A cura di Enrico Longarini
Salve mi
chiamo Meri e vorrei raccontare la mia esperienza e la mia vita lavorativa.
Sono nata l’8 dicembre del 1956 e
durante la mia giovinezza ho studiato e lavorato. Nel 1982, dopo un lungo
periodo di disoccupazione, ricevetti una richiesta da parte dell’Ufficio del
Lavoro per andare a lavorare presso la fabbrica Genepesca. Il lunedì successivo
iniziai subito il mio periodo di tirocinio che sarebbe durato solo quindici
giorni, dopo infatti, entrai a lavorare a contratto. Lavorai presso la fabbrica
per circa sette/otto mesi al termine dei quali fui licenziata insieme a tutti i
miei colleghi e colleghe, ma dopo qualche mese fummo nuovamente assunti sempre
dalla Genepesca; la fabbrica in questa maniera evitava di assumere gli operai a
tempo indeterminato. Scaduto il termine del contratto il datore di lavoro ci offrì di andare a lavorare presso la
Cooperativa all’interno della fabbrica stessa e dopo un iniziale momento di
dubbio, derivato dal fatto che il lavoro all’interno della Cooperativa aveva
fama di essere molto duro ,accettai poiché avevo paura di perdere il lavoro.
Dopo dieci anni mi accorsi di avere un problema respiratorio così mi feci
visitare da un medico il quale, accortosi della gravità della mia situazione,
non tardò a chiamare un’ambulanza affinché fossi ricoverata il prima possibile.
Trascorsi ben cinquanta giorni all’ospedale attaccata ad una macchina che
forniva ossigeno, ma nonostante il lungo periodo di ricovero i dottori mi
vietarono categoricamente di tornare a lavorare.
Nel 1995 mia
madre morì ed io persi la voglia di vivere; fu il periodo più buio della mia
vita così mi ammalai di nervi e fui ricoverata all’istituto Frediani presso il
quale rimasi fino al giugno del 2001. Dopo la mia permanenza presso l’istituto
Frediani i dottori decisero che sarebbe stato meglio per me alloggiare presso
la casa di riposo di Quercianella gestita dalle suore Passioniste, ma la
“compagnia” di persone molto più vecchie di me anziché guarirmi mi deprimeva,
così nel 2008 andai a vivere con la suocera di mio fratello con la quale ho
convissuto fino al gennaio del 2015. Attualmente vivo insieme a mio fratello
Emiliano. È stato grazie a lui, mia cognata Laura e mia nipote Marieme, che mi
sono accanto e mi offrono il loro sostegno, che ora posso dire con assoluta
sincerità di essere riuscita a riprendere in mano la mia vita.
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