Di Alba
Ho iniziato a partecipare al gruppo di auto-aiuto come
volontaria e all’inizio ero piena di entusiasmo soprattutto per le passate
esperienze che avevo fatto nello stage del Circolo “L’Alba di Pisa”. Tuttavia
molto presto qualcosa ha fatto sì che io arrivassi a chiedermi: “ma chi me lo
fa fare?”. Ho continuato comunque la frequentazione perché speravo in un
qualche cambiamento. Il clima che si respira è sempre “elettrico” e movimentato,
utenti che entrano ed escono, telefoni che squillano, tutti desiderosi di
parlare (me in primis), di raccontarsi, di intervenire sui discorsi altrui, ma
anche ricchezza di ascolto ottenuto durante i silenzi di riflessione, in pochi
per la verità. I sentimenti che mi si presentano ogni volta sono di “empatico
dolore rabbioso” nel sentire e percepire storie di pesante autolesionismo,
forse perché, ormai da molto tempo, ho acquisito consapevolezza di aver vissuto
la mia vita più da spettatrice che da protagonista principale. Mi provoca
quindi sofferenza il vedere e sentire così tanta determinazione
nell’autodistruggersi da parte dei giovani che nonostante tutto cercano
giustificazioni fasulle per i loro gesti. Provo spesso impotenza e
frustrazione, ma anche qualche nota piacevole di positività. Non percepisco
(come fin dall’inizio) accoglienza amicale, un gruppo compatto, solidale,
“quell’uno per tutti, tutti per uno”. Ma quali possono essere i motivi? Le
differenze di età? Le differenti di patologie? Ritardi mentali? Forse il fatto
che una volta sono presenti quelli e la volta successiva altri, spezzando la
continuità del gruppo? Forse siamo numericamente in troppi? Forse vi è la
mancanza di regole o di un moderatore che permetta il parlare alternativamente
senza sovrapporsi gli uni con gli altri? Non so capire ancora quali difetti e
come poter risanare il gruppo e così continuo a chiedermi “Ma chi me lo fa
fare?” la voglia di poter prendere a schiaffi qualcuno, la voglia di usare
parolacce potrebbe essere una salvezza per me per non trovarmi col
parkinsonismo! La risposta la so: me lo fa fare il mio essere genuina ed il mio
“egoismo” che continua a dirmi: “posso riuscire a fare molto per portare un
contributo di aiuto di miglioramento agli altri “cuccioli”, ma anche a me
stessa per un enorme arricchimento! Insomma, chi vivrà vedrà.
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