Di Alba
Passa il tempo inesorabile! Me ne sto accorgendo molto bene
negli ultimi mesi; si sono affacciati tutti insieme gli acciacchi della terza
giovinezza; dolori diffusi, agilità quasi inesistente, difetto visivo
peggiorato, denti da “riparare” e tutto con sfogo e malinconia anche se
mitigata in consapevolezza e accettazione. Questa premessa perché, incredibile
ma vero, sono trascorsi quasi due mesi dalla crociera organizzata
dall’Associazione Mediterraneo di cinque giorni con la barca a vela: dal 10 al
14 agosto. Anche se con ritardo, mi fa comunque piacere ricordare e commentare
la bella, unica ed esaltante esperienza. Dunque, era mercoledì 10 agosto, sono
arrivata al porto per l’imbarco prima delle ore 9 insieme alla mia amica
Cinzia. Al bar (ex) Cellini c’è stato l’incontro con gli altri alla gita: tre
ragazze diciottenni Lisa, Lisa, Genni poi Duccio, Giada (che non conoscevo) poi
Marco, Noemi, Flavio e il capitano Paolo Pini. Sono stata issata a bordo con
l’aiuto di Paolo e Flavio e quando siamo saliti tutti a bordo è iniziata la
preparazione per il viaggio! Ero emozionata e contenta, l’unico pensiero che mi
“tormentava” un po’ era la condivisione di spazi ristretti in promiscuità con
persone che vedevo per la prima volta e con differenze notevoli di età. Paolo
mi ha assegnata la prima “cabina” a destra, con accesso dopo il servizio,
scendendo dalla scaletta di poppa. Ho avuto il privilegio di avere la suite
tutta per me, forse perché avevo detto a Paolo che dormivo nuda (non è vero!),
che dormendo russavo, urlavo, parlavo, che mi giravo molte volte e che mi
alzavo per andare in bagno a bere (vero, anche se in quei cinque giorni non è
mai successo). Ho comunque molto apprezzato!
La camera era grande, con un ampio
giaciglio, i piedi rivolti alla porta, a destra una catasta di salvagenti
arancioni maleodoranti di muffa (ma sono ahimè abituata a tale odore che mi
perseguita a casa da ben sette anni), alla mia sinistra una “parete” a
scomparti di legno, tipo libreria, ai piedi la porta, per accesso al servizio,
che dovevo ancorare ogni volta che aprivo e chiudevo onde evitare che
sbattesse, anche perché oltre il servizio (w.c. e mini lavandino angolare)
altra porta (idem da ancorare) dove un maxi-letto ospitava le tre fanciulle,
Lisa 1, Lisa 2 e Genni con i rispettivi sacchi a pelo (sempre in disordine fra
le altre varie cose). Dalla parte opposta
al “lettone” il lato c’era il lato cottura con frigo a pozzo, poi
fornelli basculanti e un piano d’appoggio. Vicino si apriva la porta di
un’altra cabina confinante con la mia, divisa dalla scaletta. Quella era lo
studio e camera di Capitan Paolo, condivisa con Flavio e in fondo il loro
servizio. Tornando in cucina-dormitorio per fanciulle e proseguendo verso prua,
disimpegno con camere e servizi (che non ho visitato) dove dormivano Noemi,
Duccio, Marco e Giada. Sistemati i bagagli e preso ognuno possesso del proprio
alloggio siamo “riemersi” tutti dislocati sul ponte, Paolo al timone ha avviato
il motore ed è iniziata l’avventura! Direzione Portoferraio, Isola d’Elba. Ero
emozionata, non avevo alcun timore, solo un po’ il pensiero che potesse suonare
l’allarme di casa, ma è bastato poco per non pensarci più, osservare il porto
che si allontanava sempre più, conversare con nuove persone e presto eravamo
già in mare aperto lontani dalla riva. Il mare era lungo poi increspato e mosso
e dopo non molto Lisa 2 ha iniziato ad accusare un malessere che si è
prolungato per una buona parte della traversata: è stato un connubio fra Lisa 2
e un grande secchio legato ad una corda! Pur dispiaciuta per la fanciulla ho
spaziato con lo sguardo in lungo e in largo, compiaciuta e ho condiviso
pensieri con gli altri, in particolare con Giada; purtroppo poi ha avuto anche
lei un malore dopo aver fumato, ma per fortuna di breve durata. L’unica nota dolente
per me, che trovandomi spesso sotto vento respiravo tutto il fumo dei viziosi.
Ma il venticello fresco e il sole appagavano. Quando è stato possibile Paolo,
con l’aiuto di Flavio, Noemi e Duccio ha issato le vele ed è stato messo a
tacere il motore. Che bello! Finalmente! Ed è così che mi piace navigare:
veleggiare, cioè scivolare sul mare solo con l’ausilio delle vele, spinta dal
vento, ascoltare il “respiro del mare”, lo “sciacquio” delle onde che si
infrangono sulle fiancate della barca e gli spruzzi che arrivano a tratti a
rinfrescare. Il sole bruciava, ma il vento fresco della navigazione mitigava la
calura. Mi ero ben spalmata crema solare sul poco che avevo scoperto: viso
braccia, poi avevo un cappello di paglia calato fino sugli occhi, occhiali
fotocromatici, una maglietta polo a mezza manica, dei pantaloni lunghi stretti
alle caviglie, calzini e scarpe da ginnastica... eh sì, mi hanno presa in giro,
specie al ritorno quando ho sfoggiato una discreta abbronzatura da
“fiorentina”! Purtroppo però la mia salute non mi ha permesso di espormi oltre
e forse è stato un bene anche per evitare “malori agli altri”.![]() |
R.Ridi/Visitelba.info |