Foto: Federico Patellani |
mercoledì 26 luglio 2017
Ricordi di amore e lacrime
Di Luana Baldacci
Ricordo, ancora oggi, vividamente e fortemente quel giorno ormai lontano nel tempo passato. La chiamata alle armi di mio figlio! E il mio cuore di mamma cominciò a dolere e a battere precipitosamente. La cartolina di chiamata arrivò e fu depositata nella cassetta delle lettere. Quando la lessi il mio cuore venne meno e mi appoggiai al muro per non cadere. "Mamma mia, non così lontano, no no no!" Ma purtroppo non potevo farci niente e così, molto lentamente, presi a salire le scale. Mio figlio, ricordo, era a letto lievemente indisposto, andai direttamente in camera sua e senza dire una parola gli porsi la cartolina di richiamo. Lui la prese, la lesse, poi sorridendo mi disse: Oh! Va bene così, mi mandano a Lecco mamma! Io scossi la testa e gli risposi: no, Stefano, leggi meglio perché mi sa che hai frainteso! Infatti la destinazione non era Lecco ma Lecce. Il 20 giugno 1982 accompagnai mio figlio alla stazione centrale e insieme a suo padre aspettammo che arrivasse quel maledetto treno che me lo avrebbe portato via così lontano da Livorno. E così montò sul treno e si affacciò dal finestrino porgendomi una mano che io afferrai strettamente e che tenni stretta anche quando il treno si mosse correndo a perdifiato finché Stefano allentò la stretta e lo vidi sparire su quel treno in corsa. Non aveva ancora diciannove anni.
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