venerdì 22 aprile 2016

Un gomitolo di pensieri

Di Alba

Abito a Livorno da qualche anno e la mia casa si trova proprio di fronte al mare; nonostante in molti mi abbiano fatto conoscere i nomi dei venti non riesco ancora a distinguerli, forse perché sono tanti e forse perché cambiano rapidamente direzione! Essi hanno però un fattore in comune: sporcano gli infissi e i vetri. Nei giorni scorsi soffiava fortissimo il Libeccio che, alternandosi al Maestrale, agitava il mare e faceva ondeggiare le navi e le barche in maniera spaventosa. Durante la notte non sono riuscita a chiudere occhio a causa di questo concerto “diretto” da Eolo, un’orchestra fatta di onde che si infrangono sugli scogli e di venti che penetrano in ogni fessura e in ogni spiffero. Fuori poi potevo sentire i sordi suoni degli oggetti che, spinti dal vento, cadevano e si rovesciavano. Così, immersa in questo caos, la mia testa ha iniziato a partecipare alla “sinfonia” alla velocità del vento. Un turbinio di pensieri più o meno collegati tra loro mi ha attraversato il corpo ed ho sentito che ognuno di loro proveniva da una direzione differente.  
La mia mente è così andata a ripescare i ricordi di alcuni giorni prima, giorni in cui mi ero sentita molto inquieta e in cui avevo avuto delle strane sensazioni che ormai non riesco più a riconoscere molto bene: sensazioni che hanno dato una svolta al mio umore. Mi spiego: quando sto vivendo un periodo di intensa stanchezza fisica e mentale, di pigrizia e di monotonia, ma in una globale serenità, mi capita di percepire, quasi all’improvviso, una sorta di “viraggio” repentino del mio carattere. La mia serenità si trasforma in malumore ed intolleranza verso tutto e tutti, mi viene voglia di urlare, di picchiare e di fuggire via lontano. Spesso tutto ciò è causato dal brutto tempo e dal vento, dalla pioggia  e dai temporali tutti intorno a me. Con la mia mente volta a questi pensieri, ho riflettuto su tanti brutti episodi tristi e drammatici che si sono verificati in tutto il mondo e che non sembrano avere fine. La violenza “cieca” delle persone sui simili, sugli animali, sulle cose altrui, sta dilagando in modo esagerato e incomprensibile e forse una delle tante spiegazioni può risiedere in ciò che ho appena scritto. Non molto tempo fa ho letto qualcosa a proposito delle maree e ricordo di aver scoperto con meraviglia come esse siano influenzate dai movimenti della Luna (alcuni ritengono anche che la posizione di altri corpi celesti e la loro posizione al momento della nascita possa aver influenze sull’innalzamento e sull’abbassamento delle maree). È noto certo a tanti inoltre che nei giorni che precedono il plenilunio si è più inquieti ed è più faticoso addormentarsi, d’inverno poi il sole illumina e riscalda di meno, le ore di luce sono più brevi e l’alimentazione è più ricca di grassi, di dolci e di schifezze varie che forse assumiamo inconsapevolmente nella vana illusione di consolare le nostre delusioni, di riscaldare il cuore e di riempire i vuoti causati dalla solitudine. Tutto ciò si ripercuote sul fisico e sulla mente e porta gli individui ad essere e a sentirsi “diversi”, meno lucidi, più cupi o a perdere la calma e il controllo. Persone solitamente tranquille diventano irrequiete, persone rispettose e rispettabili si trasformano in esseri gretti e ignobili. Ma i tanti mutamenti naturali che avvengono di continuo non sono anche influenzati dall’uomo e forse in maniera tanto negativa e tanto maggiore? Il “naturale” che diventa “innaturale” contro natura. Progresso, tecnologia, computer e cellulari, quanto sono realmente positivi? E quanto negativi? Auto, fabbriche, traffico, quanto positivi? Quanto negativi? Spesso dovremmo fermarci e riflettere su ciò che realmente dovremmo apprezzare; godiamo di ciò che c’è di meraviglioso intorno a noi, di tutto ciò che di unico e irripetibile la natura ci fa dono di continuo: la vita!
Foto di Andrea Dani
Evitiamo di essere autolesionisti, cominciamo dal voler bene a noi stessi e se da soli non riusciamo a risolvere un problema o a trovare una soluzione, non indugiamo, non perdiamo tempo e chiediamo aiuto a qualcuno: un amico, un conoscente, un sacerdote, un medico. Non deve esserci vergogna, non bisogna sentirsi inferiori o deboli, anzi dobbiamo renderci conto come l’individuazione del problema e questo lotta per risolverlo sia per noi una vera e propria vittoria! Volendo bene a noi stessi possiamo volere bene agli altri, saremo ricambiati e la vita ci sorriderà! Ammiriamo un tramonto, ammiriamo lo sbocciare di un fiore e questo ci rincuorerà di tante brutture. Ci appagherà totalmente e dato che il nostro cervello è elastico, quando siamo tristi, pensiamo a qualcosa di simpatico, di comico, abbozziamo un sorriso e la tristezza si trasformerà in serenità e la serenità ci contagerà come una risata.  Saluti da Alba, un’erbivora che rumina con  il cervello e con il cuore.


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