giovedì 1 settembre 2016

Riflessioni sul terremoto

Di Alba

Perché? Perché? Perché?
È la domanda che sempre esterno ogni qualvolta resto incollata davanti alla tv dopo una catastrofe, come il terremoto recente fra Lazio ed Umbria. Resto attonita con le lacrime che mi solcano il viso e continuo a chiedermi: perché? E mi immedesimo nel dramma di chi è rimasto intrappolato e ferito sotto i cumuli di massi, detriti, arredi… magari vicino a parenti morti. Perché? Pochi attimi e tutti i sacrifici di una vita per costruirsi una casa crollano ridotti in polvere. Perché? Anziani, giovani, bimbi, animali… mi ricompongo continuando a chiedermi “perché”, provo a trovare una risposta da credente: Signore, perché? Sia fatta la tua volontà. Forse la sofferenza su questa terra (anche quando frana provocando morte e distruzione) è necessaria per “meritarci” una vita migliore dopo?
Molte volte ho sentito il terremoto , ho vissuto il dramma dei miei parenti colpiti dal terremoto in Irpinia nell’80, i traumi psicologici che hanno riportato i miei cugini più giovani. Qualche anno fa a Pisa, quando frequentavo il corso per facilitatore sociale, ho dialogato molto con una ragazza abruzzese che era in veste di tirocinante perché si stava per laureare in psicologia; aveva vissuto il terremoto dell’Aquila del 2009, mi parlava spesso, prima e dopo le lezioni, della sua terribile esperienza, della casa che aveva perduto insieme con amici e parenti. L’ascoltavo e ci scambiavamo sensazioni e impressioni e ogni tanto l’abbracciavo perché non mi uscivano le parole per la commozione; mi faceva spesso il paragone con l’alluvione che io avevo vissuto a Firenze dal 4 novembre del 1966. Le prestai i volumi che avevo con foto e cronache di quel lungo e terribile periodo. Lei cercava la differenza fra il terremoto e l’alluvione ed io le raccontavo il mio vissuto, lei il suo. Nel suo dramma c’era stato un lieto epilogo: aveva conosciuto un vigile del fuoco di Pisa che era andato in soccorso alla popolazione abruzzese, fra i due era sbocciato l’amore e a distanza di qualche anno si erano sposati e avevano avuto due bambini. Purtroppo con lei persi i contatti poiché tornò a vivere nella sua terra, anche se sempre distrutta e a tornare anche a Pisa.
“Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori” Così recitava una bella vecchia canzone di Fabrizio De André , proprio così! La natura si ribella, catastrofi provocano distruzione, morte, sofferenza e quando tutto sembra perso per sempre una piccola luce si accende… poca forse ma sufficiente per dare una nuova boccata di ossigeno, una spinta per rimettersi in moto, per ricominciare a vivere nel sentire la solidarietà di tanti estranei ma calorosi; e seppur con ricorsi dolorosi, con l’aiuto il tempo consentirà di osservare da fuori, con distacco, quanto introiettato dolorosamente e bruscamente “sul campo”.
Penso alla difficile operazione  di messa in moto degli aiuti, faccio enorme fatica a capire come il meccanismo della solidarietà fatta di uomini e mezzi possa essere attivata e soprattutto coordinata per aiutare e non intralciare. E mi vengono alla mente esempi di aiuti che abbiamo ricevuto io e la mia famiglia per l’alluvione del 66, pur non avendo avuto danni alla casa. E continuo a pensare che se è vero che eventi naturali come i terremoti e alluvioni si verificheranno sempre (e forse più spesso) è pur vero che tanti danni a cose e persone potrebbero essere evitati o comunque ridotti. Mi viene poi in mente il terremoto di non molti anni fa a San Giuliano di Puglia dove crollò una scuola e dove morirono venti bambini e la maestra. Un mio cugino ingegnere andò come volontario e dopo un accurato sopralluogo stilò una perizia nella quale evidenziò gravi carenze strutturali oltre all’inadeguata collocazione dell’immobile. Tale perizia, insieme a quelle di altri professionisti, fu inoltrata agli uffici preposti per il caso ma… I bimbi e la maestra erano morti e anche dopo anni, come troppo spesso accade, i responsabili rimasero impuniti.
Per me da sempre e per ogni evento è la coscienza di ognuno di noi che deve muovere a fermare il tutto! Purtroppo molto spesso, troppo spesso, la coscienza e l’onestà restano parole vuote, invisibili, perché soffocate, nascoste, azzerate dagli interessi materialistici; è il dio denaro che governa tutto l’universo e continuo a pregare il solo Dio che può fare qualcosa se solo lo “ascoltiamo” e preghiamo sempre. E forse anche le guerre, la cattiveria fra gli uomini di qualsiasi razza, estrazione sociale, istruzione, cesserebbero e potrebbero regnare solo l’armonia, la pace e l’amore. Che bello! Questo è sempre e solo l’augurio che mi rivolgo e vorrei che se lo rivolgessero in tutti i continenti. Mentre sto scrivendo tutto ciò ho ricevuto la telefonata del mio cugino ingegnere che mi ha informato su alcuni nostri parenti; mi ha detto che presto diventerà nonno per la terza volta e che è in procinto di partire per fare sopralluoghi e perizie. Il suo “amaro” sfogo è quello che già conosco e che anche io, da profana, ho espresso: mancanza di coscienza e professionalità in chi costruisce, in chi deve autorizzare e sorvegliare e chi poi, nel caso, deve punire. Verrà a trovarmi e si renderà conto di quanto anche qui ci siano pecche che ho denunciato e che ancora non hanno danno esiti… e magari non ne daranno se non negativi, almeno per me. Spero vivamente di sbagliarmi!

Ho poi visto in tv l’esibizione delle Frecce Tricolori, al solito toccante e ancora di più per la dedica ai terremotati con un cuore disegnato nel cielo con le scie tricolori. Auguriamoci tutti che la solidarietà di tanti continui e che le promesse di tanti si trasformino presto in realtà di rinascita in miglioramenti tangibili! 


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