dell'Istituto Marco Polo di Cecina.
A cura di Enrico Longarini
Leggendo il testo “La Pina” il
concetto principale che emerge è quello del pregiudizio e del conseguente
stigma che viene affibbiato a chi viene percepito come diverso o fuori
contesto; in questo caso lo stigma della protagonista consiste in un difetto
fisico ed è lei stessa che, aspettandosi di essere additata da tutti come
diversa, provoca il suo isolamento. Il suo problema fisico le crea disagio ed
ha ripercussioni sulla sua salute mentale: la sua scelta di non tornare più a
scuola per la vergogna è certamente esagerata, ma senz’altro comprensibile.
Secondo noi la scelta migliore che Pina potrebbe fare dovrebbe essere quella di
rimanere a casa per qualche giorno per avere il tempo di calmarsi e riflettere
sul problema, per poi tornare a scuola più tranquilla e rilassata. Pina infatti
non deve rinchiudersi dentro se stessa bensì affrontare apertamente il problema
che la affligge. La sua condizione di malessere ha sì una causa fisica, ma
trova espressione in un disagio che è essenzialmente di natura mentale. Pina sente di essere diversa dai suoi
compagni e questo, oltre ad arrecarle sofferenza, fa sì che sia lei in prima
persona a determinare la sua emarginazione. Come Pina ognuno può trovarsi a
vivere una situazione che può farlo stare male ed i motivi possono essere
molteplici: ad esempio il non riuscire a sentirci a nostro agio nell’ambiente
che ci circonda, il non vedersi riconosciuti per quello che in realtà ci
sentiamo di essere o magari, cosa che spesso ci spaventa, il timore del giudizio
degli altri (soprattutto dei nostri coetanei). Al giorno d’oggi si è ormai
abituati a giudicare, ma anche ad essere giudicati, senza che si conosca
veramente una persona e può capitare inoltre che gli altri, percependo un
individuo come diverso, possano deriderlo e prenderlo in giro. Purtroppo, dato
che il concetto di diversità ci viene imposto dalla società in cui viviamo, è
molto difficile riuscire a contrastarlo ed è per questo che Pina dovrà fare un
enorme sforzo per riuscirvi. La nostra opinione si basa su concetti meramente
teorici e, naturalmente, ci rendiamo conto che il disagio fisico e mentale sia
qualcosa che possa essere descritto e raccontato solamente da chi lo ha vissuto
in prima persona: sarebbe sbagliato giudicare un libro solo dalla copertina.
Nonostante ciò ognuno può attivarsi affinché questa vera e propria condizione
di malessere possa essere arginata con sempre maggiore efficacia. Ad esempio,
un aiuto che possiamo dare a chi soffre può consistere nel provare ad
immedesimarsi in lui/lei stesso/a, così facendo potremo riuscire a comprendere
al meglio le sue problematiche, l’aiuto di chi ci sta accanto infatti non è
cosa di cui tener poco conto ma è di fondamentale importanza. Naturalmente non crediamo
che il giudizio degli altri non sia importante, ma solo che esso debba
condizionarci solo fino ad un certo punto; esso dipende soprattutto dal
contesto e dalla situazione che ci troviamo a vivere, se per esempio veniamo
giudicati “male” dai compagni di scuola per un certo indumento che indossiamo,
possiamo tranquillamente ignorare i giudizi che non faranno altro che
scivolarci addosso come acqua, ma se veniamo giudicati e additati per qualcosa
che ha direttamente a che fare con la nostra personalità o il nostro
comportamento, il giudizio degli altri diverrà inevitabilmente un pesante
macigno che ci schiaccerà con tutto il suo peso. Questo mal-giudizio, che può
provenire sia dagli adulti, come gli insegnanti che possono non riconoscere i
nostri sforzi e darci un brutto voto, che dai nostri coetanei, che possono
percepirci come diversi da loro, può farci stare male e intaccare la nostra
autostima. Addirittura può capitare che gli altri ci impongano un ruolo e che
si aspettino da noi determinati atteggiamenti, ma qualora noi dovessimo tenere
un comportamento che non corrisponde alle loro aspettative potremmo trovarci a
dover sostenere il peso di un mal-giudizio.
Salute mentale significa essere
sereni con se stessi e con gli altri e per raggiungerla è fondamentale considerare
gli altri nostri pari e vivere in un ambiente sano di relazione con gli altri e
di rispetto. La nostra scuola ne è un esempio emblematico perché riesce ad
attivare questo clima di benessere, infatti quando i nostri insegnanti si
accorgono che qualcosa ci affligge non tardano a darci consiglio e ad aiutarci.
La stessa cosa purtroppo non si può dire della città in cui viviamo, Cecina,
che essendo un paese di limitate dimensioni, tende a bollare chi viene
ritenuto “diverso” o “strano” e a giudicare le persone sulla base di informazioni
superficiali e pregiudicando il contesto sociale nel quale l’individuo preso in
considerazione è inserito. Chi infrange i contesti rischia di essere percepito
come deviante.
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