Di Susanna Nigiotti
Ciao, mi chiamo Susanna, ho cinquantacinque anni, un marito Franco e una figlia di nome Alice di trentadue anni. Sono bipolare da trent'anni. Ho avuto ricoveri e ho assunto tutti i farmaci in commercio ma ahimè rispondo poco ai farmaci. Comunque ero una persona attiva, guidavo, facevo la spesa, avevo amiche, portavo fuori la mia amata cagnolina (che è stata con me per diciassette anni), frequentavo anche la palestra dove ho fatto spinning ed ho lavorato in vari ristoranti come aiuto cuoca. Da qualche anno non riesco a fare più niente. Iniziò tutto un giorno che ero fuori in macchina: mi persi e non sapevo più dove fossi. Certe volte addirittura non riuscivo più a riconoscere Franco e Alice, ma sopratutto non riconoscevo più me stessa. Così la paura mi ha fatto chiudere in casa allontanandomi da tutti; non volevo vedere nessuno. Ormai esco solo con mio marito perché è la persona della quale mi fido di più, ma a dir la verità poco anche con lui perché proprio non ce la faccio. Il dolore che mi prende dentro è indescrivibile, non si può raccontare e per placarlo devo prendere dei farmaci che mi facciano dormire. L'unica cosa che mantengo attiva è la lettura eppure mi reputo fortunata perché ho un marito e una figlia meravigliosi sotto tutti i punti di vista. Per quanto riguarda la mia malattia e coloro che mi giudicano soltanto una poverina e una disgraziata, mi rendo conto che sia una malattia "difficile" ma come tante altre e che i poverini, in fin dei conti, sono gli altri. Quando sto un po' meglio anche bere un bicchier d'acqua mi sembra la cosa più bella del mondo e godo della semplicità delle cose.
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