Di Liliana Fabbri
Sabato 11 marzo insieme ad Enrico, noi dell’Associazione
Mediterraneo ci siamo recati in visita al Museo di Storia Naturale di Livorno
in via Roma. Ci siamo riuniti alle 10 di fronte all’ingresso, successivamente
ci siamo diretti alla biglietteria dove ci sono stati forniti i biglietti
omaggio e pochi istanti dopo abbiamo iniziato la vera e propria visita. Il
museo è strutturato in diverse settori: La prima sala, separata dal resto
dell’edificio principale è dedicata agli abissi e alla vita sottomarina, mentre
gli altri settori si strutturano su tre piani all’interno del museo stesso.
All’interno
della sala del mare, così si chiama la prima sala, vi è lo scheletro di una
gigantesca balena che si arenò su di una spiaggia; purtroppo, quando fu
rinvenuta, nessuno poté far nulla per salvarla e così, per ricordarla, il suo
scheletro fu donato al museo. La sola vista di ciò che ormai rimane di
quell’enorme animale ci ha meravigliati in una maniera incredibile, ma
all’interno del salone le sorprese non erano finite. Tutto intorno a noi
infatti vi erano delle vetrine che mostravano delle riproduzioni a grandezza
naturale degli animali nei loro habitat, come il delfino comune, una piccola
foca, pinguini imperatore, pinguini comuni, stelle marine, aragoste, strane
meduse ecc. Le altre stanze del museo invece erano dedicate alle creature
preistoriche e qui abbiamo potuto osservare i grandi e famosi animali
dell’antichità come i mammut, orsi, tigri dai denti a sciabola, volpi e
gorilla. Come dimenticarsi poi delle più celebri creature della preistoria: gli
uomini! Le numerose vetrine mostravano le loro prime capanne e i lavori che
egli effettuava con il legno e con le pietre. La sala del piano inferiore era
interamente destinata all’esposizione di antichi reperti preistorici come selci
affilate, rasoi, punte di lancia, di freccia e rudimentali coltelli, tuttavia
anche qua non mancavano vetrine che mostrassero la vita quotidiana degli uomini
primitivi. In una teca infatti abbiamo potuto osservare come i primi uomini andassero
a caccia, spingendo la preda verso una fossa appositamente scavata nel terreno
o come, una volta spellato l’animale, le pelli fossero essiccate e
successivamente indossate come vesti. Le carni degli animali, almeno
inizialmente, venivano mangiate crude nei pressi delle grotte, poi dopo la
scoperta del fuoco (che l’uomo riuscì a riprodurre attraverso lo sfregamento di
alcune pietre) l’uomo incominciò a cibarsi di carne cotta. Il fuoco: che grande
scoperta! La sua luce riscaldò i nostri antenati nelle fredde notti e non solo
permise loro di cuocere il cibo, ma li aiutò anche a tenere lontane le bestie
feroci. Naturalmente, come sappiamo, l’evoluzione dell’uomo non terminò qui,
anzi, proseguì e lo condusse sia a grandi scoperte e innovazioni tecnologiche o
architettoniche, come la creazione delle palafitte, sia a cambiamenti fisici e
così l’homo erectus, divenne l’uomo di Neanderthal che a sua volta divenne homo
sapiens. Terminata la visita al settore dedicato alla preistoria siamo saliti
al secondo piano in gran parte riservato agli uccelli. Qui infatti abbiamo
trovato le riproduzioni di innumerevoli specie di volatili come gufi, aquile
marine, aquile dalla testa bianca, aquile reali, falchi, pellicani e cicogne. Al
terzo piano poi non solo abbiamo potuto osservare tanti altri animali come i
pipistrelli o gli scorpioni, ma abbiamo addirittura potuto vedere come fossero
fatti al loro interno. Infine ci siamo diretti verso la sala dove erano esposti
crostacei, insetti e ragni, ma l’ora si era fatta tarda e siamo stati costretti
ad andare via. In futuro spero di poter tornare e visitare, con ancora più di
attenzione, ogni stanza in modo da scoprire cose sempre nuove. Ah, quasi
dimenticavo! Come per altre visite ad attenderci e ad accoglierci abbiamo
trovato il nostro amico Giuseppe D’Agostino che qui, da bravo esperto, lavora
alla portineria. Concludo dicendo che la visita di ogni singola sala sono mi ha
lasciata soddisfatta, contentissima ed entusiasta e ringrazio tutti gli operatori
e gli addetti che contribuiscono a rendere il nostro Museo di Storia Naturale una
vera e propria immersione nella storia e nella natura e che, anche questa
volta, ci hanno permesso di entrare gratuitamente.
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