giovedì 10 marzo 2016

Alla scoperta di Artimino

Di Simona Vannozzi
A cura di Enrico Longarini

Erano diversi mesi che non partecipavo alle uscite del fine settima insieme ai ragazzi dell'Associazione Mediterraneo, ma questa volta mi sono unita anch’io e siamo partiti in direzione di Artimino, una piccola frazione di Carmignano (Prato) per visitarne il museo archeologico. Sono rimasta molto stupita di scoprire con i miei occhi questo gioiello sperduto della campagna toscana. Il Museo Archeologico mostra ai visitatori la storia del centro etrusco di Artimino ed espone numerosi reperti restituiti dal territorio circostante. Ma torniamo alla nostra gita: sebbene si tratti soltanto di un piccolo paese, appena arrivati ad Artimino, ci siamo perduti tra i deliziosi vicoletti  a cercare il museo e dopo aver fatto il giro del paese lo abbiamo trovato nella piazza principale. Presentandoci come Associazione Mediterraneo Onlus, i gestori del museo non solo ci hanno offerto la possibilità di entrare gratuitamente, ma ci hanno anche fornito una guida che ci accompagnasse durante la visita. Il  percorso museale si snoda su due piani: quello superiore è dedicato al “mondo dei vivi” e ai ritrovamenti effettuati negli insediamenti di Artimino e di Pietramarina mentre quello inferiore “al mondo dei morti” e a tutti i reperti ritrovati nella necropoli di Artimino.
 La guida è stata molto gentile e paziente e ha spiegato a tutti noi le origini della civiltà etrusca del territorio circostante e di come essa si sia evoluta e sviluppata nel corso degli anni. Tegole, vasi, anfore e pesi da telaio caratterizzano la prima parte della visita, quella dedicata al “mondo dei vivi”, ma è nel “mondo dei morti” che si scoprono le vere meraviglie del museo. La prima cosa che salta all’occhio una volta discesi in questo “mondo dei morti” sono le tombe della necropoli di Prato Rosello, in special modo la tomba del “Guerriero” della fine del VIII secolo. a.C. Naturalmente si tratta di una ricostruzione, ma gli oggetti al suo interno sono in tutto e per tutto autentici, dagli oggetti ornamentali alla lancia, simbolo di forza e vigore che non può far altro che farci tornare alla mente il celebre Achille e le sue eroiche gesta. La guida ci ha spiegato come il culto dei morti avesse una grande rilevanza fra gli etruschi ; essi  infatti avevano una forte credenza nell’aldilà e le veglie funebri in onore dei propri defunti si trasformavano in vere e proprie celebrazioni sacre. Gli etruschi della zona di Artimino erano soliti bruciare i corpi dei cari deceduti e le loro ceneri venivano poste in urne di ceramica che poi venivano depositate all’interno delle tombe. Le sepolture erano inoltre riempite con numerosi oggetti ornamentali molto preziosi, il quale ritrovamento può darci importanti indizi riguardo la condizione sociale del defunto (come la lancia e le armi di bronzo e di ferro ritrovate nelle tombe dei guerrieri). Il museo ha allestito numerose vetrine in cui esibisce questo tipo di reperti, perciò abbiamo potuto ammirare lo splendore dei dettagli e la maestria con cui furono realizzate sculture di ceramica, di terracotta e di bucchero (materiale molto popolare fra gli etruschi), piccole brocche dove venivano conservati i profumi, gli oli e le essenze, ferretti per capelli, fermagli per le tuniche indossate dagli uomini ed infine orecchini e gioielli d’oro. Tra i numerosi reperti quelli che mi hanno maggiormente colpito sono stati una straordinaria coppa di vetro turchese, il cratere etrusco a figure rosse ed alcune placchette d’oro e d’avorio che rappresentavano figure sacre femminili, maschili ed animali. Tuttavia il vero e proprio “gioiello” di cui il museo va orgoglioso è il famoso incensiere di bucchero. Si tratta di un oggetto unico e molto particolare composto da cinque parti incastrate l’una con l’altra e decorato lungo tutti i suoi bordi. 
Una volta terminata la nostra visita al museo ci siamo rilassati e, immersi nel silenzio e nella tranquillità del paese, abbiamo pranzato nella piazza principale dalla quale potevamo godere di un fantastico panorama. Tutto intorno a noi infatti si estendevano i verdi campi della campagna toscana illuminati da un caldo sole che faceva capolino tra le nuvole. In lontananza potevamo anche vedere la famosa Villa Medicea che, situata su un poggio poco distante dal paese, domina e sovrasta l’intero territorio di Artimino così, prima di ripartire in direzione di casa, abbiamo voluto avvicinarci per poterla osservare meglio. Un lungo viale alberato ci ha condotto ai piedi dell’imponente villa (conosciuta anche come la Ferdinanda o Villa dei cento camini, ma purtroppo abbiamo potuto solo ammirarla dall’esterno in quanto sede  di congressi ed eventi speciali. È stata una domenica serena è molto divertente, ma soprattutto una giornata all'insegna della cultura e dell’archeologia etrusca. Nelle prossime uscite mi piacerebbe molto visitare la Villa Medicea e forse chissà scoprire tutte le storie curiose ed interessanti che custodisce…  



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