lunedì 24 febbraio 2014

Settembre 2013...back to Norwey

di Simona Vannozzi

Era un venerdì di un Settembre ancora caldo, sembrava di essere in estate e finalmente in tarda mattinata, io e gli altri dell’associazione ci siamo avventurati per un lunghissimo viaggio: la Norvegia.
Siamo partiti con tre furgoni di cui uno dell’associazione di Piombino, e la jeep di Paolo, per un viaggio durato due giorni per arrivare a destinazione. Arrivati in Danimarca ci siamo imbarcati per arrivare in Norvegia, con la nave in un tragitto durato circa tre ore. Io ero spensierata e soddisfatta di essere ritornata per la seconda volta in questo paese meraviglioso, in quei giorni pieni di entusiasmo da dividere con gli altri utenti norvegesi e italiani e qualche operatore, mi sono calata in un mondo nuovo.
Le sensazioni più belle sono state condivise con le studentesse norvegesi di circa 15/17 anni, esse molto autonome, attivissime, piene di carisma le quali si confrontavano ottimamente con gli adulti.
Le attività svolte in quei giorni tipo kayak, bicicletta e trekking sono state condivise con le studentesse.
Lo straordinario percorso in kayak attraversato il lago, tra la natura inconfondibile, paesaggi e immagini
inverosimili, la camminata trekking è stata un percorso tortuoso e ripido ma soprattutto fangoso, in cui io mi sono sporcata i pantaloni ed inzuppata nel fango le scarpe, ma arrivata in vetta.
Il panorama che si ammirava da là su era strepitoso: tra alberi infiniti e montagne mozzafiato tra il blu del cielo ed il bianco/grigio delle nuvole. Una caratteristica di quella giornata è stata di aver mangiato una pasta di pane norvegese, con un bellissimo fuoco accesso in cui ognuno si preparava un rametto di albero ci arrotolava la pasta di pane, e si abbrustoliva il suo spiedino. La cosa più bella ed emozionante e soprattutto una prova di coraggio per me, è stata il Parco Avventura. Delusa e sconfitta perché in un parco simile vicino alla mia città, Livorno, mi avevano squalificato dopo la prova di partenza non risultando idonea. In Norvegia ho dato il meglio di me con la paura ma la tenacia di riuscire ad arrivare all’obiettivo, mi sono arrampicata tra corde e strumenti di legno, barricata tra l’attrezzatura di sostegno di sicurezza, con l’aiuto di Angelo il quale mi consigliava cosa fare e mi faceva passare la paura. Mentre il dottor Pini mi riprendeva con la telecamera e mi incoraggiava. Forza Simona fai veder chi sei!
Ma la cosa più  avventurosa è stata quella di aver attraversato il lago da una parte all’altra, solo attaccata al filo con la corda appesa e sostenersi con le mani e lanciarsi nel vuoto, pure in quel momento ci sono le riprese di Paolo, con l’acqua che mi attendeva di sotto. Un'altra cosa molto emozionante è stato il giorno in cui ci hanno portato in un peschereccio lungo il mare della Norvegia, siamo stati tutto il giorno a goderci i bellissimi panorami lungo la costa e nonostante il freddo volevo che quel giorno non finisse mai. La cosa più emozionante è stata quello di aver pescato. I norvegesi ci hanno dato delle canne da pesca e diverse persone hanno preso il pesce, quello più bravo è stato Angelo il quale è riuscito a pescare tantissimi pesci, un bel pescione è riuscito a prenderlo Stefano il quale ha fatto vedere a tutti il suo grande pesce soddisfatto della pesca. Ci sono di lui le foto su facebook, tutti eravamo lì a fargli i complimenti e a fotografarlo. La sera Angelo ha cucinato il pesce per tutti noi, erano dei bellissimi pesci: sgombri veramente buonissimi ed insieme abbiamo mangiato delle ottime patate arrosto. Siamo andati negli ultimi giorni a visitare le strutture norvegesi le quali avevo avuto modo di visitare due anni fa, devo dire che sono organizzate meglio delle nostre, hanno dei luoghi veramente incredibili: sale di musica, area vasta della pittura, la sala registrazioni, una palestra galattica  ed i propri spazi sociali dove si riunivano erano puliti e pieni di confort e relax. La loro associazione è organizzata meglio della nostra a Livorno, non solo per le attività ma anche per gli spazi comuni utilizzati per socializzare e mangiare insieme. L'ultima sera siamo rimasti con loro nella loro associazione ed insieme abbiamo mangiato la pizza, è stato molto divertente: eravamo in una grande tavolata fra utenti operatori e volontari ed eravamo in sintonia come se fossimo una grande famiglia.
Questa esperienza è stata stimolante e un motivo di crescita per me, mi sono veramente sentita me stessa in tutte le situazioni. Non mi sembrava di essere tra utenti della salute mentale ma coma persone libere di vivere e decidere, come tutte le altre persone che non hanno nessun disagio mentale. 


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