lunedì 11 maggio 2015

Cosa significa essere giovani?

Di Enrico Longarini

Come ogni anno il soggiorno a Montioni porta con sé lunghe escursioni nella natura, navigate per mare e momenti di svago e distrazione dalla routine quotidiana. Nonostante ciò, obiettivo primario del progetto rimane quello di favorire l’unione e l’integrazione tra persone che hanno sofferto di alcuni disturbi di salute mentale e gli studenti delle scuole superiori di Livorno e Provincia affinché sia perpetrato e alimentato quel processo di lotta allo stigma sociale che personalità ben più importanti di noi hanno portato avanti nel corso della storia.
Quest’anno ho avuto modo di partecipare per la seconda volta a questa esperienza, ma a differenza della precedente, stavolta mi sento obbligato ad avanzare alcune critiche; tenuto sempre presente l’obiettivo principale che il progetto dovrebbe perseguire credo che quest’anno l’esperienza di soggiorno a Montioni non sia riuscita a svolgere appieno il suo compito di unificazione. Certo, vi sono stati problemi legati alla logistica che non hanno facilitato il compito delle aspiranti guide e momenti in cui qualche utente non si è sentito bene (aspetto naturalmente drammatico, ma che può aver reso gli studenti più consapevoli del disagio che alcune persone provano durante la loro vita), nonostante ciò credo che il problema principale sia stato la relazione utenti-studenti. Personalmente ho riscontrato evidenti difficoltà sia da parte degli utenti che degli studenti ad allacciare qualsiasi tipo di legame o rapporto sia fuori dalla struttura che dentro, ovvero sia durante lo svolgimento delle attività che durante i momenti di riposo, così ho ascoltato ciascuna delle due parti al fine di evidenziare la causa di tali problematiche. Ciò che subito è emerso è stato il fatto che entrambi rilevassero nella differenza di età tra studenti ed utenti la ragione principale delle difficoltà a relazionarsi, i primi non sapevano come comportarsi con persone adulte (e percepite a mio avviso come “diverse”), mentre i secondi temevano di non sapersi relazionare con ragazzi molto più giovani di loro e magari di annoiarli con le loro storie.  
Per quel che mi riguarda ritengo che ciascuno abbia commesso degli errori (se di errori si può parlare), ma con tutto il rispetto mi permetto di criticare, naturalmente a fin di bene, gli utenti che hanno trascorso con me questo turno a Montioni. Ci troviamo ad avere a che fare con ragazzi giovani di conseguenza è necessario, affinché la relazione produca benessere e salute, che i primi ad essere “giovani” siate proprio voi. Essere giovani significa essere attivi e intraprendenti; come possiamo anche solo sperare che un ragazzo o una ragazza adolescente si avvicini a noi se ci vede costantemente svogliati e annoiati? Non facciamoci ingannare, l’essere giovani non dipende esclusivamente dalla nostra età, esso è una condizione mentale, inoltre mantenendoci energici ed attivi possiamo riuscire a costruire sani rapporti con chi ci sta attorno, siano essi i nostri amici più cari, che dei ragazzi che non abbiamo mai visto prima. Essere giovani è salutare per se stessi e per gli altri. 

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