lunedì 19 febbraio 2018

La bugia è dentro di noi

La Redazione

E se la menzogna fosse una peculiarità dell’essere umano? La lettura della prefazione del libro “Nati Bugiardi” di Ian Leslie si è rivelata un ottimo pretesto per approfondire tale argomento e ci ha dato la possibilità di affrontare una lunga discussione che, arricchitasi dal confronto del nostro pensiero, è esplosa in un contatto quasi fisico poiché pregno di emozioni e di parole espresse attraverso la voce dell’esperienza.
Leslie sostiene che ognuno di noi menta, non ci interessano le circostanze o le motivazioni, si tratta di un atto intrinseco, un atto che appartiene ad ogni uomo o donna, un atto che apre le porte dell’integrazione sociale e le porte sempre più nascoste del nostro mondo interiore.
L’intero dibattito si è sviluppato attorno a questi due temi e accantonati con non poca difficoltà i comodi e decisamente più rassicuranti pensieri che le menzogne rivelassero il più delle volte il nostro lato negativo o che fossero soltanto un mezzo grazie al quale poter nascondere la verità, abbiamo affrontato il concetto e ammirato, quasi ci trovassimo di fronte ad una bestia rara, le sue innumerevoli sfaccettature; la bugia infatti può aiutarci nelle relazioni quotidiane, ma allo stesso tempo rischia di imprigionarci in un mondo dove il reale perde il suo limite mischiandosi con l’irreale, a prescindere dal fatto che siano gli altri o proprio noi stessi i destinatari della menzogna.
La domanda che ci siamo posti è stata chi fra tutti noi mentisse e con quale frequenza, ma l’istinto naturalmente, per lo meno nelle fasi inziali, ci ha fatto negare una confessione di quotidiana slealtà di tale portata. Tuttavia è bastata una piccola riflessione per farci capire e ammettere con un assordate e imbarazzato silenzio, come un semplice “Bene” in risposta ad un “Ciao, come stai?” possa nascondere innumerevoli significati e rappresenti il risultato di quella complessa equazione che sono i rapporti umani. Svogliatezza, fretta o mancanza di fiducia, qualunque sia l’emozione legata alla nostra bugia, non possiamo non notare l’aiuto materiale che la banalità di una risposta evasiva ci offre nelle relazioni con gli altri. Si tratta di un comportamento che ai nostri occhi spesso passa inosservato, ma non esiste persona al mondo che non ne faccia utilizzo.
Lo facciamo per evitare discussioni che temiamo o più semplicemente non abbiamo voglia di affrontare, ma anche per alimentare una conversazione ed è per questo che alla domanda “Hai mai preso l’aereo?”, magari posta da una persona su cui vogliamo far colpo, può capitare di rispondere di sì, aggiungendo perfino affascinanti dettagli sulla nostra fantomatica esperienza, finendo così per mentire sapendo di mentire. Per quanto tali ammissioni possano sconvolgere è bene ricordare come le menzogne a cui ci riferiamo non abbiamo come fine quello di danneggiare o ingannare chi ci sta di fronte, ma bensì quello di sostenerci e renderci più semplice il raffronto con gli altri: non ci scandalizziamo quindi ad ammettere come la menzogna sia alla base di ogni relazione sociale.
Quindi chi sa mentire bene e di più vive meglio? No, secondo le nostre personali riflessioni, ma sicuramente coloro che si rapportano meglio con le bugie riescono di conseguenza ad avere migliori rapporti con gli altri. Questo è il “lato positivo” della bugia che poco a poco siamo riusciti ad intravedere nelle relazioni con gli altri, ma d’altro canto, se per paura, per difesa o per non nascondere un lato di noi stessi di cui abbiamo timore, ci troviamo a mentire alla persona che vediamo tutti i giorni nello specchio arrivando persino ad omettere o controllare con una sorprendente freddezza le nostre parole, l’approdo a cui potremmo giungere potrebbe rivelarsi dilaniante.
Source: https://lifehacker.com/what-to-do-when-your-kid-lies-to-you-1731423315
Mentire per tutelare le nostre insicurezze serve solamente ad alimentare quel parassita che sono le nostre paure e che col trascorrere dei giorni arriverà a trascinarci e imprigionarci in una gabbia cupa e buia dove inevitabilmente finiremo per perdere il contatto con la realtà.
Il nostro mondo così si lega indissolubile alla bugia, ormai divenuta un’oscura presenza che avrà reso il mondo che ci sta attorno confuso e distorto.
Per quanto situazioni del genere possano sembrarci bizzarre, stravaganti e lontane da noi, alcuni hanno avuto il coraggio abbattere questi pregiudizi e di ammettere, soprattutto a se stessi, come questi caotici stati d’animo abbiano influenzato (o tutt’ora stiano continuando a farlo) la loro vita. Adesso è l’esperienza a parlare
Chi ha vissuto in gabbia, al buio, trova soluzione nella fiducia o a ricredere nuovamente nella fiducia, verso chi con mano e presenza offre la possibilità di poter parlare, di liberarsi dal peso della solitudine, da muri fatti di paure, di timori legati al giudizio su ciò che siamo o di essere puniti per ciò che facciamo”.
Riuscire a vedere uno spiraglio di luce in quel buio piccolo, soffocante ed infinito è comunque possibile e vi si riesce se siamo disposti a dar credito, fare affidamento e a dare una nuova speranza a se stessi e agli altri, siano essi medici, familiari o amici in maniera da riprendere in mano la propria vita “liberandoti con un sospiro profondo espirandolo con divenuta e sognata leggerezza”.
Accettare e chiedere sostegno a chi ci tende la propria mano ci aiuta ad essere sinceri con se stessi; è così che possiamo abbattere le barriere che noi stessi creiamo, riscoprendo il contatto umano. Non dobbiamo avere paura di rivelarci perché aiutarsi è farsi aiutare.
In conclusione possiamo dire e vogliamo ricordare non solo che esistono molti tipi di bugie, ma soprattutto che la bugia esiste in ogni aspetto della nostra quotidianità, sia essa positiva o confinante e tentando di negarlo non faremmo altro che confermare questa teoria. Tutti mentiamo, ma l’importante, secondo noi, è riuscire a delimitare e controllare, sia negli altri che nei nostri confronti, questo importante mezzo di comunicazione.
Questo articolo è ciò che il nostro “dibattito d’esperienza” ha prodotto; sono stati gli input ricevuti, le parole tremolanti e i pensieri tramutati in discorsi forti e risoluti a generare questo confronto di bugiardi che, chi con fiato chi con sguardi, per poco si è spogliato della sua essenza, cioè di essere un “Nato Bugiardo”.

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