Di Meri Taccini
Ancora una notte senza dormire e ancora una volta guardo al
passato che non è molto lontano. Il primo novembre del 1995 alle ore 21,45 mia mamma emanò l’ultimo respiro e fui io ad
accorgermi che mia mamma non c’era più;
guardai i miei fratelli e dissi, fredda e impassibile: << Mamma ci
ha lasciato>>. Loro scoppiarono
in un pianto dirotto mentre io non riuscii
a versare neanche una lacrima. Quando la
mattina dopo andammo alla camera mortuaria le portammo i vestiti che le piacevano
tanto ed entrando in quella stanza la vidi là immobile su quel marmo freddo.
Riuscii soltanto a farle una carezza e poi, usciti, aspettammo che la
conducessero in un’altra sala dove avremmo potuto iniziare la veglia. Ricordo
che io, le mie sorelle e i miei fratelli stavamo lì con lei e sedute poco
lontano c’erano due zie che io avrei voluto il più lontano possibile da noi. Ad
un certo, durante la cerimonia, udii delle parole uscite dalle loro bocche, che
mi fecero davvero arrabbiare così mi voltai e intimai loro di uscire. Entrambe
sbigottite mi chiesero il motivo della mia reazione, ma questo non fece altro
che alimentare la mia ira al punto da arrivare a cacciarle fuori dalla stanza. Il
giorno dopo accompagnammo mia mamma nel
suo ultimo viaggio. L’anno dopo non ho
più resistito e sono scoppiata e dapprima ho iniziato con un forte esaurimento
nervoso che mi ha portato ad alternare
forti stati depressivi e ansiosi a molti tentativi di suicidio. Solo dopo molti
anni ho capito che con quei gesti avrei soltanto fatto stare male i miei
fratelli e molto lentamente sono riuscita a tornare alla vita, ma portando
sempre con me nel mio cuore la
MIA dolce e buona mamma
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