lunedì 11 aprile 2016

La Vita Secondo il Pera: Seconda Parte

Di Michael Perini

Durante il periodo nelle medie, conobbi nuovi amici, tra cui un’altra ragazza di nome Sara, poi Michael, Andrea, Mirco e Leonardo L’imbranato. Purtroppo mi feci anche un “nemico”; si chiamava Gianluca e mi tormentava con i suoi dispetti. Tutti i miei compagni, me compreso erano “casinisti”, ci prendevamo sempre a botte, ma con loro conservo anche dei bei ricordi, come quello di quando, nel 2001, tutti insieme iniziammo a saltare tra i banchi per la promozione del Livorno in serie B. I professori erano disperati, eravamo una classe davvero confusionaria e da parte mia posso dire di essere stato un vero e proprio ribelle con poca voglia di studiare e non ci fu di certo da meravigliarsi quando a fine anno la scuola decise di bocciarmi. Avevo trasgredito ogni regola possibile e mi ero comportato davvero male, una volta ruppi addirittura due dita al povero Gianluca così il preside decise di sospendermi per tanti giorni quante erano le dita che avevo rotto. Mio padre non si arrabbiò più di tanto, ma fu molto dispiaciuto del mio comportamento. Io imperterrito però avevo continuato a fare le mie marachelle in tutta la scuola. Durante l’ora di musica, stonavo intenzionalmente con il flauto per far arrabbiare l’insegnante e durante l’ora di matematica una volta presi in giro la professoressa, suscitando l’ilarità di tutti i miei compagni, ma beccandomi anche un rapporto. E così, come ho già detto, al termine di quell’anno fui bocciato e fui trasferito in un’altra classe con altri compagni decisamente più tranquilli. Qui mi fu affiancato un’insegnante di sostegno poiché potevo trovare difficoltà nel rapporto con loro. Conobbi così i miei nuovi amici, Antonio, Tito, Fidelis, Federico, Gabriele, il mitico Alessio, Shady e una povera ragazzina di nome Selene che soprannominammo “la strega di Blair”.
Come si può ben immaginare la bambina non era un gran bellezza, ma era innamorata di tutti i ragazzi, persino di me e una volta, dato che iniziavo a non sopportarla più, le tirai una squadra sulla fronte e tutti i miei compagni si misero a ridere: ero proprio una peste.  Anche in questa classe avevo un’insegnante di sostegno molto simpatica che mi insegnò alcune frasi divertenti come "amore spicchio d'aglio come ti vedo mi travaglio", frase che poi dissi a Selene per farla piangere. Io e il mio amico Antonio ne combinavamo di tutti i colori, ma ad un certo punto mi toccò iniziare a studiare seriamente e così passai in seconda media. Le ragazzate non terminarono di certo qua e tra una birboneria e l’altra i miei compagni mi soprannominarono “il Pera”. Gli anni delle medie furono spensierati e divertenti ma il 19 marzo del 2003 tutto terminò all’improvviso perché mio padre morì. Abitava in uno stabile in via Giordano Bruno e alcuni giorni prima della sua morte gli inquilini sostennero di aver sentito odore di gas. Vennero così i controlli, ma non rilevarono alcun danno o problema.Quando però quella sera mio padre se ne andò a letto un’esplosione distrusse l’intero stabile e lui ne rimase vittima. Fu una vera disgrazia ma anche un mistero perché nessuno seppe mai quale fu la causa dell’esplosione. Alcuni incolparono mio padre stesso ma col tempo i giornali smentirono questa teoria e chi conosceva mio padre sapeva che non avrebbe mai fatto o pensato ad una cosa del genere. Io rimasi sconvolto e la mia nonna paterna entrò in una crisi depressiva. Non potevo più stare con lei e mia madre mi fece andare alla comunità terapeutica adolescenziale del Delfino dove abitai per un anno e mezzo. Lì stetti bene ma una volta un infermiere mi picchiò perché gli avevo dato un morso, così fu cacciato dalla comunità. Qui conobbi anche il mitico Luca Marcaccini  grazie al quale riuscii a vivere “Hakuna Matata” (senza pensieri). Il sole era tramontato su mio padre ma sarebbe risorto con me come nuovo erede della famiglia Perini.

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