Di Noemi Mariani e Giorgio Silvestri
C’è Qui Giorgione, un mio amico, il
quale con tono frustrato ma atteggiamento ribelle mi racconta:
“…Sono caduto, mi sono fatto male, ed
hanno riso di me….
Ho le stampelle…. Non credevano che
io fossi reale e che reale sia il dolore
che provavo, cosi con sgarbo un’infermiera ha riso di me, di una maldestra
caduta, e da solo, tra le risa di accreditarmi di essere una falsità, mi sono
alzato tentando di confidare fra gli occhi della gente un accenno di sostegno, ma essi erano ammutoliti, occhi di chi chiede solo di
mangiare, gli altri non volevano esserci, ed io umiliato, mi sono alzato, e a
testa china mi sono seduto, dolorante, davanti ad un piatto misero e freddo
senza la speranza di un bis…”
A tal punto, mi assalgono dubbi e
voglia di capire, ascoltando un frammento di vita mi avvolge un’empatia che le
parole non valgono la sensazione…..
“… aspetta!!! Non è finito qui….
Quando, finita il mia affranta cena, sono andato a
prendere la mia terapia al piano di sopra, lì, le risa non c’erano più, c’era
l’accusa…sono stato insultato di uno sbaglio e accusato di un falso dolore… i miei pensieri vagavano
nel rammarico di non essere in grado con il piede di sostenere la mia squadra
di calcio, le accuse erano contro di me, di uno sbaglio che non mi apparteneva, saliva rapidamente un senso
di rabbia…e cosi… in silenzio sono andato a casa…”
La mia reazione ad un tale fatto
scaturisce, a mio rammarico, tutto altro che sorpresa solo un freddo sospiro ed
un brivido sul collo dovuto ad un nervo teso.
Vedo tra le mie mani il responso del Pronto Soccorso di Livorno dove la
diagnosi è stata: distorsione alla caviglia con prognosi di dieci giorni… un
dolore ormai assente per Giorgione…
“…non è giusto…”
Ed una lacrima gli scende sul viso…
Rifletto: non sono lacrime versate
per quelle orrende risa sono dovute a questi dieci minuti di ascolto! Mi giro, e sorride… questa esperienza
non andrà via dal ricordo di Giorgione ma oggi non sarà l’unico a viverla, essa
è stata condivisa è stata donata per non essere mai persa, mai lasciata e
soprattutto non sarà mai solo ad averla vissuta.