Il giorno 27 Febbraio 2016 a Livorno, presso il circolo A.R.C.I.
di Coteto, si è tenuta un‘ iniziativa aperta a tutta la cittadinanza:
UgualMente Livornesi, un incontro sullo stato di salute mentale della nostra
città.
I temi principali della manifestazione, alla quale hanno partecipato
numerosi medici, operatori dei servizi, autorità regionali e comunali, stampa, televisioni
e associazioni. riguardavano il bisogno potenziare le Reti dei servizi e delle
organizzazioni no-profit che, oltre a contrastare lo stigma e i pregiudizi
associati alla malattia mentale, sono coinvolte nella promozione e nella tutela
di quest‘ultima.
La manifestazione è stata organizzata dall'A.Vo.Fa.Sa.M.,
un‘associazione composta dai familiari delle persone che fanno utilizzo dei
servizi della salute mentale, che negli anni con tenacia ha combattuto per la
chiusura dei maniconi, in particolare quello di Volterra, lottando ostinatamente con gli enti pubblici
affinché anche a Livorno fossero aperti adeguati centri diurni per l'accoglenza
degli ex internati; l’obiettivo non era tanto quello di alleggerire
il peso della continua assistenza al proprio caro che le famiglie si trovavano
a sopportare, ma soprattutto quello di fare in modo che questi ultimi potessero
svolgere piccole attività manuali e socializzare in un ambiente sempre aperti a
tutti.
L’iniziativa dell‘Associazione A.Vo.Fa.Sa.M. ha permesso così ai
pazienti di sentire nuovi stimoli di libertà e di crescita che hanno
fatto sì che iniziassero a recuperare al massimo la propria cittadinanza dando vita anche ad una loro associazione, la Mediterraneo, presente anch‘essa alla manifestazione.
Si sono susseguiti molti interventi e relazioni da parte degli esperti
in materia e alla fine c’è stato un accorato dibattito tra il pubblico. L’intervento di apertura è stato tenuto da Riccardo Bientinesi,
Presidente dell'A.Vo.Fa.Sa.M che ha ricordato la chiusura dei manicomi con
l'avvento della legge 180 di Franco Basaglia e il lavoro svolto da Margherita Lapini Mecacci, ex Presidente dell‘Associazione
che lo ha preceduto.
Ha anche aggiunto come in passato vi fossero forti rapporti col Comune
e la Provincia che purtroppo col tempo si sono interrotti e naturalmente si è
augurato che questi rapporti potessero riallacciarsi.
Naturalmente non ci sono state solo belle parole perchè i problemi ci
sono e sono sotto gli occhi di tutti: le strutture restaurate o costruite oltre
venticinque anni fà necessitano di accurate ristrutturazioni, vi è infatti il
rischio che venga perso tutto quel che faticosamente è stato ottenuto in
passato. Bientinesi afferma anche come i pazienti non necessitino solo di
farmaci per star bene, ma di un lavoro, una casa e di compagnie sane per una
ripresa personale, così chiedendo aiuto, si rivolege alla ASL, al Comune.
Il secondo intervento è stato quello di Angela, una mamma che parlando
col cuore in mano, spiega quanto sia avvilente non poter vedere alcun futuro
per il figlio sofferente; guardandosi intorno chiede un qualsiasi tipo di aiuto,
da quello ecclesiastico a quello pubblico e sanitario affinché questi ragazzi possano
riuscire ad inserirsi in questa società. Angela chiede anche che sia creato un
polo a Livorno che possa far scoprire le loro potenzialità, rendendoli una risorsa
sociale e non un peso.
Il terzo intervento ha visto prendere la parola al professor Mario
Serrano; egli dichiara di poter dare un contributo al pensiero di poter
riattivare le Autorità che in passato hanno fatto così tanto e, considerando il
fatto che molti denunciano come da dieci anni a questa parte le iniziative a
Livorno si siano fermate, osserva come il vero problema sia che questo effetto congelamento non si limiti alla
nostra città ma si estenda all’intera nazione. Il prof. Serrano propone quindi
un intervento di ristrutturazione, inteso come ricerca di nuovi metodi di
emancipazione, infatti non solo i tempi, ma anche l’utenza è cambiata negli
ultimi anni ed ha nuove esigenze completamente differenti rispetto al passato.
Successivamente è venuto il turno del professor Giannini il quale, con
uno sguardo al passato, ricorda una Livorno all'avanguardia per quanto
riguardava i servizi sociali e le iniziative, ma afferma anche come la
manifestazione UgualMente Livornesi dimostri che non tutto non sia fermato
veramente, certamente però è necessario che la struttura nazionale capisca l’errore
dei tagli al sociale.
Dopo il professor Giannini la dottoressa Benedetta Aprea, volontaria
dell'Associazione Mediterraneo ha spiegato l'importanza della socializzazione,
specialmente per quelle che si sentono isolate. L’Associazione Mediterraneo
negli anni ha firmato numerose convenzioni con la ASL al fine di concludere
progetti educativi per i giovani e di socializzazione per i pazienti e ha costruito
un solido gemellaggio con un cittadina Norvegese, sede di una importante
università, che li vede spesso ospiti. Il confronto costante infatti, sostiene Benedetta
Aprea, contribuisce notevolmente alla nostra crescita.
Le Associazioni di Salute Mentale norvegesi, aggiunge, hanno un
notevole senso politico perchè là rivestono importanti ruoli a livello
nazionale, il loro motto è infatti: "Niente su di noi senza di noi!"
Ha preso poi la parola Ina Dhimgjini, Assessore al Sociale, la quale sostiene
come anche per coloro che si trovano a gestire l‘amministrazione sia importante
che vi sia sempre qualcuno di più esperto in certi specifici argomenti, come
possono essere quelli che riguardano la salute mentale. Ina Dhimgjini si sente
vicina alle famiglie e comprende l'accanimento di chi ha delle necessità ma
nonostante il passare del tempo non ha ancora ricevuto risposta e sente sempre di più l’importanza del progettare
e del lavorare assieme. Se ad oggi è stato interrotto questo sistema di collaborazione
come nel passato, dobbiamo vedere come recuperarlo e capire che cosa sia
successo per non ricadere in futuro nello stesso errore; conclude dicendo <noi
ci siamo e nonostante la crisi non dobbiamo perdere questo entusiasmo>.
Dopo Ina Dhimgjini, Marco Cannito ha sottolineato la sua volontà di
ripartire dalla rivalutazione del volontariato nonostante tutte le critiche che rischiano
di emergere a proposito. Livorno negli anni passati fu il fiore all'occhiello
per quanto riguardava i servizi sociali ed ora tutto si è fermato. Nonostante
ciò, come Giannini, Cannito afferma come questo incontro non stia segnalare
solo il problema ma sia anche un segno di speranza per il futuro per ripensare
i servizi e rilanciare quelle che possono essere le nostre opportunità. Per
fare tutto ciò naturalmente c’è bisogno non solo di risorse finanziare, ma
anche e soprattutto di risorse umane. L'innovazione sta nel ricreare i tavoli
per il recupero di una cittadinanza perduta perchè, come diceva Basaglia, "la
malattia mentale è una malattia come tutte le altre ed ognuno di noi sente il
bisogno di dare ciò che può alla società e dimostrare che è utile". Infine
Cannito racconta di come una volta stesse accompagnando degli studenti in
visita al centro Basaglia e di come questi
ultimi avessero un certo timore nei confronti di quel luogo, ma ha concluso
riferendoci come tutti gli studenti, dopo essere entrati, siano usciti entusiasti e felici non
immaginando che quell‘esperienza potesse averli cambiati profondamente.
Un discorso così toccante non poteva non suscitare emozioni nei nostri
animi, tant’è che qualcuno dalla platea si è alzato e lo ha ringraziato per le
sue parole di speranza.
È intervenuto anche Alfio Baldi, ex assessore al sociale del PD che si
rammarica del percorso che che era stato messo in
piedi e conclusosi poi male, dato che dopo i corsi e i tirocini che erano
stati organizzati per gli utenti avrebbe dovuto esserci uno sbocco lavorativo a
completamento della propria autonomia che purtroppo non si è concretizzato. Baldi
osserva come non vi siano ancora strutture adeguate, ma nutre speranze per il
futuro.
Anche il sociologo Paolo Pini prende la parola per chiedere
a tutte le Autorità di organizzare dei tavoli di discussione con le
Associazioni affinchè possano capire attraverso la nostra esperienza in
materia.
L'ultimo intervento è di Tiziano Petracchi, operatore del Poggiali che racconta di essere stato anche
lui in Norvegia con gli utenti e di aver visto cose molto belle, di aver fatto
delle buone esperienze con le Associazioni norvegesi che <non si lamentano
come a Livorno ma interagiscono con le Autorità Territoriali>, <là le
associazioni sono importanti e sanno farsi ascoltare; sarebbe bello che ciò
accadesse anche da noi>.
Infine si è aperto un lungo dibattito tra pubblico ed
esperti che hanno risposto alle varie domande per approfondire alcuni punti, ma
anche tra il pubblico stesso vi sono stati scambi di pensiero e di esperienze
personali. La manifestazione si è conclusa con un ricco buffet offerto
dall'Associazione A.Vo.Fa.Sa.M. tra sorrisi e conversazioni più intime e alla
fine, una volta tolte le sedie, non sono mancati neanche quattro salti in pista.
È stato veramente bello concludere ballando con Vangi DJ. Mi ha ricordato le sane trasgressioni dei primi anni del Mate e Costa
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