lunedì 4 luglio 2022

Il femore rotto come segno di civiltà

Quando possiamo definirci civili? Cosa sancisce, secondo voi, l'inizio della civiltà umana?

Prima di leggere, fermati un attimo e pensaci. 

Durante una lezione tenuta dall'antropologa Margaret Mead, un suo studente le chiese quale fosse secondo lei il primo segno di civiltà di una cultura. Il ragazzo, così come i suoi colleghi, si aspettavano che  menzionasse le armi, le pentole o le macine di pietra, tutte cose relative alla prima sopravvivenza.

E invece, Margaret Mead, diede una risposta inaspettata, che sicuramente ha aperto tutta una serie di riflessioni che si protraggono fino a oggi. L’antropologa, infatti, rispose che il primo segno di civiltà di una cultura era un femore rotto, guarito poi grazie alla presenza degli altri.

L’insegnante, per spiegare la sua teoria, fece un paragone con il regno animale. Quando un lupo, o qualsiasi altro animale, si rompe una gamba, muore. Le possibilità che sopravviva affinché l’osso guarisca da solo sono improbabili. Non può andare al fiume a bere o girovagare per cercare da mangiare. È immobile e in balia del destino, probabilmente diventerà il cibo di altri predatori.

Un  femore  rotto  che  è  guarito  è  la  prova che  qualcuno si è  preso  il tempo di stare con colui che è caduto, ne ha bendato la ferita, lo ha portato in un luogo sicuro e lo ha aiutato a riprendersi. 

Scheletri con il femori fratturati risalgono fino a 15 mila anni fa e suggeriscono che non solo le persone con il femore rotto sono sopravvissute all’infortunio, ma che altre, forse amici o famiglia hanno probabilmente rischiato la vita per proteggerli per prendersi cura dei loro bisogni.

Per Margaret Med: “Il primo passo verso la civiltà è un atto di compassione umana e diventa il fondamento di tutte le grandi conquiste dell’umanità. Aiutare qualcun altro in difficoltà è dove inizia la civiltà “.

Benedetta

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