Quanto scrivi Luana, la tua mente non si ferma mai è sempre
in subbuglio.
Ora guardo l’ orologio che ho sul tavolincino e vedo che
sono le 4 pari pari. Non riesco a dormire e allora scrivo anche se sono stanca
e con gli occhi dei miei pensieri vedo come è ridotta la mia bella città. Una
volta nei Canali Medicei c’erano tanti barconi di legno che un tempo
trasportavano la merce da un posto all’altro traversando tutta la città. Ora
sono fermi attraccati lungo i fossi ormai inservibili e corrosi dal tempo. Io
sono montata quasi su tutti assieme alle mie amichette. Quindici anni avevo e
dentro i barconi ballavo anche senza musica ma spronata anche dal canto stonato
delle mie amiche. Livorno, la mia città, il Voltone e i suoi misteri
sotterranei, che rilevavano la vecchia Livorno e ricostruita sopra lei era
rinata la nuova Liburnia nascondendo così tutto ciò che conteneva. Ancora, là sotto, c’erano
abitazioni e negozi e oreficerie con le etichette ancora inchiodate sui vecchi
muri con tanto di nomi scritti sopra. Era bellissimo essere là sotto e poter
capire la storia di Livorno ricostruita sopra la vecchia Liburnia distrutta da
un maremoto molti anni prima, era bello vedere ancora l‘ impronta che il mare
aveva lasciato sopra i muri ed era bello risalire e vedere quanto era bella la
mia cara Livorno ricostruita a dovere, le sue Fortezze vecchie ma intatte, il
vecchio ospedale che accoglieva le persone malate di polmoni(tisiche) e il
padiglione del lebbrosario che poi è stato abbattuto per farne un ospedaletto
per malati normali. Era bello camminare sotto la città nuova e arrivare sino al
mare camminando con cautela e infastidire i grossi ratti che si tuffavano nell’acqua
di mare contenuta nei lunghi canali che traversavano diverse parti della nuova
Livorno per poi congiungersi al nostro meraviglioso mare. Quanta storia ci sarebbe da raccontare della mia Livorno
che un tempo era l‘attracco dei pirati che portavano lì tutto ciò che
afferravano dall’ affondamento delle navi. Così nacquero le regate dei
Risicatori che erano gestite allora dal Venezia, bellissimo quartiere con la
bandiera biancorossa, dal Pontino, dall’Ovosodo
(mercato) e Borgo Cappuccini gestito allora dai signori Neri. Cominciarono così
le gare in mare seguite da tutti i cittadini con allegria e contentezza perché
sopra le barche, allora pesanti, c’ erano a remare forte per vincere la gara
,figli, mariti e parenti vari .Erano gare di potenza e di sfide tra i quattro
Borghi e ognuno tifava per il suo, io ero per il quartiere la Venezia dove
abitavo, che era solita vincere diverse volte il Palio e la Corsa Barontini.
Quanto era bello festeggiare la vincita del mio quartiere. Giravamo per tutta
la città sventolando con gioia la bandiera biancorossa cantando e urlando a
squarciagola sino a rimanere con la voce fioca e la gola indolenzita brava
Venezia! Forza Venezia!
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