Durante il periodo nelle medie,
conobbi nuovi amici, tra cui un’altra ragazza di nome Sara, poi Michael, Andrea,
Mirco e Leonardo L’imbranato. Purtroppo mi feci anche un “nemico”; si chiamava
Gianluca e mi tormentava con i suoi dispetti. Tutti i miei compagni, me
compreso erano “casinisti”, ci prendevamo sempre a botte, ma con loro conservo
anche dei bei ricordi, come quello di quando, nel 2001, tutti insieme iniziammo
a saltare tra i banchi per la promozione del Livorno in serie B. I professori
erano disperati, eravamo una classe davvero confusionaria e da parte mia posso
dire di essere stato un vero e proprio ribelle con poca voglia di studiare e
non ci fu di certo da meravigliarsi quando a fine anno la scuola decise di
bocciarmi. Avevo trasgredito ogni regola possibile e mi ero comportato davvero
male, una volta ruppi addirittura due dita al povero Gianluca così il preside
decise di sospendermi per tanti giorni quante erano le dita che avevo rotto.
Mio padre non si arrabbiò più di tanto, ma fu molto dispiaciuto del mio
comportamento. Io imperterrito però avevo continuato a fare le mie marachelle
in tutta la scuola. Durante l’ora di musica, stonavo intenzionalmente con il
flauto per far arrabbiare l’insegnante e durante l’ora di matematica una volta
presi in giro la professoressa, suscitando l’ilarità di tutti i miei compagni,
ma beccandomi anche un rapporto. E così, come ho già detto, al termine di
quell’anno fui bocciato e fui trasferito in un’altra classe con altri compagni
decisamente più tranquilli. Qui mi fu affiancato un’insegnante di sostegno poiché
potevo trovare difficoltà nel rapporto con loro. Conobbi così i miei nuovi
amici, Antonio, Tito, Fidelis, Federico, Gabriele, il mitico Alessio, Shady e
una povera ragazzina di nome Selene che soprannominammo “la strega di Blair”.
lunedì 11 aprile 2016
La Vita Secondo il Pera: Seconda Parte
Di Michael Perini
Come si può ben immaginare la bambina non era un gran bellezza, ma era
innamorata di tutti i ragazzi, persino di me e una volta, dato che iniziavo a
non sopportarla più, le tirai una squadra sulla fronte e tutti i miei compagni
si misero a ridere: ero proprio una peste. Anche in questa classe avevo
un’insegnante di sostegno molto simpatica che mi insegnò alcune frasi
divertenti come "amore spicchio d'aglio come ti vedo mi travaglio",
frase che poi dissi a Selene per farla piangere. Io e il mio amico Antonio ne
combinavamo di tutti i colori, ma ad un certo punto mi toccò iniziare a
studiare seriamente e così passai in seconda media. Le ragazzate non
terminarono di certo qua e tra una birboneria e l’altra i miei compagni mi
soprannominarono “il Pera”. Gli anni delle medie furono
spensierati e divertenti ma il 19 marzo del 2003 tutto terminò all’improvviso
perché mio padre morì. Abitava in uno stabile in via
Giordano Bruno e alcuni giorni prima della sua morte gli inquilini sostennero
di aver sentito odore di gas. Vennero così i controlli, ma non rilevarono alcun
danno o problema.Quando però quella
sera mio padre se ne andò a letto un’esplosione distrusse l’intero stabile e
lui ne rimase vittima. Fu una vera disgrazia ma anche un mistero perché nessuno
seppe mai quale fu la causa dell’esplosione. Alcuni incolparono mio padre
stesso ma col tempo i giornali smentirono questa teoria e chi conosceva mio
padre sapeva che non avrebbe mai fatto o pensato ad una cosa del genere. Io rimasi sconvolto e la mia nonna
paterna entrò in una crisi depressiva. Non potevo più stare con lei e mia madre
mi fece andare alla comunità terapeutica adolescenziale del Delfino dove abitai
per un anno e mezzo. Lì stetti bene ma una volta un infermiere mi picchiò perché
gli avevo dato un morso, così fu cacciato dalla comunità. Qui conobbi anche il
mitico Luca Marcaccini grazie al quale
riuscii a vivere “Hakuna Matata” (senza pensieri). Il sole era tramontato su
mio padre ma sarebbe risorto con me come nuovo erede della famiglia Perini.
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