lunedì 10 febbraio 2014

Sensazioni norvegesi

Di Giuseppe D’Agostino


Quando iniziai a frequentare l’Associazione Mediterraneo, nel 2012, ebbi modo di sperimentare sin da subito la validità del gruppo di auto mutuo aiuto. Nel mio viaggio in Norvegia ho confrontato la nostra esperienza con quella di LinkOslo per ricavarne alcune conclusioni. Comincio col dire che l’efficienza del welfare di questo civilissimo paese del nord Europa balza subito agli occhi. Lo stato offre una rete estesa di servizi per ogni categoria di persone e il lavoro è garantito alla quasi totalità della popolazione. Ma su alcuni dati ho riscontrato degli aspetti metodologici che si discostano dalla nostra cultura. Mi riferisco alla loro applicazione del concetto di auto mutuo aiuto, inteso come esperienza non limitata al mondo della salute mentale ma allargata ad altre realtà (come l’alcolismo, l’obesità, la delinquenza) e proposta all’interessato solo se il suo percorso riabilitativo ha raggiunto un livello eccellente. In Italia la coabitazione tra forme di patologie gravi e approcci non terapeutici di gruppo si è dimostrata praticabile e, secondo il mio punto di vista, aiuta a stemperare alcuni disagi emotivi e relazionali. Una frase pronunciata dalla nostra accompagnatrice Trine a margine degli interventi tenuti a Link, il venerdì 24 gennaio, spiega più di tante elucubrazioni la mentalità anglosassone: “In Norvegia non ci sono problemi, esistono solo sfide”. Considerazione legittima, senz’altro, ma che esclude molti soggetti che vivono un disagio psichico e non possono affrontare, a causa della loro malattia, delle prestazioni il cui raggiungimento è spesso inadeguato alle forze del momento presente.

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