lunedì 16 maggio 2016

Il ribelle Giorgione e la risata incongruente

Di Noemi Mariani e Giorgio Silvestri

C’è Qui Giorgione, un mio amico, il quale con tono frustrato ma atteggiamento ribelle mi racconta:
“…Sono caduto, mi sono fatto male, ed hanno riso di me….
Ho le stampelle…. Non credevano che io fossi reale e che reale sia il  dolore che provavo, cosi con sgarbo un’infermiera ha riso di me, di una maldestra caduta, e da solo, tra le risa di accreditarmi di essere una falsità, mi sono alzato tentando di confidare fra gli occhi della gente  un accenno di sostegno, ma essi erano  ammutoliti, occhi di chi chiede solo di mangiare, gli altri non volevano esserci, ed io umiliato, mi sono alzato, e a testa china mi sono seduto, dolorante, davanti ad un piatto misero e freddo senza la speranza di un bis…”
A tal punto, mi assalgono dubbi e voglia di capire, ascoltando un frammento di vita mi avvolge un’empatia che le parole non valgono la sensazione….. 
“… aspetta!!! Non è finito qui….
Quando,  finita il mia affranta cena, sono andato a prendere la mia terapia al piano di sopra, lì, le risa non c’erano più, c’era l’accusa…sono stato insultato di uno sbaglio e accusato  di un falso dolore… i miei pensieri vagavano nel rammarico di non essere in grado con il piede di sostenere la mia squadra di calcio, le accuse erano contro di me, di uno sbaglio che non  mi apparteneva, saliva rapidamente un senso di rabbia…e cosi… in silenzio sono andato a casa…”
La mia reazione ad un tale fatto scaturisce, a mio rammarico, tutto altro che sorpresa solo un freddo sospiro ed un brivido sul collo dovuto ad un nervo teso.
Vedo tra le mie  mani il responso del Pronto Soccorso di Livorno dove la diagnosi è stata: distorsione alla caviglia con prognosi di dieci giorni… un dolore ormai assente per Giorgione…
“…non è giusto…”
Ed una lacrima gli scende sul viso…
Rifletto: non sono lacrime versate per quelle orrende risa sono dovute a questi dieci minuti di ascolto! Mi giro, e sorride… questa esperienza non andrà via dal ricordo di Giorgione ma oggi non sarà l’unico a viverla, essa è stata condivisa è stata donata per non essere mai persa, mai lasciata e soprattutto non sarà mai solo ad averla vissuta.

1 commento:

  1. grazie a tutti quelli che trasformano in segni le emozioni del prossimo e danno la possibilità di "spiegarsi" senza essere interpretati

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