giovedì 23 marzo 2017

Moolight: tra innocenza e uguaglianza

Recensione del film vincitore del premio Oscar: Moonlight

Di Paolo Di Giuseppe, Virginia Gasperini e Sabrina Caluri

L’innocenza che da bambino ti assorbe con le fantasie spensierate tra amici, in alcuni casi ti pone di fronte ad una realtà che non si è mai “corazzati” abbastanza per poterla affrontare, fino a che, dopo anni di discriminazione, la stessa violenza diviene padrona di te stesso creando così un’arma incontrastabile, immediata e di semplice difesa. La paura espressa dal protagonista nel film padroneggia l’animo costantemente afflitto da una società che non accetta la semplice diversità come ad esempio il colore della pelle, l’inclinazione sessuale o la provenienza delle proprie origini, facendo così sorgere rabbia e frustrazione che vengono mascherate da un atteggiamento taciturno e remissivo, che alla fine rende il protagonista incapace di affermare tra i coetanei la propria identità. La discriminazione consiste in un trattamento non paritario attuato nei confronti di un individuo che, in questo caso, prova paura per l’enorme difficoltà nell’affermarsi e nel reagire davanti all’insulto. Il tutto è accompagnato da una fragilità d’animo per l’impotenza nel confronto con i suoi coetanei dove l’unica soluzione ricade nell’istinto di sopravvivenza e nella crescita personale: reagire per sopravvivere è la regola che trascina il film e, anche se con violenza, la forte discriminazione porta il ragazzo a trovare una forma di espressione contraria a ciò che egli stesso subiva rivolgendosi a tematiche “salva vita” come la validità dell’amicizia o dell’amore, ma soprattutto la comprensione connessa all’accettazione della sua situazione critica e la forte volontà di poterla cambiare. La società ed i suoi componenti dovrebbero accettare il prossimo per come è senza pretendere di modificarne le caratteristiche e il suo modo di essere secondo definito da ipotetici protocolli sociali; abbattere queste barriere  è il messaggio che il film vorrebbe mandare allo spettatore e noi, nel nostro piccolo, condividiamo affermando che la vita ci pone condizioni che vanno affrontate e di fronte  ad esse siamo tutti indistintamente uguali.

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