Di Meri Taccini
Sono
esattamente le due di notte del 31 gennaio mentre, non riuscendo a dormire, mi
trovo a ripensare al mio passato. Sebbene la nascita di un bambino sia
solitamente accompagnata dalle risate e dalla gioia di tutti i familiari, la
mia non fu accolta con queste particolari emozioni, anzi, il mio essere nata
femmina fu motivo di delusione per mio padre. Ricordo addirittura una volta in
cui, vittima di un’incontenibile rabbia causata dall’alcool, fu allontanato
dalla suora della maternità. Crescendo ho iniziato a frequentare la scuola e da
lì è cominciato il mio vero e proprio calvario. Fin dalla prima elementare
infatti ho dovuto sopportare e combattere la profonda cattiveria dei miei
compagni di scuola che, mossi da chissà che cosa, si burlavano della mia statura
e della mia taciturnità. Col tempo inoltre, impararono ad approfittarsi di me
in tutti i modi possibili e, dato che non riuscivo a reagire, l’unico mio sfogo
consisteva in lunghi pianti solitari. Oggi invece ho capito. Ho capito che se
voglio andare avanti nella vita devo sentirmi forte e sicura e rispondere a
tono a tutti coloro che mi fanno stare male: sicuramente troveranno pane per i
loro denti. Oggi in particolare ho un bel motivo per sentirmi orgogliosa, oggi infatti ho avuto la soddisfazione di essere stata eletta,
all’unanimità, presidente del consiglio direttivo dell’Associazione
Mediterraneo; devo dire che e stato il giorno più bello della mia vita e
ringrazio tutti per la fiducia di cui, con sincero calore, mi hanno fatto dono.
Con affetto.
Meri
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