Questo articolo è il risultato dell'intervista che l'Associazione Mediterraneo ha condotto sul territorio livornese al fine di far conoscere alla cittadinanza alcune di quelle associazioni che si occupano di inclusione sociale.
Di Enrico Longarini, Virginia Gasperini, Alessio Polini, Alessio Torbidoni, Francesco Benvenuti, Paolo Di Giuseppe e Sabrina Caluri
Di Enrico Longarini, Virginia Gasperini, Alessio Polini, Alessio Torbidoni, Francesco Benvenuti, Paolo Di Giuseppe e Sabrina Caluri
Foto: https://zizzi.org/storia/ |
La nostra associazione prende il nome dal nomignolo
di mia madre che all’età di quarantasei anni a causa di un tumore ci lasciò. A
quell’epoca avevo solamente ventun anni, mio padre si era accompagnato ad
un’altra donna e gli amici che fino ad allora mi erano stati vicini finirono
per allontanarsi da me; mi sentivo solo e abbandonato da tutti ma in quel
momento di smarrimento la fede giunse ad illuminare i miei passi e mi salvò allontanandomi
dall’idea del suicidio che cresceva ogni giorno in me. Un sacerdote mi parlò
del Camerun, dell’Africa e dei paesi del Terzo Mondo che avevano bisogno di
aiuto e da lì nacque in me il desiderio di partire e di poter dare il mio
contributo. Il progetto però non si concretizzò perché un altro sacerdote mi
disse che anche nella mia città, Livorno, ci sarebbe stato tanto da fare, tante
persone da aiutare e così mi consigliò di parlare con Olimpia Sgherri. Inizialmente
mi dimostrai titubante, ma dal giorno in cui venni condotto in una povera e
sporca soffitta, colma di persone che venivano dall’Irpinia e che parlavano un
incomprensibile dialetto, la mia vita cambiò. Cominciammo ad aiutare i bambini e
le famiglie nelle loro case poi, acquistando una struttura, ci impegnammo a
condurre l’attività del doposcuola. Da quel momento iniziammo a ricevere i
primi bambini in affidamento e l’obiettivo principale delle nostre azioni
divenne quello di far sì che i bimbi fossero allontanati da situazioni
familiari non idonee dove i maltrattamenti e la violenza erano all’ordine del
giorno, dove in sostanza non vi era amore, in maniera che loro stessi non
diventassero cattivi genitori.
Durante i trent’anni della nostra attività siamo
riusciti ad aiutare circa settecento ragazzi di cui una cinquantina in
affidamento residenziale e grazie all’accreditamento del Comune abbiamo realizzato
una casa-famiglia; in questi anni dunque abbiamo dato vita a tante belle
iniziative anche grazie alla collaborazione con altri enti ed ogni anno ad
esempio facciamo gite in barca a vela e a Lipari.
In Corso Amedeo siamo anche riusciti a metter su un
mercatino di beneficenza dove raccogliamo e rivendiamo gli oggetti che la gente
getta via.
Con i nostri pulmini poi passiamo a prendere i
bambini di cui ci occupiamo e il sabato e la domenica e nel periodo estivo accogliamo
ragazzi e ragazze nella nostra casa in campagna.
Le attività dunque non mancano, siamo impegnati su
molti fronti, ma per fortuna siamo sostenuti dal lavoro dei volontari e dal
contributo economico della cittadinanza.
La collaborazione per noi riveste un ruolo di grande
importanza ed ora più di prima abbiamo rapporti attivi ed efficienti con
numerosi altri soggetti. L’Accademia e la Lega Navale sono solo due dei tanti protagonisti
del ricco calendario che stiamo programmando per il 2018; durante il prossimo
anno inoltre collaboreremo con il nostro grande amico e campione del mondo di
apnea Umberto Pelizzari, grazie al quale siamo stati in grado di metterci in
contatto con due associazioni che si occupano di immersioni subacquee al fine
di pianificare delle attività insieme.
I nostri numerosi impegni poi ci vedono spesso a
stretto contatto con i vari servizi sociali e con piattaforme pubbliche, come
siti internet, canali televisivi nazionali come Rai Tre e persino la
Commissione Parlamentare dell’Infanzia, all’interno delle quali possiamo dire
la nostra riguardo il delicatissimo tema dell’affidamento familiare.
Per quanto la Chiesa ci offra spazi per le nostre
attività, gli Amici della Zizzi sono un‘associazione aconfessionale pertanto
non legata ad alcun credo religioso. I trent’anni di collaborazione del nostro
consiglio direttivo ne sono un esempio emblematico, infatti due membri sono
fortemente cattolici, mentre il terzo è ateo. Fede e idee differenti però non
precludono il nostro operato, perché la nostra unica preoccupazione è il
benessere dei bambini.
Foto: https://zizzi.org/storia/ |
All’interno del panorama cittadino, negli anni
scorsi, alcuni possono non averci visto di buon occhio, nel tempo infatti
abbiamo avuto contrasti con assistenti sociali che a nostro avviso non
svolgevano il loro lavoro in modo adeguato, e persino con le amministrazioni comunali
di qualche anno fa. Fortunatamente poi ognuno di loro si è reso conto che non
eravamo nemici di nessuno, ma che ci stavamo solo impegnando a realizzare al
meglio le nostre idee.
La collaborazione riveste un ruolo di importanza
anche all’interno della nostra associazione e ci avvaliamo del sostegno e del
lavoro di volontari e figure come avvocati, educatrici, psicologhe e assistenti
sociali.
Il nostro obiettivo è semplice ma allo stesso tempo
complesso: dare il nostro sostegno a tutti quei bambini che ne hanno bisogno e
toglierli da una cattiva strada. Certo, siamo pienamente consapevoli del fatto
di rincorrere un’utopia, ma se possiamo esser certi di una cosa è che non ci
fermeremo fino a quando non vi saranno più bambini da aiutare. Il nostro lavoro
non terminerà mai perché il nostro scopo è quello di dare un futuro a questi
bambini; fino ad oggi l’abbiamo fatto e continueremo a farlo.
Un’altra meta che ci auguriamo di raggiungere
consiste nel dare una maggiore consapevolezza e conoscenza dell’affidamento dei
minori; è vero noi siamo riusciti ad aiutare settecento ragazzi, ma in Italia
vi sono ancora due milioni di bambini che non solo vivono al di sotto di una
soglia minima di povertà, ma che quotidianamente sono vittime di abusi e maltrattamenti.
Far conoscere l’affidamento per noi significa che sempre più famiglie, separate
o meno dal nostro operato, possono dar vita a strutture simili alla nostra in
maniera da accogliere ed assistere i bambini in difficoltà.
Da quando siamo nati abbiamo fatto molto per i
bambini che abbiamo accolto (minori con situazioni familiari disastrose che spesso
coinvolgevano la Questura) e sebbene il futuro possa essere incerto, un giorno,
forse lontano, speriamo di poter guardare indietro e riuscire a vedere i nostri
traguardi raggiunti.
La trasparenza e il dialogo, anche e soprattutto nei
confronti dei ragazzi, sono molto importanti ed è per questo che praticamente
ogni sera ci ritroviamo per discutere insieme a loro. Queste riunioni ci vedono
affrontare temi inerenti i valori e i principi dell’associazione, ma può
altresì capitare che vengano sottolineate eventuali mancanze da parte dei
ragazzi, per questo, anche durante le riunioni, non smettiamo di portare avanti
i nostri insegnamenti.
Quello che noi cerchiamo di fare non è di cambiare
la testa o le idee dei ragazzi, imponendogli una determinata strada da seguire (anche
se naturalmente “dall’alto della nostra esperienza” potremmo sapere cosa
potrebbe essere meglio per loro), ma per noi significativo è far sì che essi
abbiano una scelta, un’alternativa alla vita che si pone loro di fronte.
Foto: https://zizzi.org/storia/ |
La tendenza naturale di un figlio che viene
ripetutamente picchiato dal genitore sarà quella di diventare un adulto simile
al padre e per questo la nostra associazione si assume il compito di togliere
il minore da quella strada e mostrargli che esistono altre realtà rispetto a
quelle violente che ha sempre conosciuto.
Gli errori, così come i successi, per noi devono
dipendere dalle nostre scelte e non da condizionamenti esterni come quelli che
possono provenire dalla famiglia.
Gli sbagli però possono nascere da timori e paure e
per questo ai nostri ragazzi ricordiamo sempre di condannare il peccato e mai
il peccatore, perché l’importante è riuscire a vivere in armonia l’uno accanto
all’altro.
Inclusione sociale è riuscire a stare con tutti, sia
con chi la pensa come te (con la cui collaborazione si può dare vita a progetti
più efficienti), ma anche con coloro che hanno idee diverse dalla tua poiché
sono proprio il confronto ed il rispetto reciproco che ci aiutano a crescere
giorno dopo giorno.
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