martedì 22 settembre 2020

Nessun luogo è lontano

 Data astrale 18 Settembre 2020.

Ormai abbiamo deciso che dobbiamo andare, partire, affrontare, lasciar andare qualcosa, abbassare le difese solo così possiamo assaporare il piacere di condividere e vivere tutti unitamente questa esperienza con i nostri compagni di viaggio afferrando la vita e accompagnandola per mano.

Durante la traversata, sono stati visti un paio di delfini, ma non siamo riusciti a riprenderli, causa la lontananza della barca e del crepuscolo che avanzava.


Sono le 23,00 e contrariamente a quanto previsto e programmato non è stato possibile ormeggiare in porto a causa dei posti barca esauriti; abbiamo quindi deciso di deviare per la Cala del Moreto, dove si è gettata l'ancora per passarci la notte. A causa del mancato attracco al porto di Marina di Capraia, non siamo potuti scendere a terra per fare le foto al cielo notturno, quindi si è solo potuto osservarle dalla Cala mentre il dondolio del mare ci cullava.

Questo meraviglioso panorama è stato più volte percorso da stelle cadenti; durante l'osservazione del cielo stellato, c'è stata un pò di spiegazione di geografia astronomica come per esempio saper riconoscere il polo Nord con l'aiuto delle costellazioni, è stato anche descritto come distinguere l'età di una stella dal loro colore, quelle più giovani hanno un colore bianco celeste, mentre quelle più vecchie sono giallo rossastro e come identificare un pianeta da una stella.

Abbiamo cenato con fagioli e wurstel apprezzati da tutti quanti noi, anche se qualcuno poi ha avuto un pò di mal di mare: pensierino della sera " che bello stare senza zanzare "e accompagnati da un'altro pensiero che ci passava nella mente....

 " chissà domani come sarà il famigerato sentiero dello Zenobito? ".  

Battutina serale, alcuni di noi hanno lasciato una lettera testamento in caso di decesso durante il percorso.

La notte è passata abbastanza tranquilla e la mattina seguente ci siamo svegliati di buon grado, pronti ad affrontare questo nuovo traguardo che metterà in risalto la nostra volontà di arrivare fino in fondo.

Sbarcati sulla spiaggetta sassosa della Cala, si è presentato davanti ai nostri occhi il percorso parecchio


accidentato, che noi abbiamo subito ribattezzato " la Mulattiera " o " il sentiero delle capre tibetane " a causa dell 'impervia salita iniziale.

Questo fuoripista non segnalato, ci ha causato qualche problema, come per esempio non riconoscere il viottolo segnato qualche settimana prima per facilitarci a noi il percorso e questo malinteso ci ha rallentato di circa un'ora sulla tabella di marcia. 

Da notare dopo circa due ore e mezza di salita, la tenacia delle persone che nonostante l'evidente fatica causata da un sentiero scosceso, non si sono demoralizzate tanto meno abbattute, anche se col passare dei minuti, il gruppo ha subito una specie di divisione, una separazione di qualche decina di metri, che durante il percorso si sono più volte riuniti.


Per raggiungere la meta finale, il Porto, dove ci attendeva la nostra Sambac, abbiamo sofferto specialmente nell'ultima ora, alcuni problemi fisici legati al fatto che eravamo in marcia da più di cinque ore sotto il sole: alcuni di noi hanno denunciato dei crampi alle gambe e di affaticamento generale, compensato però alla fine di vedere il paese ormai vicino e la sosta ristoratrice ad un bar del paese ci ha rimesso il sorriso sulle labbra.

Una volta saliti in barca abbiamo ripreso la rotta per Livorno e verso la fine del viaggio, è calato al vedere il porto, una sorta di silenzio tra di noi, probabilmente ognuno ripensava alla crociera appena finita e come sarebbe stato il rientro per ognuno di noi.

Ultimo pensierino prima di rientrare a Livorno, durante il tragitto di ritorno; abbastanza stanchi dopo essere stati provati da quasi sette ore del sentiero-mulattiera, chi con i piedi doloranti, chi con le gambe


un pò molli, chi con un ginocchio sbucciato da una caduta, rientriamo a casa con un esperienza in più, un altro traguardo raggiunto anche se stavolta la fatica si è fatta sentire, con dentro di se l'idea di aver raggiunto interiormente una bella vittoria morale, essere arrivati tutti quanti in fondo all'avventura, ognuno portandosi dietro un bagaglio di emozioni e di paure, stemperate durante il cammino ogni qual volta ci si fermava a riprendere fiato, guardandoci in faccia e mentalmente dicendoci, "forza che ce la facciamo".

Alfredo e Sara

lunedì 21 settembre 2020

Una fantastica giornata in mare

Eravamo: il Pini, l'aiutante Giorgio, Fabrizio e una ragazza nuova che si chiama Bianca Maria. Sono arrivata al molo di Livorno alle 13 non sapendo quale fosse la barca e quindi ho chiamato il grande capo, ero ansiosa di partire e di staccare dalla routine  quotidiana e familiare. Inizialmente avevo paura di cadere in acqua dopo essere stata tanto tempo senza salirci, l'ultima volta ero salita con due ragazze della mediterraneo: Sabrina e Marina. Ho attraversato, per salire, sopra un asta di legno appoggiata alla barca e alla banchina dove sotto di essa si trovava il gommone, incredibilmente ce l'ho fatta ma, per muovermi, mi muovevo col culo; infatti mi sono un pò incrociata la gamba e l'altra l'ho allungata.

Appena partiti, invece di rilassarmi, mi è venuto il mal di testa a causa di una ragazza che mi parlava come fosse una radiolina...è stata tutto il tempo a parlare. In barca sono stata bene a parte la paura di sbilanciarmi, perché in barca non esiste lo schienale su cui appoggiarsi. Provavo ad andare indietro e non c'era niente su cui appoggiarmi e infatti mi reggevo agli oggetti presenti in barca per non cadere, in oltre questa ragazza chiacchierona mi mandava nel panico nel fare le cose come togliere la maglietta ma lei me la tirava indietro e via dicendo. Il nostro capo, Paolo Pini, visto che non ero mai scesa sotto coperta mi ha accompagnato, assieme alla nuova ragazza, ed ho scoperto che è abbastanza grande visto che c'è all'interno: un fornellino, un mini-frigo, delle brandine per riposare o andare a letto e un bagno 

piccolo per far i bisogni. Per scendere ci sono cinque o sei scalini tutti ripidi ed io mi reggevo al Pini e alla scala, avevo le gambe rigide che per me, che non ho le gambe buone, lo sforzo da fare è maggiore. Spero di tornare in barca per starci tre o quattro ore come Venerdì scorso, possibilmente senza farmi salire il mal di testa ma in crociera non posso andare per via delle mie gambe. Su un muretto, all'entrata del porto, abbiamo visto la statua della Madonna del mare e ci abbiamo girato intorno. Il viaggio mi é piaciuto abbastanza anche se è stato breve e siamo andati solo a motore senza vela. Spero presto in una nuova avventura in mare.

Virginia Gasperini.

giovedì 17 settembre 2020

Impressioni di Settembre

 Eccoci dunque ad una nuova, seppur breve, avventura sul " grand Bleu ", dove saranno uniti il mare, con il suo viaggio e la terra, con il sentiero dello Zenobito, che attraversa tutta l'isola della Capraia.

E come tutte le volte che si riempie una borsa di oggetti personali preparandoci ad affrontare un nuovo viaggio, anche questa volta metterò nel borsone un pò di esperienza in più, un pò di sudore in più, un pò di nuovi stimoli che mi permetteranno di vivere questa crociera in barca con un nuovo entusiasmo e  con nuovi traguardi da raggiungere, con un sorriso e una goccia di sudore.

Sono pronto dunque ad affrontare questa nuova sfida insieme ai miei compagni di viaggio che dovranno sopportare questo mio carattere, a volte pure insopportabile pure a me, a volte fin troppo tranquillo, ma è caratteristica del mio segno, lo Scorpione, avere questa dualità, nel bene o nel male, anche se tutto è in effetti, molto relativo.

L'attesa del viaggio, la preparazione della borsa, il ricordarsi di mettere dentro tutto quello che ti può servire, dal cambio alla macchina fotografica, per me è un rituale che preparo almeno un giorno prima e che poi puntualmente, nel corso delle ore, la borsa la riapro e ricontrollo maniacalmente se ho messo tutto dentro, sempre con quel sottile sentore di aver dimenticato qualcosa.

di seguito l'attesa al Molo Mediceo degli altri compagni di avventura, stempera in me, la tensione che accumulo durante le ore precedenti alla partenza, vedendo nella Sambac, una fuga dai problemi quotidiani.

E come per magia, la passerella di legno che faccio per salire a bordo della barca, è come un interruttore che mi stacca la corrente dei pensieri che accumulo durante l'arco della giornata; salirci sopra mi sgombra dalla mente i pensieri, i problemi e i dubbi che mi porto quotidianamente dietro.

La vela spiegata, quando la brezza del vento lo permette, è per me come se la mia mente si aprisse improvvisamente e diventasse tutt'uno con l'imbarcazione, con le onde che si infrangano sulla chiglia della barca che corre verso il grande blù.


Libera, dalla catena che la teneva ormeggiata nel porto, come la barca, la mia mente, i miei pensieri corrono liberi sul mare e metaforicamente la mia anima si fonde con i due grandi blù, il mare e il cielo infinito.

Naturalmente ci sono altri momenti di condivisione, come lo scambiarci le opinioni della crociera, il preparare il pranzo o la cena con le altre persone intorno ai fornelli, l'uscita serale, quando dopo aver attraccato la Sambac nel porto, si esce insieme per condividere un caffè o un gelato e per altri andare a trovare un luogo appartato e buio dove ammirare l'immensità del cielo sopra le nostre teste.

E le giornate scorrono veloci come i nostri pensieri, ti godi il tramonto cenando fuori sulla plancia della barca o se sei mattiniero come lo sono io, ti alzi a vedere l'alba che sul mare è sempre una cosa spettacolare, passi la mattina che è un soffio e ti ritrovi il pomeriggio, come succede a me, a pisolare un quarto d'ora sulla tua brandina, cullato dal moto delle onde mentre magari si va verso una nuova destinazione.

E quando è il momento di rientrare e incominci ad intravedere sulla costa le case e i posti che ti sono familiari, ti assale sempre un momento particolare di nostalgia, pensi che quei giorni sono passati lievi e veloci come il vento sulla vela, guardi la tua borsona, il volto delle altre persone e infine ti giri ad osservare per l'ultima volta la scia bianca della barca che traccia sul mare, ma in fondo ringrazi, il tuo Dio o altro ancora per aver passato in serenità questi momenti che vorresti non finissero mai. 

Alfredo.



           

giovedì 10 settembre 2020

La Smielatura presso Montioni del 22 Agosto 2020

Venerdì 21 Agosto 2020, un gruppo di persone autogestite sono partite da Livorno con il treno per Campiglia Marittima e sul posto hanno trovato il furgone della Salute Mentale di Montioni che l'attendeva per portarli a destinazione.
Invece il giorno dopo, un paio di persone autogestite hanno raggiunto autonomamente il luogo con il proprio mezzo.

Il gruppo di persone che sono arrivate venerdì pomeriggio, hanno ricevuto una bella impressione da parte delle persone del posto, vedi Ania, Lorenza, Giuliana e il cuoco Fabrizio e hanno cenato insieme nel salone del Palazzo del Vigna, trovando in queste persone, non solo calore ma anche uno scambio reciproco di forti emozioni.
Dopo cena, davanti al palazzo a parlare allegramente tra di noi, di vari argomenti, contemplando un cielo stellato incredibilmente bello, tanto da vedere la Via Lattea!

La mattina dopo, verso le ore dieci, sono arrivate altre persone, compreso un vecchio utente dell'Associazione Mediterraneo, Paolo Morrone, con seguito di chitarra.
La mattinata è proseguita con l'arrivo di molte altre persone esterne di varie associazioni e strutture, che hanno preso posto a sedere sotto il pergolato, prima che iniziasse la dimostrazione di come l'apicultore deve gestire api ed arnie, oltre naturalmente alla presentazione di vari attrezzi che servivano all'estrazione del miele dalle arnie.

E' stata un esperienza molto interessante, dovuta anche alla bravura di chi spiegava cosa succedeva nelle varie fasi della lavorazione del miele, oltre a raccontarci la funzione vitale delle api, dalla nascita, la loro riproduzione fino alla loro morte, come impollinatrici per eccellenza.

Dopo la spiegazione verbale, siamo passati nel laboratorio, dov'è avvenuta la funzione pratica, con tutti gli strumenti appositi, della smielatura; qui hanno fatto la dimostrazione di come separare miele e cera dai telaini dei melari con uno strumento particolare che ricordava molto una forchetta o un pettine a piu denti.
Successivamente è stato fatto trovare a chi desiderava, l'esperienza di estrarre o rimuovere il miele dai loro telai e dalla cera in eccesso, cosa che ha avuto la partecipazione con entusiasmo sia di bambini che di persone adulte.

E' stata un esperienza molto interessante e nuova, che non si ripete certamente ogni giorno e per quello apprezzata molto dalle persone coinvolte; dopo tale operazione di spremitura, c'è stato il ricco buffet sotto il pergolato, preparato con gran cura e molto variegato dalle persone del Palazzo della Vigna.



Alfredo e Sara. F.