A cura di Enrico Longarini
I ragazzi recitano un breve testo teatrale sul tema dello stigma intitolato
“La Pina” da cui si sviluppa la
discussione.
Il testo che abbiamo letto, a primo
impatto, può far sorridere, ma se riflettiamo attentamente sul significato
della storia possiamo scorgere un suo lato buio: quello di Pina, la ragazza che
sentendosi diversa non accetta se stessa.
È una cosa che può capitare a tutti
di guardarsi allo specchio e vedere nel riflesso qualcosa che non ci piace,
qualcosa che ci fa sentire diverso dagli altri e che altera il nostro stato
d’animo; di solito gli altri si aspettano
da noi un certo modo di essere ed anche che ci comportiamo in una
determinata maniera, di conseguenza se ciò non avviene, la sensazione di
diversità rispetto alle persone che ci circondano può divenire la causa di un
nostro malessere. Ma se la “colpa” non fosse delle nostre diversità, ma di un mal
giudizio degli altri?
Cosa possiamo fare per evitare che
ciò accada?
Esistono diversi comportamenti che
tutti dovremmo tenere nei confronti degli altri affinché vi sia un clima in cui
le persone siano sempre accettate nonostante le loro diversità:
-
Informarsi: a volte basta solo un po’ di
cervello, sono gli ignoranti che giudicano senza sapere e senza conoscere
l’oggetto del loro “giudizio”. Il pregiudizio si combatte innanzitutto con la
conoscenza.
-
Autocoscienza: è importante lavorare su se stessi.
-
Immedesimarsi nell’altro
-
Nonostante
le singole diversità che ci appartengono è importante tendere all’uguaglianza.
-
Ascoltare l’altro: ad esempio quando nella nostra
classe arriva un nuovo studente all’inizio viene inevitabilmente percepito da
tutti come “quello diverso” ed è per questo motivo che la pratica dell’ascolto
riveste un ruolo fondamentale; è solo grazie ad essa che possiamo scoprire
quanto siamo simili o diversi dagli altri e chissà, magari trovare un nuovo
amico.
Gli insegnanti della nostra scuola
hanno il grande merito di essere riusciti a non farci mai sentire emarginati.
Sono stati loro a farci crescere mentalmente e a venirci incontro nel momento
in cui avevamo bisogno che qualcuno lo facesse perché ci sentivamo diversi o
inadeguati e inoltre sono sempre stati loro ad avere la pazienza e la forza di
non abbandonarci; spesso infatti in altri istituti, a causa del numero elevato
di alunni in una classe, può capitare che l’insegnante non riesca a seguire
tutti gli studenti e si concentri solo su pochi lasciando così al loro destino
coloro che magari hanno bisogno di un aiuto maggiore.
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