venerdì 13 maggio 2016

Storia di un amore

Di Riccardo Favilla

La nostra storia si svolge negli anni sessanta a Livorno, ridente città della Toscana abitata da gente di mare sincera e aperta che vivono la loro vita di tutti i giorni. Alla radio un notiziario diffondeva la notizia dell’arrivo di un premier inglese per motivi politici, forse un gemellaggio tra Londra e Livorno. Un uomo stava seduto su una sedia fuori dal portone di un antico palazzo del rione Venezia. Avrà avuto una cinquantina d’anni, aveva in testa un cappello floscio che celava lunghi capelli, una camicia di jeans blu, un paio di pantaloni jeans e scarpe di tela. Guardava i fossi come se stesse pensando alla vicina gioventù, quando era bambino e correva in piazza del Logo Pio giocando a calcio con i suoi amici, o quando da giovane ascoltava nel bar i dischi da un jukebox; gli sembravano tempi lontani. Via via affiorava dalla sua mente un nome: Teresa, la sua moglie che lo aveva lasciato dopo dieci anni di matrimonio. Pensava a quando era felice con lei sulla collina di Montenero seduti su di una panchina o a quando andavano in un bar a prendere una birra e un gelato. Erano piccoli momenti che gli riempivano la vita. Non ha figli anche se avrebbe voluto averne, quando vede i bambini con i genitori il suo cuore si rattrista. All'improvvisono sentì una voce, erano una giovane donna: <scusi, per la parrocchia dei domenicani, dove devo andare?> parlava con un accento straniero. L’uomo la fissò e sorrise: < l’accompagno io, è qui a due passi>. Dopo pochi minuti arrivarono e l’uomo fece cenno di andarsene e salutarla ma la ragazza esclamò: < rimanga qui, mi fa piacere e quando avremmo visitato la chiesa potremmo passeggiare per Livorno>. L’uomo: <va bene, lei da dove viene? Non è italiana>. L’uomo fece cenno di andarsene di nuovo. La giovane donna: <si fermi, mi chiamo Katherine ed ho vent’anni>. Lui rispose: < io quarantasei, potrei essere vostro padre>. La giovane donna: <entriamo in chiesa>. La ragazza rimase meravigliata dalla bellezza del luogo e dei quadri e disse: <beautiful, very beautiful! Non ci sono altre chiese da visitare?> L’uomo: <ci sarebbe la chiesa di San Ferdinando qua vicino, ma purtroppo non so se è aperta>. Lei. <andiamo a vedere>. La chiesa era aperta e la donna rimase stupita dalla bellezza dei marmi e delle statue e ripetè le parole: <beautiful, very beautiful!> ma aggiunse <c’è un bar qui vicino? Mi andrebbe un tè>. Andarono quindi al bar, entrarono ed ordinarono un tè ed una birra. La ragazza, sorseggiando dalla sua tazza, fissava l’uomo con aria incuriosita facendosi dentro di sé alcune domande. L’uomo beveva la birra e anche lui la fissava. La ragazza sorrise e i suoi occhi brillarono. Appena usciti dal bar la ragazza abbracciò l’uomo e lo baciò sulla bocca. L’uomo la scansò in fretta: < no, no, potresti essere mia figlia!> la giovane donna: < ma non lo sono, dal primo momento che ti ho visto sento un’attrazione per te>. L’uomo: < non posso, non posso. Dimentichiamo tutto, andiamo a prendere il “Due” e andiamo a Montenero, vi è un antico santuario ed è un bellissimo posto>. La ragazza. <non posso dimenticare, ma andiamo; è vero che la Madonna di Montenero è la patrona protettrice di Livorno?> Lui rispose: <a Livorno abbiamo come patrona santa Giulia che festeggiamo il 22 maggio, fra due mesi, potresti tornare>
Foto di Sophie Sophrosyne
. Lei: <sei disposto ad aspettarmi? Allora sono qualcosa per te>. L’uomo cambiò discorso: <andiamo, l’autobus passa tra cinque minuti>. Mentre viaggiavano la ragazza mise il braccio attorno alle spalle dell’uomo e dopo una mezzora arrivarono a destinazione. La ragazza rimase stupita dalla funicolare che li condusse a Montenero Alto. Entrarono nel santuario e lei rimase meravigliata dalle tante grazie realizzate dalla Madonna e osservò i bellissimi marmi. La ragazza: <posso lasciare una piccola offerta per i monaci? Ci devono volere tanti soldi per mantenere questo santuario.> La ragazza aprì il portafoglio e inserì una banconota nella cassetta delle offerte e aggiunse: <in piazza ho visto diverse bancarelle, voglio comprare qualche souvenir da portare a casa.> L’uomo: <andiamo da Giovanni, è un mio amico ed ha diversi oggetti>. La ragazza si fermò di fronte alla bancarella indicata dall’uomo. L’uomo all'improvviso le disse: <vuoi conoscere la mia storia? Sono nato quarantasei anni fa a Livorno, in piazza Cavallotti nel palazzo dove nacque il musicista livornese Mascagni, ho trascorso la mia vita fino ad otto anni là, poi mi trasferii in Venezia, lo storico rione. Poi mi sposai e sono stato dieci anni sposato, ma venni lasciato per un altro uomo. L’uomo si mise a piangere dicendo: <perché? Perché amore mio mi hai lasciato?> La ragazza tolse un fazzoletto dalla borsa e glielo porse poi lo abbracciò e lo baciò sulla bocca. Fu un bacio lungo e intenso. L’uomo: <perché mi hai baciato? Non sono di buona compagnia, mi sono messo a piangere come un bambino>. La ragazza lo abbracciò di nuovo: <se vuoi sfogarti fallo pure, sono qui per ascoltarti>. L’uomo: <cosa posso darti? Sono disoccupato e vivo la mia vita alla giornata>. La ragazza: < dal primo momento che ti ho visto qualcosa dentro di me è cambiato ed ora penso di amarti> e lo strinse a sé e lo baciò di nuovo. L’uomo: <ho un’età che potrei essere tuo padre, ventisei anni di differenza sono tanti>. La ragazza disse: <andiamo a casa tua, voglio vederla>. L’uomo: <va bene, prendiamo di nuovo l’autobus e andiamo>.
Dopo una mezzora arrivarono a casa dell’uomo. Era una casa modesta: camera, cucina, sala e bagno. La ragazza: <adesso stiamo un po’ in intimità>. Si sedettero sul divano e la ragazza si slacciò la camicetta dalla quale uscirono due piccoli seni, desiderosi di amore e così facendo abbracciò e baciò l’uomo. Lui, preso dal desiderio, accarezzò quei due piccoli seni e la baciò. La ragazza: <andiamo in camera, ho voglia di fare l’amore>. Furono due ore di intenso amore sotto le coperte; i due corpi l’uno sull’altro. La mattina dopo si svegliarono felici. L’uomo: <cosa ho fatto? Cosa ho fatto? Potrei essere tuo padre!>. La ragazza. <io ti amo e tu hai bisogno di una donna accanto perché sei troppo solo. Domani parlo con mio zio perché dovrei andare a Roma con lui, sento se puoi venire anche tu>. Lo zio altro non era che il famoso politico inglese di cui si sentiva tanto parlare alla radio. Il giorno dopo la ragazza parlò con lo zio: <mi sono innamorata di un uomo di ventisei anni più vecchio di me; non arrabbiarti zio. Vuoi conoscerlo?>. Lo zio: <voglio vedere che uomo è, voglio conoscerlo>. Il giorno dopo vi fu l’incontro. L’uomo: <piacere di conoscerla, mi rendo conto che effettivamente potrei essere il padre della ragazza, ma mi sono innamorato di lei, ho pochi soldi e non mi sono messo con sua nipote per denaro. Lo zio: <venga a Roma con noi così potrò conoscerla meglio>. La ragazza: <grazie zio, lo amo!>. il mese dopo partirono per Roma, albergo prenotato, camera di lusso. Lo zio: < intanto camere separate poi si vedrà. Lei andò incontro a lui e lo baciò sussurrandogli un orecchio: <a stasera>. L’uomo quella notte non andò da lei perché voleva ingraziarsi lo zio; dopotutto ogni promessa è debito. Ritornarono da Roma a Livorno. La ragazza in cuor suo non riusciva a capire perché l’uomo la sera prima non fosse andato da lei. La ragazza: <forse non mi ami più? Non sono desiderabile?>. L’uomo: <sì ti amo ma avevo promesso a tuo zio camere separate, aspetta e vedrai>. La ragazza ripartì per l’Inghilterra e per un anno continuarono a scriversi e a telefonarsi. Un anno dopo tornò da sola a Livorno e andò a cercare quell’uomo. Andò in Venezia e lo ritrovò seduto su di una sedia fuori di casa. L’uomo le corse incontro: <amore mio mi sei mancata tanto!>. La ragazza corse verso di lui, lo abbracciò e lo baciò. Fu un bacio lungo e intenso. La ragazza: <mi sei mancato tanto, contavo i giorni perché non vedevo l’ora di rivederti, mi rendo conto di amarti sempre di più>. L’uomo rispose al bacio e in cuor suo voleva che non andasse più via: <saliamo in casa, ho voglia di fare l’amore con te, se tu vuoi>. Salirono così verso il loro nido d’amore. La ragazza si spogliò mostrando il suo giovane corpo e l’uomo fece lo stesso. Il lenzuolo aspettava, entrarono in quel letto morbido e iniziarono la loro lotta d’amore, avvinghiati in un abbraccio pieno di sospiri, baci e carezze. La ragazza si addormentò accanto a lui. L’uomo la guardava e le accarezzava i capelli. Fecero mattina, si vestirono e andarono al bar a fare colazione. La ragazza: <sono contenta di averti incontrato, sei meglio di tanti ragazzi>. L’uomo quasi d'impulso: <mi vuoi sposare? Prima però voglio chiedere il consenso a tuo zio>. Lo zio tornò dall’Inghilterra, aveva ricevuto una telefonata dalla nipote che lo informava della proposta di matrimonio fatta dall’uomo. Lo zio: <ho capito il sentimento che prova per mia nipote, ho tentato varie volte di allontanarla, ma capivo che era inutile perché il sentimento per lei era vero e sincero come il suo, siate felici, a quando l’evento?>. L’uomo: <la mia casa è modesta ma è quello che posso permettermi, non voglio soldi da lei, cercherò di trovarmi un lavoro>. Lo zio: <domani ripartirò perché dovrò essere a Londra per motivi politici, ma tornerò per il matrimonio, siate felici>. La ragazza e l’uomo si abbracciarono e si baciarono e lei. <sì, sì ti amo e ti voglio sposare anche se non sei giovane e ricco>. Dopo sei mesi arrivarono i documenti dall’Inghilterra: era tutto pronto per il matrimonio. La ragazza: <vorrei sposarmi a Montenero se tu vuoi>. L’uomo: <va bene, domani andremo a parlare col priore>. Si sposarono, lei aveva un vestito bianco, lui invece sembrava un signore. Lo zio e gli amici dall’Inghilterra erano tutti presenti e fu una grande cerimonia. Per il viaggio di nozze andarono in Inghilterra nella villa dello zio. Passarono diverse notti senza uscire dalla camera; i loro corpi erano nudi distesi sul letto stanchi e felici. Tornarono a Livorno e l’uomo aveva fatto fare dei lavori in casa per renderla abitabile. Vissero felici e contenti e furono ancora più felici quando nacque loro un bambino che chiamarono Christian. Il cuore dello zio si sciolse nel vedere quel pargolo di suo nipote. L’uomo era felice di essere diventato padre, il suo cuore era felice. Questa è una storia d’amore come tante storie perché l’amore non ha età.

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