di Michele Cuchel
L’avventura di quest’anno ha avuto inizio quando sono
stato incaricato di trovare persone della toscana, utenti della salute mentale,
che fossero interessati a partecipare al progetto “mare e costa”, esistente già
dal 2001.
Per quest’anno era offerta una vacanza presso la
residenza di “Villa della Vigna” a Montioni, parco naturale sito vicino
Venturina Terme e Piombino, in Toscana, dall’Associazione Mediterraneo ONLUS,
di Livorno, per 2 turni di 5 giorni ciascuno. Invece offerta dall’Associazione
Arci l’Alba di Pisa è stata la settimana dal 06 al 13 settembre, presso il loro
stabilimento “Big Fish”, a Tirrenia. Tutto questo è stato reso possibile grazie
ad un finanziamento della Regione Toscana, che appunto dal 2001 incoraggia
questi tipi di esperienze, all’insegna dell’autonomia e dell’auto stima delle
persone che sono in carico alla salute mentale toscana; il progetto prevede
come condizione prima il fatto che non devono essere presenti operatori dei
servizi e familiari degli utenti. Le giornate erano organizzate in condivisione,
con l’ausilio di facilitatori sociali: un animatore, tre autisti, tre cuochi,
tutti utenti o ex utenti psichiatrici. Io ero l’animatore.
Mi sono divertito molto e ho avuto parecchie
soddisfazioni, sia personali che professionali.
Il punto essenziale da focalizzare in questo tipo di
esperienza è il fatto che si rende possibile una condivisione forte tra persone
affette da disturbo psichico, senza l’ausilio di operatori estranei a questi
tipi di disturbo, oppure con l’aiuto spesso ingombrante dei familiari.
Per me, utente da quindici anni della salute mentale di
Livorno, è importante testimoniare che purtroppo la malattia mentale è ancora
soggetto di tanti pregiudizi, dettati semplicemente dall’ignoranza e dalla
paura, perché vi assicuro che in dieci giorni, a Montioni, siamo stati circa
quaranta persone e non ci sono mai stati reali problemi di nessun genere.
Il pregiudizio nasce dal timore che qualcosa vada storto.
Lo stigma proviene anche da un passato prossimo, dove esistevano ancora i
manicomi, dove le persone con disturbo mentale erano considerate incapaci ad
adattarsi nella società e ritenute pericolose. Il concetto di pericolosità
rimane come timore nelle persone, ma gli utenti della psichiatria spesse volte
sono pericolosi solo per se stessi. Il manicomio è stato l’unico ricovero per
duecento anni per i malati di mente.
Ma torniamo a Montioni, al 2014, a dieci giorni
all’insegna dell’anti-manicomio: persone libere di circolare, di andare in giro
e di fare una bella vacanza all’insegna del divertimento e del mare, che per
tutti i giorni è stato protagonista delle nostre giornate.
A Montioni dormivamo e mangiavamo, durante il giorno
siamo stati in spiagge meravigliose, in giro con la guida ambientale, in canoa,
in bicicletta e l’ultimo giorno abbiamo fatto il resoconto insieme della
vacanza e abbiamo cucinato e mangiato una pizza buonissima. La sera uscivamo
per sagre, feste e passeggiate.
Quello che volevo lasciare come scritto, che spero in
qualche modo valga a qualcosa, è che queste esperienze, come una vacanza
organizzata e vissuta solo da utenti della psichiatria, sono solo un piccolo
inizio, verso un modo diverso di guardare la diversità, per cancellare gli
stigma e la discriminazione.
Visto da vicino nessuno è normale ( Franco Basaglia).
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