mercoledì 10 gennaio 2018

I miei oggetti: il valore delle piccole cose

Di Franco Razzauti

Fonte: http://www.sightunseen.com/2011/04/achille-is-watching-us/
Mi chiamo Franco, Frank per gli amici più cari, ma oggi non voglio parlare di me stesso, ma delle mie piccole cose, i miei “oggetti”. Sono quelli che mi accompagnano durante la giornata, quelli con cui ci gioco. Uno di questi è il mio cellulare, che è costato diciannove euro, ma non a me, ma alla mia amica Paola, in un negozio di piazza XX Settembre, in un caldo pomeriggio d’Agosto. Dovevo partire per Firenze, quel giorno, e Paola diceva che avevo bisogno di un cellulare. Mi trascinò, si può dire, in questo negozio di elettronica, e mi fece scegliere quello più adatto a me. Io le ho fatto comprare quello più semplice, senza internet e solo con la possibilità di fare chiamate, di riceverne di mandare e ricevere messaggi e fare foto e piccoli video. Con questo cellulare chiamo i miei amici, specialmente Massimo e Arnaldo, che considero più che altro un fratello. Un altro oggetto importante per me sono gli occhiali, neri, con le stanghette di metallo dentro una guaina plastificata nera anch’essa. Le due lenti si uniscono con un magnete, gli occhiali costano tre euro e novanta centesimi perché gli ho comprati a basso prezzo dai cinesi. Quando li portai a casa ero tutto contento e lo dissi a mio fratello. Ma lui mi raffreddò l’entusiasmo perché, diceva, quegli occhiali mi avrebbero fatto dolere la testa. Invece questo non è fortunatamente successo. Basta così, adesso non voglio scrivere altro ma tanto avete capito: la mia vita, dopo, purtroppo, la morte dei miei genitori, scorre con queste piccole storie fatte di piccole e piccolissime cose, alle quali mi appoggio come i sostegni che ci sono nei bus per compensare il tempo che scorre via rapidamente come un fulmine.   

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