Di Alba
Abito a
Livorno da qualche anno e la mia casa si trova proprio di fronte al mare;
nonostante in molti mi abbiano fatto conoscere i nomi dei venti non riesco
ancora a distinguerli, forse perché sono tanti e forse perché cambiano
rapidamente direzione! Essi hanno però un fattore in comune: sporcano gli
infissi e i vetri. Nei giorni scorsi soffiava fortissimo il Libeccio che,
alternandosi al Maestrale, agitava il mare e faceva ondeggiare le navi e le
barche in maniera spaventosa. Durante la notte non sono riuscita a chiudere
occhio a causa di questo concerto “diretto” da Eolo, un’orchestra fatta di onde
che si infrangono sugli scogli e di venti che penetrano in ogni fessura e in
ogni spiffero. Fuori poi potevo sentire i sordi suoni degli oggetti che, spinti
dal vento, cadevano e si rovesciavano. Così, immersa in questo caos, la mia testa
ha iniziato a partecipare alla “sinfonia” alla velocità del vento. Un turbinio
di pensieri più o meno collegati tra loro mi ha attraversato il corpo ed ho
sentito che ognuno di loro proveniva da una direzione differente.
La mia mente è così andata a ripescare i ricordi di alcuni
giorni prima, giorni in cui mi ero sentita molto inquieta e in cui avevo avuto
delle strane sensazioni che ormai non riesco più a riconoscere molto bene:
sensazioni che hanno dato una svolta al mio umore. Mi spiego: quando sto
vivendo un periodo di intensa stanchezza fisica e mentale, di pigrizia e di
monotonia, ma in una globale serenità, mi capita di percepire, quasi
all’improvviso, una sorta di “viraggio” repentino del mio carattere. La mia
serenità si trasforma in malumore ed intolleranza verso tutto e tutti, mi viene
voglia di urlare, di picchiare e di fuggire via lontano. Spesso tutto ciò è
causato dal brutto tempo e dal vento, dalla pioggia e dai temporali tutti intorno a me. Con la mia
mente volta a questi pensieri, ho riflettuto su tanti brutti episodi tristi e
drammatici che si sono verificati in tutto il mondo e che non sembrano avere
fine. La violenza “cieca” delle persone sui simili, sugli animali, sulle cose
altrui, sta dilagando in modo esagerato e incomprensibile e forse una delle
tante spiegazioni può risiedere in ciò che ho appena scritto. Non molto tempo
fa ho letto qualcosa a proposito delle maree e ricordo di aver scoperto con meraviglia
come esse siano influenzate dai movimenti della Luna (alcuni ritengono anche
che la posizione di altri corpi celesti e la loro posizione al momento della
nascita possa aver influenze sull’innalzamento e sull’abbassamento delle maree).
È noto certo a tanti inoltre che nei giorni che precedono il plenilunio si è
più inquieti ed è più faticoso addormentarsi, d’inverno poi il sole illumina e
riscalda di meno, le ore di luce sono più brevi e l’alimentazione è più ricca
di grassi, di dolci e di schifezze varie che forse assumiamo inconsapevolmente
nella vana illusione di consolare le nostre delusioni, di riscaldare il cuore e
di riempire i vuoti causati dalla solitudine. Tutto ciò si ripercuote sul
fisico e sulla mente e porta gli individui ad essere e a sentirsi “diversi”,
meno lucidi, più cupi o a perdere la calma e il controllo. Persone solitamente tranquille
diventano irrequiete, persone rispettose e rispettabili si trasformano in
esseri gretti e ignobili. Ma i tanti mutamenti naturali che avvengono di
continuo non sono anche influenzati dall’uomo e forse in maniera tanto negativa
e tanto maggiore? Il “naturale” che diventa “innaturale” contro natura.
Progresso, tecnologia, computer e cellulari, quanto sono realmente positivi? E
quanto negativi? Auto, fabbriche, traffico, quanto positivi? Quanto negativi? Spesso
dovremmo fermarci e riflettere su ciò che realmente dovremmo apprezzare; godiamo
di ciò che c’è di meraviglioso intorno a noi, di tutto ciò che di unico e
irripetibile la natura ci fa dono di continuo: la vita!
Evitiamo di essere
autolesionisti, cominciamo dal voler bene a noi stessi e se da soli non
riusciamo a risolvere un problema o a trovare una soluzione, non indugiamo, non
perdiamo tempo e chiediamo aiuto a qualcuno: un amico, un conoscente, un
sacerdote, un medico. Non deve esserci vergogna, non bisogna sentirsi inferiori
o deboli, anzi dobbiamo renderci conto come l’individuazione del problema e
questo lotta per risolverlo sia per noi una vera e propria vittoria! Volendo
bene a noi stessi possiamo volere bene agli altri, saremo ricambiati e la vita
ci sorriderà! Ammiriamo un tramonto, ammiriamo lo sbocciare di un fiore e questo
ci rincuorerà di tante brutture. Ci appagherà totalmente e dato che il nostro
cervello è elastico, quando siamo tristi, pensiamo a qualcosa di simpatico, di
comico, abbozziamo un sorriso e la tristezza si trasformerà in serenità e la
serenità ci contagerà come una risata. Saluti da Alba, un’erbivora che rumina con il cervello e con il cuore.
Foto di Andrea Dani |