lunedì 29 settembre 2014

A te dedico queste parole da poco (frammento 4)

di Stefano Scotti


Entrando nella Macelleria della Coop dove tutti i santissimi giorni andiamo a fare la spesa, con la buona Brunella nostra contabile ma soprattutto educatrice volenterosa come altre poche operatrici, mi ha creato stupore vedere “IL CICCI” gestore del Bar dove solo ieri avevo bevuto l’ultimo bicchiere prima del rientro, a fianco del Macellaio.
Con uno strano torpore mi sono svegliato stamani, erano le 11:37, ed era come se pensieri e frasi che un giorno….insomma non che assillavano la mia mente ma  “ci sguazzavano un po'”, non trovavano che un piccolissimo vago ricordo.
Mi sono fatto la doccia e dopo aver finito il caffè avanzato da ieri sera sono uscito.
Sceso in piazza ho preso l’autobus per recarmi all’appuntamento che avevo per il lavoro.
Era Giovedì, ne avevamo 15, il mese in corso era Aprile e il Pik Bar era chiuso.
Sono andato verso L’Oasi, un'altra baracchina sul lungo mare di Ardenza.
Data l’ora del mio risveglio ho solo fatto colazione servito da Silvana, credo che si chiami così.
Ho visto Riccardo dirigersi verso l’esterno a fianco del Bar e ho capito che si era fatta l’ora dell’appuntamento che ho con Sergio  e con i nostri amici che ho ripreso ad incontrare, dopo la mia ultima permanenza in comunità durata circa quattro mesi durante i quali persone capaci hanno cercato di ridimensionarmi riuscendoci per quel poco che bastava per “prolungare la mia vita”.
Dolorante al polso: così mi sono presentato durante una conversazione che intrattenevo al telefono con mio padre a cui stavo spiegando i motivi che mi costringevano all’idea di non lavorare.
Mamma doveva ancora pranzare e dato che non aveva voglia di uscire dovevo fare la spesa, così convinto lui, fatto due chiacchere con i ragazzi, e salutato il mitico Sergino sono tornato verso casa passando prima a bere qualcosa al “Moletto di Antignano" dove soltanto ieri ho incontrato Martina ed Alessia .
Abbiamo trascorso un'oretta ha parlare con suo padre e sua madre del mio breve giro fatto in Capraia, c’èra anche “Nedo” il cane della sorella Lisa, che penso abiti ancora con loro.
Vista la brutta giornata mi sono diretto verso casa dopo aver comperato il pranzo di mia madre. Lasciata che ancora mangiava mi sono incamminato nuovamente verso la piazza del paese dove ho incontrato la ragazza che sta dietro il balcone del negozio fotografico e mi sono informato se le stampe erano pronte, dopo una rapida occhiata all’interno dello scaffale e visto che non erano ancora pronte, ho aver fatto un'altra capatina giù e mi sono diretto a casa.

“Partiamo di sera verso Milano, io, Arpiles, Leonardo, Teo il cane, tre plettri un po’ usati, sei sigarette e due tesserine, dell’autobus naturalmente così Teo le userà per andare a donne, pardon cagnette. Giriamo un po’ per la città, evviva trovato il dormire ci resta in tasca duemila lire."
Durante il mio pellegrinare per Pasqua, nell’isola di Capraia ho potuto trascorrere con mio padre e mia madre, tre giorni lontani da stress, paranoie, incazzature per il lavoro e devo dire che sono due persone “possessive” ma anche “lascive per il giusto”.
Che bello essere tornati a casa dopo una così lunga degenza, sembra che le settimane, i giorni, i mesi abbiamo sapori diversi.
Vedere di nuovo il sole spuntare da dietro Montenero per affogare in mare ha un gusto tutto diverso di vederlo spuntare dietro i grattacieli della città.
Fra una quindicina di giorni sarà estate e me ne potrò gironzolare per le spiagge, dopo il lavoro, a cercare di carpire qualche spunto fotografico, visto che avevo questa passione abbandonata da un po’ e solo da giorni ritrovata.
Oggi è Venerdì e stamani me ne andrò al mercatino sperando di trovare qualcosa di interessante.
Ho trovato una camicia a buon prezzo.
Intanto da Pasqua non sento più Francesca ma so che fra notti e giorni rivedrò l’amore della scorsa stagione. So che avrà un  esame universitario importante molto presto, oggi piove, ma presto splenderà il sole così potrò scendere a sistemare la ringhiera che è da riportare a ferro e ritingerla.
“Amore se fossi aria vorrei che tu fossi una rondine per poterti vedere svolazzare senza mai riposo e poterti dire che sei importante per me".
Cara Francesca a te dedico queste parole da poco che si sottendono solo un  vizio antico sperando, però che tu non le prenda come un  gioco.
 
E’ solo una canzone ma continua ancora in versi con una capacità di immedesimamento che ritrovo solo in cantastorie come De Gregori, Guccini e Dalla ecc.ecc.
 
Passeggiando con il mitico “peroncino” in mano per il moletto mi è capitato di guardare delle studentesse, dicevano di venire da Lucca ma non avevano affatto la parlata lucchese.
Mi hanno mostrato un volantino che parlava della nostra posizione riguardo al ministero della difesa e del nostro rapporto con la NATO, non soltanto verso la guerra attualmente in atto ma verso tutte le guerre, poi mi sono incamminato verso casa.
“Giusto o no” non lo so ma i pensieri da affrontare in questa "giungla" che è la vita.... vi spiego: se potessi fare una descrizione della vita non potrei farla perché tutto varia, tutto è diverso ogni giorno, ogni attimo.
Quando ero nella comune ero chiuso in un mondo fatto di poche cose ma di intense emozioni ed erano più forti, ma allo stesso momento più blande. Adesso tutto è più difficile ma d’altra parte "siamo fuori dal mondo se pensiamo di intenderla alla stessa miniera", sento dire da una signora a passeggio avviandomi verso la panchina.
Prima nella comune avevo meno stimoli, anche se i legami che cercavo con gli altri erono forse più intensi e li potevi vivere in poche circostanze, mentre adesso posso muovermi dove voglio, posso fare ciò che voglio, quindi posso vedere più gente e intraprendere una vita fatta in salita, non facilmente.
E' un po' che non prendo calamaio e foglio, si insomma che non inizio a scrivere, cosa che vorrei aver fatto prima, ma non riuscivo a fare; oggi è il 3 Agosto, Martedì, e nel tempo trascorso senza poter descrivere i suoni e le nuove voci ne ho passate di cotte e di crude come al solito.
Avevo conosciuto gente in gamba e iniziato a vedermi con Paolina e a passare con i nuovi amici momenti spensierati.
Assumevo regolarmente i farmaci prescrittimi dal Prof. dal quale arrivai con uno stabilizzatore del tono dell’umore dopo un ricovero per un litigio con un infermiere durante un colloquio con il dottore.
Il responsabile del CSM e la dottoressa volevano che dagli esami delle urine risultassi "pulito" in soli tre giorni.
Durante la mia nuova degenza ho avuto modo di riflettere ed ho capito che mai mi pentirò di quello che avevo fatto o che farò.
Ma bando alle pillacchere di fango, alle poesie dette in una sedia, alle ipocrisie di un tempo!
Qualche giorno fa ho fatto visita alla comunità: ho rivisto i vecchi amici con i quali ho trascorso un bel periodo della mia vita, mi ha accolto la nuova infermiera aprendomi quel portino che mi vedeva fino a qualche mese fa dall’interno, c’erano Gian Luca e Alessandra assieme alla dottoressa e ci siamo messi a parlare dei momenti belli senza ricordare quelli brutti.
Era come se non fossi  mai uscito, visto che poche cose sono cambiate.

Nessun commento:

Posta un commento