di Stefano Scotti
Entrando nella Macelleria della Coop dove tutti i santissimi giorni
andiamo a fare la spesa, con la buona Brunella nostra contabile ma soprattutto
educatrice volenterosa come altre poche operatrici, mi ha creato stupore
vedere “IL CICCI” gestore del Bar dove solo ieri avevo bevuto l’ultimo
bicchiere prima del rientro, a fianco del Macellaio.
Con uno strano torpore mi sono svegliato stamani, erano le 11:37, ed
era come se pensieri e frasi che un giorno….insomma non che assillavano
la mia mente ma “ci sguazzavano un po'”, non trovavano che un
piccolissimo vago ricordo.
Mi sono fatto la doccia e dopo aver finito il caffè avanzato da ieri
sera sono uscito.
Sceso in piazza ho preso l’autobus per recarmi all’appuntamento che
avevo per il lavoro.
Era Giovedì, ne avevamo 15, il mese in corso era Aprile e il Pik
Bar era chiuso.
Sono andato verso L’Oasi, un'altra baracchina sul lungo mare di Ardenza.
Data l’ora del mio risveglio ho solo fatto colazione servito da Silvana,
credo che si chiami così.
Ho visto Riccardo dirigersi verso l’esterno a fianco del Bar e ho capito
che si era fatta l’ora dell’appuntamento che ho con Sergio e con i nostri amici che ho ripreso ad incontrare, dopo la mia ultima permanenza in comunità durata circa quattro mesi
durante i quali persone capaci hanno cercato di ridimensionarmi riuscendoci per
quel poco che bastava per “prolungare la mia vita”.
Dolorante al polso: così mi sono presentato durante una conversazione
che intrattenevo al telefono con mio padre a cui stavo spiegando i motivi che
mi costringevano all’idea di non lavorare.
Mamma doveva ancora pranzare e dato che non aveva voglia di uscire
dovevo fare la spesa, così convinto lui, fatto
due chiacchere con i ragazzi, e salutato il mitico Sergino sono tornato verso
casa passando prima a bere qualcosa al “Moletto di Antignano" dove soltanto ieri ho incontrato Martina ed Alessia .
Abbiamo trascorso un'oretta ha parlare con suo padre e sua madre del mio
breve giro fatto in Capraia, c’èra anche “Nedo” il cane della sorella Lisa,
che penso abiti ancora con loro.
Vista la brutta giornata mi sono diretto verso casa dopo aver comperato
il pranzo di mia madre. Lasciata che ancora mangiava mi sono incamminato
nuovamente verso la piazza del paese dove ho incontrato la ragazza che
sta dietro il balcone del negozio fotografico e mi sono informato se le stampe
erano pronte, dopo una rapida occhiata all’interno dello scaffale e visto che
non erano ancora pronte, ho aver fatto un'altra capatina giù e mi sono
diretto a casa.
“Partiamo di sera verso Milano, io, Arpiles, Leonardo, Teo il cane, tre
plettri un po’ usati, sei sigarette e due tesserine, dell’autobus naturalmente
così Teo le userà per andare a donne, pardon cagnette. Giriamo un po’ per la città, evviva trovato il dormire ci resta in tasca
duemila lire."
Durante il mio pellegrinare per Pasqua, nell’isola di Capraia ho potuto
trascorrere con mio padre e mia madre, tre giorni lontani da stress, paranoie,
incazzature per il lavoro e devo dire che sono due persone “possessive” ma
anche “lascive per il giusto”.
Che bello essere tornati a casa dopo una così lunga degenza, sembra
che le settimane, i giorni, i mesi abbiamo sapori diversi.
Vedere di nuovo il sole spuntare da dietro Montenero per affogare in
mare ha un gusto tutto diverso di vederlo spuntare dietro i grattacieli della
città.
Fra una quindicina di giorni sarà estate e me ne potrò gironzolare
per le spiagge, dopo il lavoro, a cercare di carpire qualche spunto
fotografico, visto che avevo questa passione abbandonata da un po’ e solo da
giorni ritrovata.
Oggi è Venerdì e stamani me ne andrò al mercatino sperando di trovare
qualcosa di interessante.
Ho trovato una camicia a buon prezzo.
Intanto da Pasqua non sento più Francesca ma so che fra notti e
giorni rivedrò l’amore della scorsa stagione. So che avrà un esame
universitario importante molto presto, oggi piove, ma presto splenderà il sole
così potrò scendere a sistemare la ringhiera che è da riportare a ferro e
ritingerla.
“Amore se fossi aria vorrei che tu fossi una rondine per poterti vedere svolazzare
senza mai riposo e poterti dire che sei importante per me".
Cara Francesca a te dedico queste parole da poco che si sottendono solo
un vizio antico sperando, però che tu
non le prenda come un gioco.
E’ solo una canzone ma continua ancora in versi con una capacità di
immedesimamento che ritrovo solo in cantastorie come De Gregori,
Guccini e Dalla ecc.ecc.
Passeggiando con il mitico “peroncino” in mano per il moletto mi
è capitato di guardare delle studentesse, dicevano di venire da Lucca ma non
avevano affatto la parlata lucchese.
Mi hanno mostrato un volantino che parlava della nostra posizione riguardo al
ministero della difesa e del nostro rapporto con la NATO, non soltanto
verso la guerra attualmente in atto ma verso
tutte le guerre, poi mi sono incamminato verso casa.
“Giusto o no” non lo so ma i pensieri da affrontare in questa "giungla" che è la vita.... vi spiego: se potessi fare una descrizione della
vita non potrei farla perché tutto varia, tutto è diverso ogni giorno,
ogni attimo.
Quando ero nella comune ero chiuso in un mondo fatto di poche
cose ma di intense emozioni ed erano più forti, ma allo stesso momento più
blande. Adesso tutto è più difficile ma d’altra parte "siamo fuori dal mondo se
pensiamo di intenderla alla stessa miniera", sento dire da una signora a
passeggio avviandomi verso la panchina.
Prima nella comune avevo meno stimoli, anche se i legami che cercavo con
gli altri erono forse più intensi e li potevi vivere in poche
circostanze, mentre adesso posso muovermi dove voglio, posso fare ciò che
voglio, quindi posso vedere più gente e intraprendere una vita fatta in salita,
non facilmente.
E' un po' che non prendo calamaio e foglio, si insomma che non inizio a scrivere, cosa che vorrei aver fatto prima, ma non riuscivo a fare; oggi
è il 3 Agosto, Martedì, e nel tempo trascorso senza poter descrivere i suoni e le
nuove voci ne ho passate di cotte e di crude come al solito.
Avevo conosciuto gente in gamba e iniziato a vedermi con Paolina e a
passare con i nuovi amici momenti spensierati.
Assumevo regolarmente i farmaci prescrittimi dal Prof. dal
quale arrivai con uno stabilizzatore del tono dell’umore dopo un ricovero per un
litigio con un infermiere durante un colloquio con il dottore.
Il responsabile del CSM e la dottoressa volevano
che dagli esami delle urine risultassi "pulito" in soli tre giorni.
Durante la mia nuova degenza ho avuto modo di riflettere ed ho capito
che mai mi pentirò di quello che avevo fatto o che farò.
Ma bando alle pillacchere di fango, alle poesie dette in una sedia, alle
ipocrisie di un tempo!
Qualche giorno fa ho fatto visita alla comunità: ho rivisto i
vecchi amici con i quali ho trascorso un bel periodo della mia vita, mi ha
accolto la nuova infermiera aprendomi quel portino che mi vedeva fino a qualche
mese fa dall’interno, c’erano Gian Luca e Alessandra assieme alla dottoressa
e ci siamo messi a parlare dei momenti belli senza ricordare quelli
brutti.
Era come se non fossi mai uscito, visto che poche cose sono cambiate.