Di Liliana Fabbri
A cura di Enrico Longarini
Non capita di frequente che l’Italia
abbia l’opportunità di ospitare un evento di importanza mondiale come
l’esposizione universale, più comunemente conosciuta come Expo, perciò in occasione di questo evento, giovedì 15
ottobre 2015 l’Associazione Mediterraneo ha organizzato una vera e propria
gita. Il ritrovo era previsto per le 7:00
alla stazione di Livorno così verso le 6:45 sono passati a prendermi il mio amico Paolo di
Giuseppe insieme a suo padre e puntuali siamo arrivati all’appuntamento. Alla
stazione ci attendevano, oltre ai membri dell’Associazione e Paolo Pini,
responsabile dell’Associazione Mediterraneo, i due pulmini che ci avrebbero condotti
a Milano. Così, caricati i furgoncini con tutti i nostri bagagli, zaini,
macchine fotografiche e la mia sedia a
rotelle siamo partiti alla volta del capoluogo lombardo. Ci aspettava un viaggio
lungo e stancante ma fortunatamente il
tragitto prevedeva alcune soste ristoratrici come quella che abbiamo effettuato
presso un autogrill sull’autostrada per fare colazione e rifornire di gasolio i
nostri mezzi. Dopo un rapido cappuccino e una brioche siamo ripartiti e abbiamo
percorso molti chilometri superando Genova, la Cisa, e innumerevoli gallerie.
Finalmente verso le 13 siamo arrivati
ad Expo, ma per circa trenta minuti siamo stati costretti a rimanere nei
furgoncini a causa della forte pioggia che ci aveva colti impreparati. Una
volta terminato l’acquazzone, guidati da Paolo Pini, siamo saliti su di una
scala mobile e abbiamo percorso una lunga galleria vetrata fino ad arrivare
all’ingresso vero e proprio dell’Expo. Mentre Paolo Pini pagava il biglietto (20
€ per ognuno di noi) tutti quanti abbiamo dovuto attraversare dei metal
detector perciò siamo stati costretti a svuotare completamente le nostre tasche
di tutti gli oggetti in nostro possesso compresi quelli un po’ più personali
come chiavi, borsellini e cellulari. Recuperate le nostre cose, sapevamo che
ognuno di noi avrebbe preferito visitare l’Expo a proprio modo, così ci siamo
separati, non prima però di esserci accordati per il ritrovo.
Dato che mi spostavo continuamente
con la sedia a rotelle io ed il mio accompagnatore Antony abbiamo avuto diverse
agevolazioni per quanto riguardava la visita dei diversi padiglioni provenienti
da tutto il mondo e spesso siamo riusciti ad entrare evitandoci così ore di
fila. I padiglioni che ho visitato sono stati quelli del Giappone, della Slovenia,
dell’Estonia, della Russia, dell’Italia e molti altri. Per quanto mi riguarda
il padiglione che ci ha sorpresi maggiormente e che ha attirato la mia
attenzione e quella di Antony è stato quello della Slovenia. Esso era
costituito da una grande sala ricoperta da piccole vetrate attraverso le quali
potevano essere osservati, per mezzo di appositi cannocchiali, le diverse
specie di uccelli che abitano il territorio sloveno. Accanto ad ogni vetrata vi
era inoltre una panchina che come d’incanto riproduceva il verso di un
particolare uccello ogni qual volta qualcuno vi si sedeva sopra. Poco prima
delle 15 avevamo appuntamento con tutti gli altri così per quell’ora abbiamo pranzato
tutti insieme mangiando i panini che ci eravamo portati da casa e, gentile come
sempre, Paolo Pini mi ha offerto un caffè. In seguito ci siamo tutti separati
nuovamente.
Durante il pomeriggio ho potuto
ammirare altri padiglioni e altre opere come il celebre Albero della Vita, che,
collocato all’esterno e un po’ distante dai padiglioni, si ergeva maestoso al
centro di una grande fontana. L’Albero è un monumento molto caratteristico, la
notte infatti si illumina di mille luci colorate e dalla sua base partono forti
getti d’acqua a ritmo di musica.
Il secondo padiglione che mi ha
colpito molto è stato quello del Giappone. Dopo esservi entrati, io ed Antony
ci siamo ritrovati in una grande sala circolare all’interno della quale gli
addetti, dopo averci invitati a sederci a dei tavoli, ci hanno consegnato le
tipiche bacchette giapponesi. Naturalmente il mio primo pensiero è stato “che
bello, ora si mangia”, ma l’attrazione si limitava ad un’esposizione dei vari
piatti tipici del Giappone e con mia grande delusione non ci è stato offerto
alcun tipo di pietanza. Nonostante ciò ho apprezzato molto il padiglione di
questo splendido paese e una volta uscita ho girovagato e visitato i
padiglioni di molte altre nazioni fino alle 20:00. Per quell’ora infatti ci
siamo nuovamente riuniti ai nostri compagni per cenare. La giornata volgeva al
termine e con dispiacere siamo tornati ai furgoni. Dato che Paolo Pini è di
Rosignano ed Antony di Cecina ci siamo subito separati e salutati i nostri
accompagnatori siamo partiti in direzione Livorno. Siamo
arrivati alle 2 di notte e mi sentivo davvero stanca, ma nonostante ciò posso
dire di essere rimasta piacevolmente colpita da questa esperienza. Se qualcuno
mi proponesse di tornare ad Expo accetterei immediatamente ma alla condizione di
poter pernottare e restare più di un giorno per aver modo di visitare tutti gli
altri padiglioni che in questa occasione non ho potuto vedere. Ringrazio Antony
e Paolo Pini a cui restituirò al più presto 20 €.
Nessun commento:
Posta un commento