Di Franco Razzauti
Fonte: http://www.sightunseen.com/2011/04/achille-is-watching-us/ |
Mi chiamo Franco, Frank per gli amici più cari, ma oggi non
voglio parlare di me stesso, ma delle mie piccole cose, i miei “oggetti”. Sono
quelli che mi accompagnano durante la giornata, quelli con cui ci gioco. Uno di
questi è il mio cellulare, che è costato diciannove euro, ma non a me, ma alla
mia amica Paola, in un negozio di piazza XX Settembre, in un caldo pomeriggio
d’Agosto. Dovevo partire per Firenze, quel giorno, e Paola diceva che avevo
bisogno di un cellulare. Mi trascinò, si può dire, in questo negozio di
elettronica, e mi fece scegliere quello più adatto a me. Io le ho fatto
comprare quello più semplice, senza internet e solo con la possibilità di fare
chiamate, di riceverne di mandare e ricevere messaggi e fare foto e piccoli
video. Con questo cellulare chiamo i miei amici, specialmente Massimo e
Arnaldo, che considero più che altro un fratello. Un altro oggetto importante
per me sono gli occhiali, neri, con le stanghette di metallo dentro una guaina
plastificata nera anch’essa. Le due lenti si uniscono con un magnete, gli
occhiali costano tre euro e novanta centesimi perché gli ho comprati a basso
prezzo dai cinesi. Quando li portai a casa ero tutto contento e lo dissi a mio
fratello. Ma lui mi raffreddò l’entusiasmo perché, diceva, quegli occhiali mi
avrebbero fatto dolere la testa. Invece questo non è fortunatamente successo.
Basta così, adesso non voglio scrivere altro ma tanto avete capito: la mia
vita, dopo, purtroppo, la morte dei miei genitori, scorre con queste piccole
storie fatte di piccole e piccolissime cose, alle quali mi appoggio come i
sostegni che ci sono nei bus per compensare il tempo che scorre via rapidamente
come un fulmine.
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