Recensione del film vincitore del premio Oscar: Moonlight
Di Paolo Di Giuseppe, Virginia Gasperini e Sabrina Caluri
L’innocenza
che da bambino ti assorbe con le fantasie spensierate tra amici, in alcuni casi
ti pone di fronte ad una realtà che non si è mai “corazzati” abbastanza per
poterla affrontare, fino a che, dopo anni di discriminazione, la stessa
violenza diviene padrona di te stesso creando così un’arma incontrastabile,
immediata e di semplice difesa. La paura espressa dal protagonista nel film
padroneggia l’animo costantemente afflitto da una società che non accetta la
semplice diversità come ad esempio il colore della pelle, l’inclinazione
sessuale o la provenienza delle proprie origini, facendo così sorgere rabbia e
frustrazione che vengono mascherate da un atteggiamento taciturno e remissivo,
che alla fine rende il protagonista incapace di affermare tra i coetanei la
propria identità. La discriminazione consiste in un trattamento non paritario
attuato nei confronti di un individuo che, in questo caso, prova paura per
l’enorme difficoltà nell’affermarsi e nel reagire davanti all’insulto. Il tutto
è accompagnato da una fragilità d’animo per l’impotenza nel confronto con i
suoi coetanei dove l’unica soluzione ricade nell’istinto di sopravvivenza e
nella crescita personale: reagire per sopravvivere è la regola che trascina il
film e, anche se con violenza, la forte discriminazione porta il ragazzo a
trovare una forma di espressione contraria a ciò che egli stesso subiva
rivolgendosi a tematiche “salva vita” come la validità dell’amicizia o dell’amore,
ma soprattutto la comprensione connessa all’accettazione della sua situazione
critica e la forte volontà di poterla cambiare. La società ed i suoi componenti
dovrebbero accettare il prossimo per come è senza pretendere di modificarne le caratteristiche
e il suo modo di essere secondo definito da ipotetici protocolli sociali; abbattere
queste barriere è il messaggio che il
film vorrebbe mandare allo spettatore e noi, nel nostro piccolo, condividiamo
affermando che la vita ci pone condizioni che vanno affrontate e di fronte ad esse siamo tutti indistintamente uguali.
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