lunedì 13 marzo 2017

Ricordi ed amori

Di Riccardo Favilla

Ricordi 

Ricordi di un passato che non ritorna.
Ricordi di quando ero bambino e andavo sulla spiaggia con mia madre.
Ricordi di una vita passata tra alti e bassi.
Ricordi di mille amori ormai passati trascorsi rovinandomi la vita.
Ricordi di quando con i miei amici andavo a ballare.
Ricordi, mille, cento ricordi.  

Credits to Comunità di Santo Stefano

















Amori

Amori fragili, amori indistruttibili, amori infiniti.
Amori per persone diverse che cercano un motivo per vivere.
Amori per i poveri che fanno la fila alla Caritas per un tozzo di pane.
Amori per gli immigrati che fuggono dalla povertà e dalla guerra.
Amori per i figli che sono in guerra nel mondo per cercare di riportare la pace.
Amori per i bambini soli che cercano un po' di amore in una nuova famiglia.


venerdì 10 marzo 2017

Mi presento sono Susanna

Di Susanna Nigiotti

Ciao, mi chiamo Susanna, ho cinquantacinque anni, un marito Franco e una figlia di nome Alice di trentadue anni. Sono bipolare da trent'anni. Ho avuto ricoveri e ho assunto tutti i farmaci in commercio ma ahimè rispondo poco ai farmaci. Comunque ero una persona attiva, guidavo, facevo la spesa, avevo amiche, portavo fuori la mia amata cagnolina (che è stata con me per diciassette anni), frequentavo anche la palestra dove ho fatto spinning ed ho lavorato in vari ristoranti come aiuto cuoca. Da qualche anno non riesco a fare più niente. Iniziò tutto un giorno che ero fuori in macchina: mi persi e non sapevo più dove fossi. Certe volte addirittura non riuscivo più a riconoscere Franco e Alice, ma sopratutto non riconoscevo più me stessa. Così la paura mi ha fatto chiudere in casa allontanandomi da tutti; non volevo vedere nessuno. Ormai esco solo con mio marito perché è la persona della quale mi fido di più, ma a dir la verità poco anche con lui perché proprio non ce la faccio. Il dolore che mi prende dentro è indescrivibile, non si può raccontare e per placarlo devo prendere dei farmaci che mi facciano dormire. L'unica cosa che mantengo attiva è la lettura eppure mi reputo fortunata perché ho un marito e una figlia meravigliosi sotto tutti i punti di vista. Per quanto riguarda la mia malattia e coloro che mi giudicano soltanto una poverina e una disgraziata, mi rendo conto che sia una malattia "difficile" ma come tante altre e che i poverini, in fin dei conti, sono gli altri. Quando sto un po' meglio anche bere un bicchier d'acqua mi sembra la cosa più bella del mondo e godo della semplicità delle cose. 


lunedì 6 marzo 2017

The Floating Piers

Di Youlia Andreeva

Vorrei raccontarvi di un’esperienza che ho avuto il piacere di provare a giugno del 2016. Si tratta di “The Floating Piers” del noto artista contemporaneo Christo. Questo progetto nasce negli anni ’60 quando era viva ancora sua moglie Jean Claude di origine francese che l’ha accompagnato in tutte le sue opere. Per questo progetto hanno chiesto a diversi stati di poter realizzare “The Floating Piers”, ma hanno sempre ricevuto risposte negative, fin quando nel 2014 fanno un sopralluogo a Sulzano sul lago di Iseo in provincia di Brescia, presentando al sindaco del paese il progetto. Il primo cittadino intuisce la genialità dell’idea e il grande indotto economico che potrebbe portare al territorio e accetta. Da lì Christo si rivolge a tutte le autorità per i vari permessi. A novembre del 2015 iniziano i lavori sul lago di Iseo dove un’equipe di ingegneri, progettisti e architetti sviluppano l’idea fino al minimo dettaglio. Dopo qualche mese arrivano dalla Bulgaria una squadra di ragazzi che frequentano l’Accademia dello sport a Sofia e cominciano il montaggio dei cubi di polietilene. In seguito ad un costante impegno da parte di tutti si arriva all’inaugurazione del 18 giugno 2016. L’istallazione rimarrà aperta per le due settimane seguenti e verrà calpestata da un milione e mezzo di visitatori. Anche io ho avuto la fortuna di camminare scalza sulla stoffa giallo-dalia cangiante che ricopriva i cubi di polietilene che costituivano l’istallazione. La sensazione che ho provato è stata come camminare su dei batuffoli di cotone e ancora più bello è stato il senso di camminare sull’acqua. Un’esperienza unica ed irripetibile ed è stato un grande successo mediatico che ha permesso al mondo di conoscere il lago di Iseo, il luogo dove io sono cresciuta.  

giovedì 2 marzo 2017

Il ricordo di mia madre

Di Meri Taccini

Ancora una notte senza dormire e ancora una volta guardo al passato che non è molto lontano. Il primo novembre del 1995 alle ore 21,45  mia mamma emanò l’ultimo respiro e fui io ad accorgermi che mia mamma non c’era più;  guardai i miei fratelli e dissi, fredda e impassibile: << Mamma ci ha lasciato>>. Loro scoppiarono in un  pianto dirotto mentre io non riuscii a versare neanche una  lacrima. Quando la mattina dopo andammo alla camera mortuaria le portammo i vestiti che le piacevano tanto ed entrando in quella stanza la vidi là immobile su quel marmo freddo. Riuscii soltanto a farle una carezza e poi, usciti, aspettammo che la conducessero in un’altra sala dove avremmo potuto iniziare la veglia. Ricordo che io, le mie sorelle e i miei fratelli stavamo lì con lei e sedute poco lontano c’erano due zie che io avrei voluto il più lontano possibile da noi. Ad un certo, durante la cerimonia, udii delle parole uscite dalle loro bocche, che mi fecero davvero arrabbiare così mi voltai e intimai loro di uscire. Entrambe sbigottite mi chiesero il motivo della mia reazione, ma questo non fece altro che alimentare la mia ira al punto da arrivare a cacciarle fuori dalla stanza. Il giorno dopo accompagnammo mia mamma  nel suo ultimo viaggio.  L’anno dopo non ho più resistito e sono scoppiata e dapprima ho iniziato con un forte esaurimento nervoso che mi ha portato ad  alternare forti stati depressivi e ansiosi a molti tentativi di suicidio. Solo dopo molti anni ho capito che con quei gesti avrei soltanto fatto stare male i miei fratelli e molto lentamente sono riuscita a tornare alla vita, ma portando sempre con me nel mio cuore la

MIA dolce e buona mamma


Un sogno fiorito

Di Virginia Gasperini

Mi trovavo in una città fantastica con fiori e piante e nel bel mezzo di un prato fiorito c’era una barca. Non so bene cosa ci facesse là, ricordo solo che a bordo c’eravamo io e le mie due amiche più importanti; ad un certo un’ondata troppo forte colpì la nostra imbarcazione e le mie amiche, che si trovavano sul bordo, rischiarono seriamente di scivolare via. Io, non avendo equilibrio, mi gettai verso di loro per salvarle ma, facendo così, fui io a scivolare. Improvvisamente arrivò come un angelo che mi disse: << Arreggiti alla barca e vedrai che ce la farai>>. Le mie amiche, rimaste nella barca, provarono a farmi salire tirandomi su con entrambe le mani, ma nonostante il loro aiuto io continuavo a cadere in mare. D’un tratto però sentii una spinta da dietro, come se qualcuno alle mie spalle mi stesse aiutando a salire e alla fine riuscii nella mia impresa. Sebbene fossimo su di una barca, non dimentichiamoci che ci trovavamo in mezzo ad un prato... Qui scorgemmo un cervo che ci parlò e ci disse: << Dove siete dirette?>> ed io e le mie amiche rispondemmo: <<  Verso la terra ferma, che era un isola>> e dopo Egli disse: << Vi ci porto io con una corda se a voi va bene>>  così noi acconsentimmo e il cervo, mettendosi la corda in bocca, la legò alla barca a motore e ci trainò fino ad un'isola senza guerra. Anzi, gli abitanti che incontrammo, dei veri e propri animali parlanti, ci regalarono bellissime e colorate ghirlande di fiori come dono per il nostro arrivo perché in quella terra non c'era mai entrato nessuno.

Ancora

Di Luana Baldacci

Ancora il tempo
continuerà a scivolarmi
come sabbia dalle dita...
E vedrò, forse, sorgere mille albe
addormentarsi mille tramonti...

Così dal mio viso sarà svanito il giovane sorriso
e il tempo avrà scavato rughe e indebolito le membra.
Ma i ricordi non invecchieranno,
non saranno polvere soffiata dal vento... 
Ed ogni volta, quando mi regaleranno
un sorriso
quando si scioglieranno in pianto.

Oggi però voglio dire che...
Un solo volto vedrà
una sola voce echeggerà per me nell’aria...
Due bellissimi occhi soltanto attraverseranno i miei fino a raggiungere insieme...

L’ETERNITÀ




La malinconia

Di Letizia Lettori

Oggi 25 febbraio 2017 mio padre avrebbe compiuto gli anni e in un giorno come questo è inevitabile non tuffarsi nei ricordi e immergersi in un profondo stato di malinconia. Questa emozione non solo genera amarezza nel nostro cuore, ma ci fa sentire tristi e lontani dal mondo: soli. Troviamo dunque la forza di combattere la malinconia, la tristezza e la solitudine con l’amore delle persone a noi vicine. Ringrazio Rita, Vittoria, Pamela, Debora, Ines ed infine il nostro amico Edo.