giovedì 23 marzo 2017

Un sabato tra storia e natura

Di Liliana Fabbri

Sabato 11 marzo insieme ad Enrico, noi dell’Associazione Mediterraneo ci siamo recati in visita al Museo di Storia Naturale di Livorno in via Roma. Ci siamo riuniti alle 10 di fronte all’ingresso, successivamente ci siamo diretti alla biglietteria dove ci sono stati forniti i biglietti omaggio e pochi istanti dopo abbiamo iniziato la vera e propria visita. Il museo è strutturato in diverse settori: La prima sala, separata dal resto dell’edificio principale è dedicata agli abissi e alla vita sottomarina, mentre gli altri settori si strutturano su tre piani all’interno del museo stesso.
All’interno della sala del mare, così si chiama la prima sala, vi è lo scheletro di una gigantesca balena che si arenò su di una spiaggia; purtroppo, quando fu rinvenuta, nessuno poté far nulla per salvarla e così, per ricordarla, il suo scheletro fu donato al museo. La sola vista di ciò che ormai rimane di quell’enorme animale ci ha meravigliati in una maniera incredibile, ma all’interno del salone le sorprese non erano finite. Tutto intorno a noi infatti vi erano delle vetrine che mostravano delle riproduzioni a grandezza naturale degli animali nei loro habitat, come il delfino comune, una piccola foca, pinguini imperatore, pinguini comuni, stelle marine, aragoste, strane meduse ecc. Le altre stanze del museo invece erano dedicate alle creature preistoriche e qui abbiamo potuto osservare i grandi e famosi animali dell’antichità come i mammut, orsi, tigri dai denti a sciabola, volpi e gorilla. Come dimenticarsi poi delle più celebri creature della preistoria: gli uomini! Le numerose vetrine mostravano le loro prime capanne e i lavori che egli effettuava con il legno e con le pietre. La sala del piano inferiore era interamente destinata all’esposizione di antichi reperti preistorici come selci affilate, rasoi, punte di lancia, di freccia e rudimentali coltelli, tuttavia anche qua non mancavano vetrine che mostrassero la vita quotidiana degli uomini primitivi. In una teca infatti abbiamo potuto osservare come i primi uomini andassero a caccia, spingendo la preda verso una fossa appositamente scavata nel terreno o come, una volta spellato l’animale, le pelli fossero essiccate e successivamente indossate come vesti. Le carni degli animali, almeno inizialmente, venivano mangiate crude nei pressi delle grotte, poi dopo la scoperta del fuoco (che l’uomo riuscì a riprodurre attraverso lo sfregamento di alcune pietre) l’uomo incominciò a cibarsi di carne cotta. Il fuoco: che grande scoperta! La sua luce riscaldò i nostri antenati nelle fredde notti e non solo permise loro di cuocere il cibo, ma li aiutò anche a tenere lontane le bestie feroci. Naturalmente, come sappiamo, l’evoluzione dell’uomo non terminò qui, anzi, proseguì e lo condusse sia a grandi scoperte e innovazioni tecnologiche o architettoniche, come la creazione delle palafitte, sia a cambiamenti fisici e così l’homo erectus, divenne l’uomo di Neanderthal che a sua volta divenne homo sapiens. Terminata la visita al settore dedicato alla preistoria siamo saliti al secondo piano in gran parte riservato agli uccelli. Qui infatti abbiamo trovato le riproduzioni di innumerevoli specie di volatili come gufi, aquile marine, aquile dalla testa bianca, aquile reali, falchi, pellicani e cicogne. Al terzo piano poi non solo abbiamo potuto osservare tanti altri animali come i pipistrelli o gli scorpioni, ma abbiamo addirittura potuto vedere come fossero fatti al loro interno. Infine ci siamo diretti verso la sala dove erano esposti crostacei, insetti e ragni, ma l’ora si era fatta tarda e siamo stati costretti ad andare via. In futuro spero di poter tornare e visitare, con ancora più di attenzione, ogni stanza in modo da scoprire cose sempre nuove. Ah, quasi dimenticavo! Come per altre visite ad attenderci e ad accoglierci abbiamo trovato il nostro amico Giuseppe D’Agostino che qui, da bravo esperto, lavora alla portineria. Concludo dicendo che la visita di ogni singola sala sono mi ha lasciata soddisfatta, contentissima ed entusiasta e ringrazio tutti gli operatori e gli addetti che contribuiscono a rendere il nostro Museo di Storia Naturale una vera e propria immersione nella storia e nella natura e che, anche questa volta, ci hanno permesso di entrare gratuitamente.

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