giovedì 21 gennaio 2016

Tantra

Di Francois Macaione

TANTRA
L’IMPERMEANENZA è uno dei concetti basilari del BUDDISMO. Tutto è destinato a cambiare natura da un giorno all’altro; così come tutto è INTERDIPENDENTE., sprovvisto di una realtà intrinseca e vuoto, e bisogna basarsi su ciò che è senza caratteristiche: il RISVEGLIO.
Non è affatto un concetto pessimistico della vita, ma al contrario un antidoto possente contro l’ILLUSIONE. Avere una percezione acuta dell’INPERMEANENZA di tutti i fenomeni rivela alla coscienza come senza di essa il mondo sarebbe statico. Bisogna trovare spontaneamente la natura del nostro spirito o il SE’.
La DONNA incarna LA POTENZA, l’UOMO la CAPACITA’ DI MERAVIGLIA. Alcuni concetti non si trasmettono che alle donne.
Nessun discredito morale macchia la donna che lontano dall’essere la sorgente di peccato, di tentazione e di dannazione che noi conosciamo,
attraverso le tre grandi religioni monoteistiche, ma anche in certe correnti dell’induismo e del buddismo, è al contrario POTENZA e FORZA di trasmissione del più alto insegnamento mistico.
L’accettazione della potenzialità femminile libera L’UOMO convogliandolo verso una ricchezza creativa INESAURIBILE.
Bisogna rendersi conto che è un impegno molto grande da parte nostra percorrere la strada del RISVEGLIO. Una volta sulla strada non c’è una porta per uscirne. Se noi accettiamo bisogna rispettare i momenti più difficili perché se noi ci fermassimo, lungo, il cammino, rischieremo di avere turbamenti profondi. Questa dimensione nuova equivale a camminare come su un filo del rasoio, una volta partiti, non ci si può mettere a correre, ne fermarsi ne tornare indietro. Le conseguenze sarebbero troppo gravi. Qualche volta avremo l’impressione che gli altri ci trattino come se ignorassimo tutto. Il nostro orgoglio così sarà ferito.
I beni contano di più sono a prescindere dal tempo, cioè abbiamo tutto il tempo per conseguirli e essi sono:
 - LA SALUTE   
- GLI AFFETTI
- IL LAVORO.

LE 6 CORAZZE.
Esistono 6 corazze che limitano le nostre potenzialità:
- IL TEMPO
- LO SPAZIO
- LA MANCANZA
- LA LIMITAZIONE DELLA CONOSCENZA
- LA LIMITAZIONE DELLA CREATIVITA’
- L’ILLUSIONE GLOBALE.
  -         La 1° corazza è quella di essere sottomessi all’illusione che il tempo esista e che noi vi siamo legati. Questa illusione ci inchioda in una durata limitata e  da l’impressione che il tempo passi. Dopo il risveglio si scopre con stupore un nuovo paesaggio dove nulla è sottomesso al tempo anzi esso è un artificio della nostra coscienza.

-         La 2° corazza è quella che ci fa credere che noi siamo legati all’illusione dello spazio e lì ci colloca. Ma in realtà, non è così. Dopo il risveglio, ci si rende conto che noi siamo ONNIPRESENTI. Noi siamo dappertutto. Non vi alcun punto dello spazio che non sia il centro. Vi è una assoluta compenetrazione di tutte le strutture universali.

-         La 3° corazza è illusione di credere che ci manchi qualcosa, che noi non siamo affatto la TOTALITA’. E’ questa illusione che ci spinge a cercare sempre una via, un insegnamento una pratica, delle realizzazioni progressive. E’ quella che ci rende infelici che ci fa ricevere senza sosta nuovi elementi di completezza. Vivessimo 100.000 anni, non arriveremmo mai alla fine della nostra ricerca. Ci mancherebbe sempre qualcosa. Sapendo questo, il maestro invita il discepolo a cessare ogni ricerca esteriore. Nessuna strada porta al SE’, nulla può riaprire la Coscienza finche non ci rendiamo conto che abbiamo tutto in noi.

-         La 4° corazza è l’illusione di credere che il nostro potere di conoscenza, il nostro potere di apprendere l’assoluto sia limitato. Ci torturiamo desideriamo conoscere l’esperienza del RISVEGLIO. Abbiamo una tale di sapere che la nostra ansia di conoscere ci spinge verso L’ESTERNO e ci culla nell’illusione che stiamo per trovare ciò che ci manca. La CONOSCENZA DIVINA non procede per accomulazione. Più la si ingombra di sapere e di esperienze più si paralizza la nostra coscienza. Abbandoniamoci a questo tipo di piacere non ci porta che a gonfiarci di orgoglio. Quando io dico che l’intelligenza non è la via, non dico che bisogna rigettare l’intelligenza, dico semplicemente che l’intelligenza che realizza è quella che non è sollecitata. Allora, nella tranquillità essa brilla come un diamante. Ritorniamo semplicemente alle sorgenti della nostra Coscienza ed è là che troveremo il tesoro che cerchiamo all’esterno. Basta mettersi a sedere, dimenticare, libri e ragionamenti e dirigere lo sguardo verso il CUORE.

-         La 5° corazza è illusione che ci porta a credere che la nostra creatività sia limitata, talvolta anche a dubitare che noi non ne possediamo. E questo che ci spinge a venerare ciò che gli altri producono. Affondare nella bellezza non basta più. Questo impulso che potrebbe aprirsi alla nostra illimitata creatività, e frenato dall’idea che noi siamo incapaci di produrre un tale splendore.

-         La 6° corazza. Queste cinque corazze sono come circondate da una ultima corazza che è quella dell’illusione in se stessa che salda tra di loro queste diverse protezioni e assicura loro una coesione artificiale. Nulla impedisce allora di aderire al divino che è in noi. Ciò che non sappiamo affatto è che la più infima delle esperienze può diventare SIHVA. Basta così poco; il profumo di un fiore, uno sguardo, una brezza che sfiori il nostro corpo e all’improvviso la più solida delle corazze s’incrina e tutto il reale penetra in noi attraverso quella breccia, liberandosi dalla pesantezza della separazione.

I 3 CONCETTI IMPORTANTI
Esistono  3 concetti importanti:

- La presa di Coscienza della propria natura
- La soggettività investita di potenza
- L’Io universale

Questi 3 concetti non sono più legati come i precedenti all’oggettività. Essi sono legati alla PURA SOGGETTIVITA’ che culmina nella SOGGETTIVITA’ ASSOLUTA.

- Il 1° Concetto è quello della PRESA DI COSCIENZA della propria natura, della realizzazione frammentaria del SE’. Il discepolo è soggetto a folgorazioni estiatiche durante le quali percepisce l’universo
come irreale, poi ricade nella percezione ordinaria. Il 1° stadio è prezioso perché da alla pratica una intuizione vissuta e non teorica della realizzazione. E’ un livello che si raggiunge facilmente dopo che ci si affida alla pratica continua e non durera che qualche mese. Come in ogni evoluzione questo primo livello costituisce una trappola. Il discepolo che non è guidato da un maestro può prendere questa prima illuminazione per realizzazione finale. Il discepolo, in questo stadio preliminare, può provare un disgusto e decide di ritirarsene, per conservare la purezza della sua esperienza mistica. Questo è un grande ostacolo alle future realizzazioni. Quando vi è una scissione non c’è una vera vita spirituale. La vita e la grande maestra fuggire a essa equivale fuggire a noi stessi. Al contrario e bene alternare dei brevi periodi di solitudine con una vita sociale normale.
A questo stadio il discepolo e sottomesso ancora alla dualità.

- Il 2° Concetto è quella DELLA SOGGETTIVITA’ INVESTITA DI POTENZA. Il discepolo è meno sottomesso a ondeggiamenti. Si sente invaso di grande potenza. Gli succede di rimanere in estasi per delle ore senza l’ombra di un idea perturbatrice. Sente assai chiaramente che sta sprofondando nell’universo, vi è come aspirato e si lascia andare avendo l’impressione di gioire della realtà del mondo.
Ma il suo CUORE, non è completamente aperto, così ricade nello stadio ordinario, dove non vede più l’universo come espansione del proprio essere.

- Il 3° Concetto quello della DELL’IO UNIVERSALE. Esso corrisponde
alla totale apertura del cuore. Da questo istante il discepolo vive solo per l’IO assoluto. La NOZIONE DUALE si è volatilizzata. Bisogna finirla di credere che i momenti di distrazione siano in opposizione al raccoglimento profondo. Solo una è l’energia che viene a fondersi col raccoglimento. Dal momento in cui si cessa di considerare un ostacolo, si assiste a un meraviglioso mutamento in cui l’agitazione alimenta la quiete. Non vi è nessun antagonismo alla non dualità. Ogni sforzo per ridurre le torbulenze la rinforza. Bisogna afferrare chiaramente che non ci si raccoglie per fuggire qualche cosa o per attendere qualche cosa dall’esterno. Non si medita per espirimentare degli stati di coscienza modificati o qualcosa d’altro. Si medita unicamente per percepire da se stessi che tutto è in noi, ogni atomo dell’universo e che noi possediamo già tutto quello che vorremmo trovare fuori di noi. Meditare è essere al cento per cento nella realtà, e se si è nella realtà, da cosa dovremmo uscire per entrare nel mondo esteriore? Meditare in solitudine o camminare nel frastuono di una città affollata, è esattamente la stessa cosa. E’ solo quando ci siamo resi conto di questo che cominciamo a meditare veramente.Meditando, non corriamo dietro a nulla non cerchiamo nessun estasi oltre all’essere nella realtà Coloro che pretendono di elevarsi per mezzo della meditazione verso stati di coscienza modificati non fanno altro che prendere degli abbagli. Viene un momento in cui la realtà s’incarna di metterci in relazione con gli altri. Così comprendiamo che lo stato di malattia non è che un aspetto supplementare di questa iniziazione. Non si tratta di dare poco, di dare molto o di dare qualcosa ma di dare se stessi. Un giorno potremmo immergerci in questo stato in modo continuo. Quando il momento sarà venuto vedremmo il nostro Cuore si aprirà e saremo immersi in una gioia inalterabile. Tutto raggiungerà la semplicità. Questa gioia non sarà diversa di quella che noi conosciamo in questo momento, ma sarà senza urti senza differenza d’intensità e tutto vi parteciperà. Tu sentirai uno shock più o meno violento, dopo di che non avvertirai degli stati di estasi come se tu fossi un razzo che si innalza nello spazio. Ma vedrai la tua LEI e potrai trasmettere agli altri la conoscenza universale.         


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