Di Franca Izzo
Incontriamoci, stiamo insieme questo
pomeriggio per raccontarci e giocare, per provare ad essere più positivi.
Almeno oggi!
< Sì ma dove? >
Nella stanza polivalente del Centro
di Salute Mentale Frediani, dove alcuni utenti del servizio si sono accordati
per ricordare questa giornata.
< Come avete fatto? >
Semplicissimo! Tamara, Franca e
Giorgio, dividendo le spese, hanno comprato dolcetti, patatine, caramelle e
noccioline, qualche bibita ed ecco fatto; apparecchiato a festa, dopo aver
spostato i mobili per fare più spazio abbiamo dato il via ai festeggiamenti.
< Cosa avete fatto? >
Per prima cosa abbiamo spento lo
stereo, sempre acceso nella stanza polivalente da che è stata occupata e
autogestita dai pazienti del servizio a luglio, Stefano ci ha fatto sentire
musica dal vivo, anche Barbarina ci ha cantato qualcosa e non è mancato un
duetto tra Barbara e Franca con un brano di Mina. In seguito Stefano e Franca
si sono esibiti con il loro repertorio, fatto di musica classica e
brani
scritti dallo stesso Stefano. Dopo la merenda è stato riacceso lo stereo con
musiche da ballo e ci siamo scatenati con le danze. Ogni tanto Rodolfo faceva
qualche battutaccia in vernacolo, stimolando risate a tutti. Verso la fine dei
nostri bagordi Michele è venuto a salutare, contribuendo con la lettura di un
brano della nuova commedia che sta allestendo con il suo gruppo. Quindi ha
letto le due righe che Franca aveva scritto per l’occasione, ma non leggeva per
il timore che ciò abbattesse l’allegra atmosfera creata; ma non è stato così e
dopo tanti applausi sono state riprese le danze fino all’ora dell’arrivo della
cena.
< Raggiunto lo scopo? >
Sì! Tutti hanno partecipato
gioiosamente dimentichi dei malesseri del mattino. Sì, credo proprio che ci
siamo regalati un po’ di salute mentale l’un l’altro.
< Possiamo leggere anche noi ciò
che Franca aveva scritto? >
Certo, guardate, il foglio è proprio
qui:
Livorno, lunedì 10 ottobre 2016
Giornata mondiale per la Salute
Mentale
Questa giornata nel mondo viene
ricordata più per far promozione di salute che di cura.
Prima si diceva “Igiene Mentale”,
bruttissimo, è come se il nostro cervello fosse sporco e bastasse lavarlo, magari
con qualche elettroshock.
Con Franco Basaglia è molto cambiata:
la legge 180, Psichiatria Democratica, paziente al centro della propria cura
nei progetti personalizzati e quant’altro, con la chiusura dei manicomi si dice
“Salute Mentale” da mantenere alla persona attraverso cure ed attività
all’interno dei centri per la salute mentale territoriali.
Ed eccoci qua, tutti amici, ma...?
Ognuno di noi ha una sua diversa storia e vive il proprio problema
dall’interno, che quasi sempre ha un’impostazione di conflittualità che vive
all’interno del proprio nucleo sociale, che può essere: familiare, lavorativo,
amicale o addirittura con se stesso.
Penso che la semplice terapia
farmacologica serva solo a contenere i sintomi del disagio, ad offuscarli e che
non curi.
Pur riconoscendo l’importanza dei
farmaci e del sonno, il riposo nel momento dell’acuzia, ritengo si debba andare
oltre; infatti nel C.S.M. vengono organizzate varie attività atte a non far
ristagnare la persona nei propri pensieri negativi, ossessivi.
Ma non tutti accettano questa sfida
con se stessi, non vogliono combattere il sintomo, anzi, lo coccolano dandogli
troppa importanza, lo ascoltano attentamente e questo prende sempre più spazio.
L’unico spazio che a volte concedono per questa lotta è dato dalla terapia; che
io giudico cronicizzante.
Forse mi giudicherete piuttosto
arrogante, giudicante e stigmatizzante e direte: “Dici bene te! ma se uno non
ce la fa, non ce la fa!”
Ma io mi chiedo se queste persone ci
abbiano provato, abbiano mai sofferto di altro e per altro intendo la
sofferenza di chi lotta contro lo schifo di vita che gli è toccata.
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