Intervista a Claudio Iozzo, volontario dell'Associazione Mediterraneo, il quale ha proposto alla stessa un percorso di meditazione camminata, in modo da introdurre il concetto di Mindfulness.
I: Cominciamo a definire la meditazione. Che cos'è la meditazione?
C: Quando si parla di meditazione subito si pensa ad una profonda attività mentale, ad un intenso lavorio della mente. La meditazione in realtà è l'esatto opposto, significa sospendere l'attività della mente ed entrare in una dimensione di "non-pensiero".
I: E' dunque come un annullamento?
C: Più una sospensione, un momentaneo staccarsi da quel lavorio, da quelle voci che tutti noi sentiamo. Quando chiudiamo gli occhi veniamo assaliti da immagini, voci e il nostro atteggiamento reattivo è quello di parlarci. La difficoltà di chi inizia a meditare è quella di dover ascoltarle e scacciarle via, oppure accoglierle senza intavolare un dialogo con esse. Il meditante sa percepire queste voci remote, togliendo il "sonoro" fino a quando non si allontanano, creando una sospensione dell'attività della mente.
I: Dopo quanto tempo la meditazione crea dei benefici?
C: Una premessa: la meditazione che facciamo qui non è una vera e propria meditazione come quella che viene fatta dai monaci buddisti. Abbiamo deciso di fare un'attività più leggera che prendesse alcuni elementi propri della meditazione, senza andare in profondità, per non rischiare di smuovere contenuti emotivi fastidiosi per molti di noi. Comunque, per tornare alla tua domanda, nella pratica meditativa gli effetti non si sentono subito e dipendo dal grado di motivazione che ha la persona.
I: Come tutte le pratiche anche questa è legata al tempo. Questa meditazione o altri tipi di meditazione possono determinare miglioramenti o peggioramenti in soggetti interiormente fragili?
C: Questa è una domanda interessante. Saper respirare, essere in grado di percepire l'addome e il torace che si espandono e si contraggono, ascoltare il proprio corpo in tutta la sua totalità non può che essere un beneficio. Più che una strategia di intervento è uno stile di vita.
I: E' un po' dunque come renderci consci di ciò che abbiamo già?
C: Viverlo consapevolmente e in modo positivo. Perché molti di noi rifiutano il proprio corpo, lo vivono come una corazza che separa dal mondo, che difende dagli altri. Come ad esempio le persone che non si tolgono di dosso il giacchetto o il cappotto neppure quando pranzano, oppure che curano poco l'igiene personale e il modo di vestirsi inconsapevolmente rifiutando la propria immagine: perché il corpo è il principale mezzo di comunicazione con gli altri. Riprenderne possesso è il punto di partenza della meditazione.
I: Ci siamo chiesti: siccome qui a Mediterraneo svolgiamo molte attività di gruppo, e diamo un grande valore allo stare insieme, ci sono attività meditative di gruppo?
C: Anche se l'attività meditativa è individuale, spesso viene svolta in contesti che coinvolgono tante persone. Ci sono delle forme di questa pratica dove si medita insieme, infatti questa non dovrebbe isolare dagli altri, anche perché durante l'attività ci sentiamo attratti dal contatto con le altre persone; perciò viene sconsigliata la meditazione solitaria.
I: Per quanto riguarda l'argomento meditazione e pensiero progettuale, quest'ultimo si annulla?
C: Sì, conta l'attimo che stiamo vivendo e il tempo di questo ce lo dà il respiro. Quindi non ci proiettiamo nel futuro con l'ansia che quest'ultimo ci potrebbe procurare e non guardiamo al passato e alle situazioni che ci hanno creato sofferenza. La meditazione richiede il qui e ora. Questo non vuol dire fregarsene, ma cercare di essere sempre un poco più centrati. E' una pratica che assimili con l'abitudine a riportarti sempre a te. Il respiro è come un'ancora, un salvagente, un'energia che ti accompagna dalla nascita, che ti dà sicurezza.
I: Può essere considerato come un metodo e uno stile di vita?
C: Sì, la meditazione è una pratica che può sembrare rigida però poi diventa uno stile di vita. Tutti possono avere un atteggiamento negativo nei confronti della vita, del futuro o delle cose che possono succedere, però chi è abituato a meditare riesce a sottrarsi più facilmente a queste. Sviluppa la capacità di tornare a se stesso.
I: Qual'è stata la tua formazione e cosa ti ha spinto a farla?
C: Ho frequentato un corso di formazione per diventare istruttore di Yoga. Mi sono trovato in un momento della mia vita dove vivevo le situazioni della quotidianità con disagio,sentivo l'esigenza di centrarmi, di avere un equilibrio, quindi ho iniziato con lo Yoga, poi vedendo che i benefici erano tanti ho proseguito.
I: Quanto tempo ci vuole per avere dei benefici?
C: Devo dire che all'inizio gli effetti sono immediati. Una persona che è motivata assorbe subito tanto, come una spugna. Il beneficio dipende dalla motivazione e da tanti altri fattori, però penso che già in un mese la persona possa vedere degli effetti.
I: Quali sono le principali posizioni di meditazione?
C: Esistono diverse posizioni: c'è la classica posizione con le gambe incrociate, che però può risultare scomoda, a sedere sulla sedia o anche sdraiati per terra nella posizione shavasana (del cadavere). Bisogna rimanere sempre vigili e attenti, perciò si consiglia una posizione eretta per non assopirsi.
"Chi medita deve avere la stessa attenzione, lo stesso sguardo della tigre nella foresta".
Chi medita con gli occhi chiusi deve avere quest'attenzione, anche se non stai pensando a niente devi essere vigile.
I: Durante la meditazione sei più vulnerabile? Bisogna trovare uno spazio protetto per farlo?
C: Generalmente si crea una situazione di silenzio, rito, ripetitività che favorisce la meditazione.
I: Può la respirazione aiutare a gestire l'ansia?
C: Sì perché con la respirazione mobiliti il diaframma, mobiliti una parte del tuo corpo fortemente innervata, da questa regione parte il nervo Vago, con il sistema vagale. Quando abbiamo l'ansia, l'angoscia ci prende un malessere in questa regione. Quindi facendo lavorare bene il diaframma riusciamo a sciogliere questa tensione.
" Una saggezza che noi tutti dovremo acquisire dall'insegnamento pratico che possiamo ricavare dalla meditazione, è quello di non volgersi sempre alle spalle, di non guardarsi sempre dietro e di non stare sempre in attesa di quello che potrebbe accadere".
I: La meditazione sembra essere stata pensata per le persone con "i nervi saldi", non applicabile quindi a persone con disturbi mentali, cose ne pensi?
C: La meditazione però viene vista come una tecnica per risolvere la sofferenza ed il disagio. In questi ultimi anni la meditazione sta diventando sempre più uno strumento non alternativo, ma ausiliare a molti indirizzi psicoterapeutici.
I: Visto che lei è un professore, come viene vista la meditazione nell'arte e nella letteratura?
C: L'arte è già di per se una forma meditativa, andando a cercare la meditazione nell'arte mi viene in mente il musicista John Cage che è anche un praticante. Le quali interviste toccano l'argomento della meditazione. Sempre in riferimento all'arte anche i mandala sono una forma di meditazione.
mercoledì 30 ottobre 2019
mercoledì 16 ottobre 2019
La mia fragilità che porta alla rottura
Io sono l'esterno, io devo pensare assorbire inglobare la realtà, tenerla sotto controllo, capire, fare mio.
Capire, capire il mondo, perché il mio amore per la vita consiste in questo.
Pensare, pensare, pensare.
Mancanza di lucidità tranquillità.
Senso di colpa per non fare lavoro di cura, perché ho paura di sbagliare io non capisco bene.
Paura di stare con gli altri, che mi giudicano e mi tengono da parte, perché non sono intelligente, simpatica e allegra.
Pensiero ossessivo sul registrare, ricordare tutto l'esterno.
Ripetizione all'infinito di tutti i pensieri negativi.
Visione catastrofica del mondo, che a volte vedo non bello.
La mancanza di pensiero se non negativo, la rottura avviene quando ho paura di essere "arrestata" e io m'impongo di evitare le catastrofi.
Sto bene, quando ricoverata mi accorgo che i medici sanno come approcciarsi e cosa fare, facendomi tornare allo stato naturale. Ritorno nella realtà, nel positivo.
Però, rimango insoddisfatta, perché non vivo come vorrei, cioè essere utile agli altri e in mezzo agli altri.
Fin da quando ero piccola, mi sono chiusa in pensieri e fantasie senza riuscire ad essere lucida.
La scuola è stata una tortura, perché avevo difficoltà a comprendere, ricordare e non mi rimaneva niente di quello che studiavo, anche se ero bravissima.
Stavo sempre in casa da sola a studiare, senza amici e sempre con il dolore portato dentro fisso sin da piccola. Dovevo capire, ma non capivo.
Ancora non ho trovato la serenità, ma l'Associazione Mediterraneo con le sue belle cose mi sta dando moltissimo. A me piacerebbe stare meglio con le persone e dare di più.
La cosa più bella che ricordo, è quando ero piccola prima di chiudermi vedevo tutto meraviglioso, sorridevo sempre e amavo come una matta la vita, vorrei ricordarmi di quella Laura.
Di Laura.
Capire, capire il mondo, perché il mio amore per la vita consiste in questo.
Pensare, pensare, pensare.
Mancanza di lucidità tranquillità.
Senso di colpa per non fare lavoro di cura, perché ho paura di sbagliare io non capisco bene.
Paura di stare con gli altri, che mi giudicano e mi tengono da parte, perché non sono intelligente, simpatica e allegra.
Pensiero ossessivo sul registrare, ricordare tutto l'esterno.
Ripetizione all'infinito di tutti i pensieri negativi.
Visione catastrofica del mondo, che a volte vedo non bello.
La mancanza di pensiero se non negativo, la rottura avviene quando ho paura di essere "arrestata" e io m'impongo di evitare le catastrofi.
Sto bene, quando ricoverata mi accorgo che i medici sanno come approcciarsi e cosa fare, facendomi tornare allo stato naturale. Ritorno nella realtà, nel positivo.
Però, rimango insoddisfatta, perché non vivo come vorrei, cioè essere utile agli altri e in mezzo agli altri.
Fin da quando ero piccola, mi sono chiusa in pensieri e fantasie senza riuscire ad essere lucida.
La scuola è stata una tortura, perché avevo difficoltà a comprendere, ricordare e non mi rimaneva niente di quello che studiavo, anche se ero bravissima.
Stavo sempre in casa da sola a studiare, senza amici e sempre con il dolore portato dentro fisso sin da piccola. Dovevo capire, ma non capivo.
Ancora non ho trovato la serenità, ma l'Associazione Mediterraneo con le sue belle cose mi sta dando moltissimo. A me piacerebbe stare meglio con le persone e dare di più.
La cosa più bella che ricordo, è quando ero piccola prima di chiudermi vedevo tutto meraviglioso, sorridevo sempre e amavo come una matta la vita, vorrei ricordarmi di quella Laura.
Di Laura.
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mercoledì 9 ottobre 2019
Come una farfalla
di Maria Michela Marrandino
Ti manderò un bacio e ti
volterai senza vedermi, io sarò lì e vorrei essere in una nuvola bianca,
seguirti ovunque tu andrai, non svegliarmi, vorrei vivere nel tuo respiro
mentre ti guardo muoio perché ti vedo riflessa nello specchio, dimmi dove sei,
se saprai starmi vicino e potremmo essere diversi dove il tempo si ferma e non
hai più il posto dove sei stato con i tuoi figli.
Non sono appartenente a questa
vita.
Mi sento come una farfalla. Se avessi le
ali per volare via dai miei pensieri, sentirmi come una piuma nel cielo, leggera nell’anima e
dentro mi sento felice. A volte sono triste...
mi sento diversa ma più forte, sento come se qualcuno mi avesse dato la forza
di andare avanti, ecco perche’ sto raccontando la mia storia immaginando di
essere leggera e volare come una farfalla o una piuma. Questa poesia va nel blog dell’associazione, è una
rivista, io non ho mai fatto una poesia, sono felice di poterci scrivere.
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martedì 1 ottobre 2019
Un piacevole ricordo
di Gasperini Virginia
Mi ricordo, qualche
tempo fa tramite il Corso di Operatore
Ambientale, decisi di partire, per la prima volta da sola, con l’aereo verso Londra;
assieme a me c’erano la mia professoressa d’inglese, suo figlio e quattro o
cinque ragazze della scuola del “Santo Spirito”di Livorno che al tempo
frequentavo. Era una vacanza-studio in un college bellissimo dove la mattina si
studiava la lingua inglese e il pomeriggio si girava per Londra con la nostra
insegnante che ci faceva da cicerone lungo le vie storiche di questa splendida
città.
La sera era dedicata tutta per noi: uscivamo dalle nostre stanze dove
albergavamo, situate all'interno del
college con destinazione discoteca, sempre all'interno del campus, tuttavia era
mio solito stare in disparte in queste occasioni in quanto all'epoca la mia timidezza predominava sulle mie decisioni e quindi su molte cose che mi capitavano,
una battaglia contro il mio carattere che dura tutt'oggi; se la discoteca non
andava passavamo le notti in stanza cantando e ridendo a più non posso varie canzoncine in lingua inglese. Durante la
gita abbiamo visitato: la strada dove c’era la libreria del film di “Nothing Hill”,
sono riuscita a vedere una delle ruote panoramiche più belle al mondo, siamo
entrati dentro il negozio di Disney-Store dove abbiamo preso oggetti carini
della Disney che ancora oggi conservo gelosamente, il Big-Bang, l’hard rock
caffè di Londra, siamo saliti su un bus a due piani scoperchiato ed uno sempre a
due piani che però c’era il tettino e altri posti mozzafiato. In quel luogo indimenticabile abbiamo conosciuto tre
ragazzi coetanei di origine francese che erano li per ampliare le proprie
conoscenze sulla lingua del paese ospite. Uno dei tre mi piaceva molto e le ragazze mi
spingevano per farmi avanti ma io, con la mia odiata timidezza, non riusci a
vivere quel bel momento con gioia e serenità, aprirsi agli altri è difficile
anche se la voglia di farlo è un martello persistente nella tua mente...
posso
dire però che il penultimo giorno a Londra mi convinsi e provai a cercarlo per
tutto il college ma lui, come il vento viene e se ne va, era andato via, verso
altre terre verso altre scoperte; quasi per consolazione alla situazione abbiamo fatto una foto con due
ragazzi anche essi carini. E’ stata un esperienza molto bella, anche perché
avevo l’opportunità di palare e quindi imparare meglio l’inglese con una
persona madre-lingua e alla fine del college ho avuto un attestato con valutazione
C, che equivale alla sufficienza. Se in futuro
avrò l’occasione di rifare un viaggio all'estero mi piacerebbe molto
parteciparvi, per me sarebbe come cogliere un’opportunità di scoperta, un
mettersi alla prova difronte al mondo insieme ad amici da ricordare come in
quel fantastico viaggio a Londra, stando sempre attenta a ciò che mangio, poiché
sono celiaca, quindi di non fare come, in un episodio più recente nel tempo nella struttura del “Palazzo della vigna” a Montioni con l’associazione
Mediterraneo, capitò che per poco non mi portavano all'ospedale a causa di una mattinata di
sonnolenza e un biscotto non adatto a me, ero imbarazzata per aver creato un po
di scompiglio e quindi le prossime mattine al suono della sveglia mi devo ricordare
che, quando non sono a casa mia, per prima cosa devo indossare sempre i miei
occhiali.
Mi ricordo, qualche
tempo fa tramite il Corso di Operatore Ambientale, decisi di partire, per la prima volta da sola, con l’aereo verso Londra; assieme a me c’erano la mia professoressa d’inglese, suo figlio e quattro o cinque ragazze della scuola del “Santo Spirito”di Livorno che al tempo frequentavo. Era una vacanza-studio in un college bellissimo dove la mattina si studiava la lingua inglese e il pomeriggio si girava per Londra con la nostra insegnante che ci faceva da cicerone lungo le vie storiche di questa splendida città.
La sera era dedicata tutta per noi: uscivamo dalle nostre stanze dove albergavamo, situate all'interno del college con destinazione discoteca, sempre all'interno del campus, tuttavia era mio solito stare in disparte in queste occasioni in quanto all'epoca la mia timidezza predominava sulle mie decisioni e quindi su molte cose che mi capitavano, una battaglia contro il mio carattere che dura tutt'oggi; se la discoteca non andava passavamo le notti in stanza cantando e ridendo a più non posso varie canzoncine in lingua inglese. Durante la gita abbiamo visitato: la strada dove c’era la libreria del film di “Nothing Hill”, sono riuscita a vedere una delle ruote panoramiche più belle al mondo, siamo entrati dentro il negozio di Disney-Store dove abbiamo preso oggetti carini della Disney che ancora oggi conservo gelosamente, il Big-Bang, l’hard rock caffè di Londra, siamo saliti su un bus a due piani scoperchiato ed uno sempre a due piani che però c’era il tettino e altri posti mozzafiato. In quel luogo indimenticabile abbiamo conosciuto tre ragazzi coetanei di origine francese che erano li per ampliare le proprie conoscenze sulla lingua del paese ospite. Uno dei tre mi piaceva molto e le ragazze mi spingevano per farmi avanti ma io, con la mia odiata timidezza, non riusci a vivere quel bel momento con gioia e serenità, aprirsi agli altri è difficile anche se la voglia di farlo è un martello persistente nella tua mente...
posso dire però che il penultimo giorno a Londra mi convinsi e provai a cercarlo per tutto il college ma lui, come il vento viene e se ne va, era andato via, verso altre terre verso altre scoperte; quasi per consolazione alla situazione abbiamo fatto una foto con due ragazzi anche essi carini. E’ stata un esperienza molto bella, anche perché avevo l’opportunità di palare e quindi imparare meglio l’inglese con una persona madre-lingua e alla fine del college ho avuto un attestato con valutazione C, che equivale alla sufficienza. Se in futuro avrò l’occasione di rifare un viaggio all'estero mi piacerebbe molto parteciparvi, per me sarebbe come cogliere un’opportunità di scoperta, un mettersi alla prova difronte al mondo insieme ad amici da ricordare come in quel fantastico viaggio a Londra, stando sempre attenta a ciò che mangio, poiché sono celiaca, quindi di non fare come, in un episodio più recente nel tempo nella struttura del “Palazzo della vigna” a Montioni con l’associazione Mediterraneo, capitò che per poco non mi portavano all'ospedale a causa di una mattinata di sonnolenza e un biscotto non adatto a me, ero imbarazzata per aver creato un po di scompiglio e quindi le prossime mattine al suono della sveglia mi devo ricordare che, quando non sono a casa mia, per prima cosa devo indossare sempre i miei occhiali.
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