogno che ognuno di noi potrà raccontare”. La sua locandina, che subito mi ha colpito pubblicizza la sua mostra personale a Camaiore dal 1 al 30 luglio 2015 , ma io con rammarico non ho potuto vederla.Grazie Luciana per avermi mostrato questa parte di te a me sconosciuta attraverso questo materiale pubblicitario e ti faccio tanti complimenti: BRAVA!
lunedì 26 ottobre 2015
Scoprire una nuova Norvegia
Di Franca Izzo
Dopo due anni di assenza dall’Associazione Mediterraneo, il mio primo contatto con loro mi ha riportato in Norvegia. Tuttavia quest’anno non ho trovato la Norvegia che conoscevo e tanto amavo, con i suoi fiordi a strapiombo sul mare, le sue numerose cascate, le passeggiate nei boschi e le arrampicate fra le rocce, questa volta è stata diversa. Diversamente dagli anni precedenti siamo stati accolti per quattro giorni in un villaggio turistico su di un’isola deserta e per i primi due giorni siamo stati solo noi e i gestori del villaggio, tutti amanti del mare naturalmente al punto tale che c’erano più salvagenti e kajak che persone. Essendo un luogo sul mare, anche le attività sono state diverse; tempo permettendo uscivamo e dedicavamo le nostre attività al kayak, alla barca a vela e alla pesca: una volta in mezz’ora siamo riusciti a pescare circa 150 pesci che abbiamo gustato per cena.
Quando siamo arrivati la sera sull’isola stanchi morti del viaggio, siamo stati accolti con una calda e squisita zuppa di salmone, che ancora a pensarci mi lecco i baffi. Il cibo è un po’ diverso dal nostro, soprattutto la colazione che comprende anche pietanze salate. Da golosona quale sono la prima mattina ho assaggiato un po’ di tutto, ma p
oi sono tornata alla classica colazione all’italiana: pane, burro, latte, marmellata e miele. Avevano però anche una cioccolata spalmabile simile alla Nutella e non vi dico quanti barattoli ci siamo finiti! L’Italia mi ha vista rimpatriare cioccolata-dipendente, non ne posso più fare a meno e con il mio fisico non me lo posso proprio permettere. Quando al sabato è arrivato anche il gruppo Norvegese e con loro le belle giornate di sole, sono cominciate anche le sfide sportive a calcetto e pallavolo. C’è stata persino una gara dove si doveva costruire una zattera, vararla, farla navigare fino al giro di boa e tornare per riportarla a terra, smontarla e riportare al suo posto tutto il materiale usato. Ogni squadra era divisa “in tavoli” ed il gruppo di cui facevo parte, il tavolo uno, è riuscito ad arrivare secondo nella gara con le altre sei squadre.
Alcune si sono sfasciate a pezzi dopo poche pagaiate, altre squadre invece non sono neanche riuscite a costruire la zattera. Dopo cena per socializzare cantavamo canzoni accompagnate da due chitarre e grazie a Linda e al suo sorriso (dato che io non parlo una parola d’inglese) ho ballato e mi sono dimenticata che quel giorno era il terzo anniversario del mese dalla morte di mia madre, così ho riavuto per un po’ la gioia nel cuore e non solo il dolore. Grazie di tutto Linda e grazie degli orecchini che mi hai regalato; quelle stelline azzurre mi faranno pensare sempre a te e non mi faranno mai dimenticare che bisogna sorridere alla vita in ogni occasione. Ringrazio anche Hakoon per la perfetta organizzazione di questo soggiorno isolano (so quanto questo impegno possa essere gravoso), ma soprattutto ringrazio Trine che ha fatto sempre tanto in questi scambi non solo di svago ma anche culturali tra i nostri paesi; ha fatto l’impossibile per tradurre i dialoghi di noi italiani e dei nostri amici norvegesi dato che certi nostri modi di dire sono incomprensibili per loro e viceversa.
Dopo due anni di assenza dall’Associazione Mediterraneo, il mio primo contatto con loro mi ha riportato in Norvegia. Tuttavia quest’anno non ho trovato la Norvegia che conoscevo e tanto amavo, con i suoi fiordi a strapiombo sul mare, le sue numerose cascate, le passeggiate nei boschi e le arrampicate fra le rocce, questa volta è stata diversa. Diversamente dagli anni precedenti siamo stati accolti per quattro giorni in un villaggio turistico su di un’isola deserta e per i primi due giorni siamo stati solo noi e i gestori del villaggio, tutti amanti del mare naturalmente al punto tale che c’erano più salvagenti e kajak che persone. Essendo un luogo sul mare, anche le attività sono state diverse; tempo permettendo uscivamo e dedicavamo le nostre attività al kayak, alla barca a vela e alla pesca: una volta in mezz’ora siamo riusciti a pescare circa 150 pesci che abbiamo gustato per cena.
Quando siamo arrivati la sera sull’isola stanchi morti del viaggio, siamo stati accolti con una calda e squisita zuppa di salmone, che ancora a pensarci mi lecco i baffi. Il cibo è un po’ diverso dal nostro, soprattutto la colazione che comprende anche pietanze salate. Da golosona quale sono la prima mattina ho assaggiato un po’ di tutto, ma p
oi sono tornata alla classica colazione all’italiana: pane, burro, latte, marmellata e miele. Avevano però anche una cioccolata spalmabile simile alla Nutella e non vi dico quanti barattoli ci siamo finiti! L’Italia mi ha vista rimpatriare cioccolata-dipendente, non ne posso più fare a meno e con il mio fisico non me lo posso proprio permettere. Quando al sabato è arrivato anche il gruppo Norvegese e con loro le belle giornate di sole, sono cominciate anche le sfide sportive a calcetto e pallavolo. C’è stata persino una gara dove si doveva costruire una zattera, vararla, farla navigare fino al giro di boa e tornare per riportarla a terra, smontarla e riportare al suo posto tutto il materiale usato. Ogni squadra era divisa “in tavoli” ed il gruppo di cui facevo parte, il tavolo uno, è riuscito ad arrivare secondo nella gara con le altre sei squadre.
Alcune si sono sfasciate a pezzi dopo poche pagaiate, altre squadre invece non sono neanche riuscite a costruire la zattera. Dopo cena per socializzare cantavamo canzoni accompagnate da due chitarre e grazie a Linda e al suo sorriso (dato che io non parlo una parola d’inglese) ho ballato e mi sono dimenticata che quel giorno era il terzo anniversario del mese dalla morte di mia madre, così ho riavuto per un po’ la gioia nel cuore e non solo il dolore. Grazie di tutto Linda e grazie degli orecchini che mi hai regalato; quelle stelline azzurre mi faranno pensare sempre a te e non mi faranno mai dimenticare che bisogna sorridere alla vita in ogni occasione. Ringrazio anche Hakoon per la perfetta organizzazione di questo soggiorno isolano (so quanto questo impegno possa essere gravoso), ma soprattutto ringrazio Trine che ha fatto sempre tanto in questi scambi non solo di svago ma anche culturali tra i nostri paesi; ha fatto l’impossibile per tradurre i dialoghi di noi italiani e dei nostri amici norvegesi dato che certi nostri modi di dire sono incomprensibili per loro e viceversa.
lunedì 12 ottobre 2015
Riscoprendo la Norvegia
Di Meri Taccini
A cura di Enrico Longarini
Le reti di amicizie e di conoscenze
sono molto importanti per ognuno di noi e più sono estese più aumentano le
possibilità che esse producano benessere e salute mentale. Il rapporto che
abbiamo stretto con l’Associazione Rom di Kristiansand in Norvegia ne è una
dimostrazione emblematica.
Spesso negli anni passati, i nostri
amici norvegesi, hanno ospitato noi e molte scuole del territorio toscano ed
insieme a loro abbiamo trascorso momenti all’insegna della conoscenza
reciproca, del divertimento e del rilassamento, così anche quest’anno
l’esperienza è stata resa possibile grazie a questa stretta collaborazione che
oltrepassa i confini nazionali.
Il 16 settembre 2015 tutto era pronto,
così la nostra compagnia, composta da circa dodici membri dell’Associazione
Mediterraneo e una classe dell’istituto Marco Polo di Cecina, si è messa in
viaggio, tracciando la propria rotta verso Nord.
La prima fase del percorso ci ha
visti affrontare, non senza coraggio e determinazione, un viaggio quasi
interminabile fino all’aeroporto di Bergamo, dal quale poi abbiamo preso
l’aereo che ci avrebbe condotto fino ad Oslo. Giunti a destinazione, l’ora si
era fatta troppo tarda per proseguire, così, esausti del viaggio, abbiamo
pernottato in un semplice ostello della capitale norvegese. La mattina
successiva un pullman ci avrebbe condotti alla nostra agognata meta, Kristiansand.
Là, come ci aspettavamo, siamo stati
accolti molto calorosamente e come se non bastasse i nostri amici norvegesi
avevano una sorpresa in serbo per noi: anziché farci alloggiare nella struttura
che solitamente ci riservavano, quest’anno avevano allestito alcuni bungalow su
di un’isoletta poco distante.
Da quel momento abbiamo trascorso
intere giornate all’insegna delle attività e del divertimento, ma naturalmente
ogni azione aveva come scopo quello di avvicinare i vari gruppi (la nostra Associazione,
i ragazzi delle scuole e i ragazzi norvegesi) affinché potessero trovare punti
comuni di contatto per conoscersi meglio e approfondire il loro rapporto. In
virtù di questo nei giorni successivi siamo andati tutti insieme a fare compere
tra i negozi della città di Kristiansand, per i miei gusti un po’ troppo cara,
abbiamo fatto gareggiare delle zattere che noi stessi avevamo costruito ed
organizzato una sfida calcistica internazionale tra Italia e Norvegia che ha
visto vincitrice la nostra nazionale con punteggio di 4-0.
Questa breve vacanza, oltre ad essere
una piacevole opportunità per trascorrere del tempo tra rilassamento ed
armonia, si è rivelata un’ottima occasione per stringere e rinsaldare rapporti
con persone e amici che già conoscevo, in special modo con Simonetta, la cuoca
del Palazzo della Vigna di Montioni, con la quale ho rinforzato il rapporto di
amicizia che ci legava.
Dato che questo è stato il mio quarto
viaggio in Norvegia posso dire di avere una certa esperienza e ammettere di
essere riuscita ad intravedere nella nostra Associazione un gruppo più coeso ed
unito solamente quest’anno. Il gruppo dei ragazzi di Cecina, per parte loro, è
rimasto per gran parte del tempo isolato, senza dare modo, né a loro né tanto
meno a noi, di conoscerci l’un con l’altro, nonostante da parte nostra vi fosse
la buona volontà di approfondire i rapporti. Probabilmente però, l’iniziale
atteggiamento di diffidenza e il loro essere introversi era dipeso dal cattivo
atteggiamento che uno dei nostri aveva tenuto nei loro confronti, perciò dopo
qualche giorno e dopo essersi conosciuti poco a poco, i ragazzi hanno iniziato
ad aprirsi sempre di più. Per me l’esperienza è stata molto positiva, eccezion
fatta per la qualità degli ostelli in cui ci siamo trovati a pernottare durante
il viaggio di andata e quello del ritorno, ma certamente spero che in futuro
possa essere replicata.
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