mercoledì 16 ottobre 2019

La mia fragilità che porta alla rottura

Io sono l'esterno, io devo pensare assorbire inglobare la realtà, tenerla sotto controllo, capire, fare mio.
Capire, capire il mondo, perché il mio amore per la vita consiste in questo. 
Pensare, pensare, pensare.
Mancanza di lucidità tranquillità.
Senso di colpa per non fare lavoro di cura, perché ho paura di sbagliare io non capisco bene.
Paura di stare con gli altri, che mi giudicano e mi tengono da parte, perché non sono intelligente, simpatica e allegra.
Pensiero ossessivo sul registrare, ricordare tutto l'esterno.
Ripetizione all'infinito di tutti i pensieri negativi.
Visione catastrofica del mondo, che a volte vedo non bello.
La mancanza di pensiero se non negativo, la rottura avviene quando ho paura di essere "arrestata" e io m'impongo di evitare le catastrofi.
Sto bene, quando ricoverata mi accorgo che i medici sanno come approcciarsi e cosa fare, facendomi tornare allo stato naturale. Ritorno nella realtà, nel positivo.
Però, rimango insoddisfatta, perché non vivo come vorrei, cioè essere utile agli altri e in mezzo agli altri.
Fin da quando ero piccola, mi sono chiusa in pensieri e fantasie senza riuscire ad essere lucida.
La scuola è stata una tortura, perché avevo difficoltà a comprendere, ricordare e non mi rimaneva niente di quello che studiavo, anche se ero bravissima.
Stavo sempre in casa da sola a studiare, senza amici e sempre con il dolore portato dentro fisso sin da piccola. Dovevo capire, ma non capivo.
Ancora non ho trovato la serenità, ma l'Associazione Mediterraneo con le sue belle cose mi sta dando moltissimo. A me piacerebbe stare meglio con le persone e dare di più.
La cosa più bella che ricordo, è quando ero piccola prima di chiudermi vedevo tutto meraviglioso, sorridevo sempre e amavo come una matta la vita, vorrei ricordarmi di quella Laura.
Di Laura.

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